L'Europa nella seconda metà del Cinquecento

L'Inghilterra elisabettiana

Alla morte di Edoardo VI la sorellastra Maria la Sanguinaria (1553-58) cercò di restaurare il Cattolicesimo (con l'appoggio del marito Filippo II) attuando una violenta politica persecutoria contro i protestanti. Le succedette la sorellastra Elisabetta I (1558-1603) figlia di Anna Bolena che, ostile sia al Cattolicesimo che al puritanesimo, consolidò il potere della Chiesa anglicana. La nuova regina, scomunicata da Pio V nel 1570, sedò le rivolte cattoliche in Irlanda ma limitò anche le insubordinazioni sociali dei puritani e si schierò a fianco degli ugonotti durante le guerre di religione in Francia. In campo economico avviò la trasformazione dello Stato in potenza navale, commerciale e coloniale (con la fondazione della colonia della Virginia in America), e minacciò il monopolio commerciale spagnolo con le colonie finanziando la guerra corsara (Francis Drake). La corona finanziò inoltre le imprese commerciali, promosse la vendita delle terre ex ecclesiastiche e l'istituzione delle enclosures. La decapitazione di Maria Stuart, la pretendente cattolica alla corona inglese, spinse Filippo II ad attaccare l'Inghilterra con la sua imponente ma poco maneggevole flotta: l'Invincibile Armata che subì la più grande disfatta nella storia della marina spagnola (1588). Elisabetta I fu una grande mecenate che favorì lo sviluppo delle arti influenzate dalla cultura rinascimentale italiana e fiamminga.