L'Italia del Settecento

Il Piemonte

Nei primi anni di regno Vittorio Amedeo II (1685-1730) cercò di liberarsi dalla presenza francese a Casale e Pinerolo: riuscì nel suo intento grazie al rovesciamento delle alleanze del 1696 quando dal campo antifrancese passò a quello di Luigi XIV in cambio delle due piazzeforti. Durante la Guerra di successione spagnola Vittorio Amedeo entrò nel campo imperiale grazie all'ausilio del comandante imperiale Eugenio di Savoia che salvò Torino in un'epica battaglia nel 1706. Dopo l'acquisizione del rango di reame e l'acquisto della Sicilia, scambiata con la Sardegna nel 1719, nasce il Regno di Sardegna. Vittorio Amedeo volle creare uno Stato forte su modello francese con l'appoggio di un nuovo ceto di magistrati e borghesi che aspirava alla nobiltà. Con l'Editto di perequazione del 1720 i carichi fiscali furono ridistribuiti non solo fra le diverse province, ma anche fra tutti i ceti. Inoltre furono emanati provvedimenti per la rivendicazione al demanio statale di tutti i beni feudali ed ecclesiastici tenuti illegittimamente per distribuirli ai fedeli collaboratori. Con la Santa Sede vi fu un duro scontro a proposito dei beni ecclesiastici immuni (in Sicilia) e vacanti, questione poi risolta con gli accordi del 1727 e del 1740. Vittorio Amedeo inaugurò una politica economica mercantilistica, favorevole allo sviluppo delle manifatture tessili nazionali e a uno sfruttamento più razionale delle risorse del paese. Con le Costituzioni del 1723 e 1729 furono fissate leggi dello Stato uguali per tutti, primo esempio di una codificazione rigorosa in una materia complessa e disordinata. Grande attenzione fu riservata alla formazione delle classi dirigenti: il modello gesuitico d'istruzione fu laicizzato, l'Università fu oggetto di importanti riforme; le innovazioni non incisero profondamente nel tessuto della società sabauda, si limitarono a produrre buoni quadri amministrativi senza portare il paese, tranne rari casi, a contatto con i fermenti culturali europei. Con Carlo Emanuele III (1730-73) le riforme produssero un ammodernamento esclusivamente burocratico dello Stato, la tendenza sabauda a espandersi nei territori della Lombardia austriaca venne confermata quando, con la Pace di Vienna (1738), vennero annessi i territori di Novara e Tortona. Ulteriori annessioni si ebbero a seguito della Guerra di successione austriaca, frutto dell'alleanza con l'Austria, che con la Pace di Aquisgrana (1748) cedette Vigevano e l'Alto Novarese al re sardo. Il successore Vittorio Amedeo III si unì alle coalizioni antirivoluzionarie: sconfitto da Bonaparte dovette firmare l'armistizio di Cherasco (28 apr. 1796) per poter eliminare un focolaio rivoluzionario ad Alba, dove era stata formata una repubblica. Da quel momento, dopo il volontario esilio del re di Sardegna, il Piemonte seguì le sorti degli altri territori italiani.