La seconda sofistica

La terza sofistica

Nel IV sec. d.C. si assiste alla ripresa del movimento sofistico inteso, ormai, solo come culto formale della parola: questo ulteriore periodo di nuovo sviluppo dell'arte oratoria prende il nome di terza sofistica. Queste tendenze dell'epoca tardo-antica, completamente svuotate di contenuti, potrebbero far pensare al definitivo tramonto della cultura greca se non fosse per il confronto dialettico con il cristianesimo che impedisce al mondo greco-romano di chiudersi in se stesso e lasciarsi a poco a poco morire. I maggiori interpreti di questa tendenza sono per la maggior parte maestri di retorica poco conosciuti (come Imerio e Libanio); tuttavia compaiono nel panorama del IV sec. anche autori celebri, attivi nel dibattito politico e culturale, come il grande imperatore romano Giuliano l'Apostata.

Giuliano l'Apostata

Figlio di Costanzo e nipote di Costantino, nacque a Costantinopoli nel 333 d.C. e passò una giovinezza travagliata dagli odi e dalle congiure di palazzo, vivendo dapprima relegato in Cappadocia, poi a Nicomedia, Efeso e Atene. Educato alla fede cristiana, ma attratto dal misticismo neoplatonico e da tradizioni pagane, abiurò il cristianesimo (da qui il suo soprannome). Nel 355 fu nominato Cesare dall'imperatore Costanzo e nel 360 fu acclamato imperatore dai suoi eserciti; l'anno successivo si insediò come imperatore a Costantinopoli. Morì in battaglia combattendo contro i Parti in Armenia nel 363 d.C.

Scrisse opere di vario genere di cui rimangono solo otto orazioni (due delle quali rivolte contro i filosofi cinici); una satira menippea, Simposio o I Cesari, contenente una satira irridente dell'imperatore Costantino insieme a lodi entusiastiche verso il colto ed equilibrato Marco Aurelio; l'Odiatore della barba (in greco, Misopogon), una difesa in toni ironici del suo operato e un crudo atto d'accusa contro i cristiani. Restano anche numerosi discorsi e 80 lettere, sia private sia ufficiali. Sono invece perduti i libri Contro i Galilei.