Perché l’Italia è divisa in 4 zone sismiche?

terremoto

La crosta terrestre è divisa in zolle che poggiamo su uno strato di magma, per questo motivo la terra sotto di noi trema, a volte in maniera impercettibile, altre volte sottoforma di terremoto.

Questo fenomeno è causato dal movimento delle placche che muovendosi l'una verso l'altre scatenano alle loro estremità, chiamate faglie, una forte energia che a volte si libera superando il limite di elasticità delle rocce e provocando i terremoti.
L'Italia si trova proprio dove la placca africana si infossa e spinge quella eurasiatica, per questo è un paese ad alto rischio sismico. Il 70% del nostro paese è considerato zona sismica. Proprio i movimenti della crosta terrestre hanno creato nel passato gli Appennini, il Vesuvio e l'Etna.

La più grande catastrofe registrata in Italia è stata quella del 1908 e colpì Messina e Reggio Calabria provocando la morte di 100.000 persone. A seguito di un'ordinanza del 2003, gli Enti locali devono classificare ogni singolo comune dal punto di vista sismico e metterlo in sicurezza in caso di terremoti prevenendo danni a cose e persone.

I Comuni Italiani sono classificati in 4 categorie o zone. La zona 1 è quella a più alto rischio sismico, dove si possono verificare terremoti anche di grande portata. 716 comuni si trovano nella zona 1 e sono nel nord-est del Friuli Venezia Giulia, nell'Appennino centro-meridionale, nel sud-ovest della Calabria e nella zona di Sciacca e Mazara del Vallo in Sicilia. Nella zona 2 possono verificarsi terremoti più o meno forti e il rischio è comunque alto.
2324 sono i comuni interessati e sono nel Centro-sud Italia, in Sicilia, a est del Piemonte e nelle zone limitrofe alla zona 1 del Friuli Venezia Giulia.
Nella zona 3 il rischio diminuisce ancora e i comuni interessati sono 1634 tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo e Puglia e gran parte dell'Emilia Romagna. Nella zona 4 che è la più sicura, i comuni devono comunque mettere in sicurezza gli edifici pubblici costruendoli con criteri antisismici.
In questa zona sono compresi 3.427 comuni presenti in Val d'Aosta, Piemonte, Alto Adige, basso Veneto, il Promontorio del Gargano in Puglia e tutta la Sardegna.

I terremoti non possono essere previsti e i geologi possono solo tracciare mappe delle zone dove sono presenti le faglie. L'unica prevenzione contro questi cataclismi è la costruzione di edifici antisismici.

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