Perché la neve è bianca?

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Il fotografo Wilson Bentley verso la fine dell’Ottocento ebbe il merito di diffondere diversi scatti sulla bellezza e sull’originalità delle forme della neve, spiegando che durante questo lavoro non incontrò mai due cristalli di neve uguali, malgrado, la loro frequenza (ogni cristallo è grande pochi micron).

La neve è costituita da una struttura reticolare di cristalli avente varie forme e misure, che le conferiscono una capacità riflettente molto elevata; le condizioni climatiche, la temperatura dell’aria e l’umidità incidono in primis sulla dinamica di formazione dei fiocchi che mostrano varie strutture: a stella, a piastra, a prisma o ad ago. La luce che colpisce la neve viene riflessa quasi totalmente in varie direzioni e in tutte le sue lunghezze d’onda, dando al nostro occhio la percezione che essa sia bianca e luminosa.

Fu Newton il primo a spiegare che la luce bianca è una combinazione di più colori percepiti contemporaneamente dall’occhio umano, il colore bianco, perciò, dipende dalla struttura momentanea della neve che si forma attorno agli 0° e ai +2°, e che svanisce appena si scioglie diventando acqua trasparente, se gela in fogli trasparenti di ghiaccio, o se si accumula in strutture più massicce tendenti al colore azzurro come gli iceberg. Si è notato che le polveri sottili, presenti nell’aria durante la formazione della neve, inquinano le capacità riflettenti della sua struttura cristallina e si possono verificare casi di leggera colorazione rosa.