Tra barocco e classicismo

Blaise Pascal

Blaise Pascal (1623-1662), precoce genio scientifico e matematico, filosofo, fu, secondo la definizione di Chateaubriand, "genio terribile, che mise sulla carta pensieri che stanno tra il divino e l'umano".

La vita e l'opera

Nato a Clermont Ferrand, si avvicinò alla spiritualità giansenista prendendone le difese nella polemica contro i gesuiti con le Lettres à un provincial (Provinciali, 1657), capolavoro della letteratura francese, in cui sottili argomenti dottrinali, efficacemente introdotti con metodo scientifico, diventano anche pretesto per una grottesca, anche se non sempre giusta, caricatura della Compagnia di Gesù. Oltre a opere di carattere scientifico, scrisse opere teologiche nelle quali il suo sentimento religioso si manifesta attraverso l'inflessibile rigore con cui egli giudicò se stesso e il mondo alla luce della Croce: ripudiò la scienza, di cui era uno dei maggiori esponenti del tempo, ritenendola sostanzialmente una distrazione (divertissement) rispetto ai doveri della pietà e della contemplazione; ripudiò il potere, come forma suprema d'inganno, e ogni affetto che non fosse riconducibile a Dio. Negli ultimi anni di vita, afflitto da dolori fisici insopportabili, deluso anche dai giansenisti, scrisse su foglietti di carta quelli che dovevano essere semplici appunti, e che divennero un monumento della letteratura e della cultura europea, la vasta raccolta di annotazioni comunemente nota con il titolo di Pensées (Pensieri, postumo 1670); in esse egli penetrò nel fondo dell'anima umana per metterne a nudo le false certezze e le atrocità inconfessabili. Agli albori dell'età moderna provò un moto di orrore davanti alla società secolarizzata, invocando le ragioni della fede contro l'ottimismo della nuova ideologia borghese (l'umanismo gesuita, l'agnosticismo dei libertini). Pascal diffidava dell'uomo, del suo ritenersi un miserabile, come del suo credersi perfettamente autosufficiente. Diffidò anche e soprattutto di sé, della sua intelligenza, del suo talento di scrittore, mettendosi al servizio della Chiesa per comporre una grande apologia del cristianesimo, inteso come unica salvezza possibile. Il successo dei Pensieri fu immediato, nonostante l'ostilità dei "filosofi"; tutti i successivi autori francesi, soprattutto i romantici, hanno letto e meditato sull'opera e sul suo straordinario valore spirituale e letterario. L'esistenzialismo glorificò Pascal come uno dei suoi più mirabili precursori.