(République de Madagascar, Repoblikan'i Madagasikara). Stato dell'Africa sudorientale (587.295 km²). Capitale: Antananarivo. Divisione amministrativa: province (6). Popolazione: 21.928.518 ab. (stima 2012). Lingua: francese e malagasy (ufficiali). Religione: animisti/credenze tradizionali 42%, protestanti 27%, cattolici 20%, musulmani 2%, altri 2%. Unità monetaria: ariary (5 iraimbilanja). Indice di sviluppo umano: 0,498 (155° posto). Confini: Oceano Indiano. Membro di: ONU, UA, SADC e WTO, associato UE.

Generalità

Si trova di fronte alle coste sudorientali dell'Africa, dalle quali dista nel punto più stretto del Canale del Mozambico 400 km. L'isola di Madagascar è inclusa convenzionalmente nel continente africano benché per numerose peculiarità possa essere considerata una terra a se stante: ospita infatti specie vegetali e animali uniche ed è popolata in parte da genti venute dall'Asia monsonica che hanno introdotto nell'isola elementi culturali propri. Situato sulle antiche rotte coloniali per l'Estremo Oriente, il Madagascar è stato conteso nel sec. XIX da inglesi e francesi trovando sotto il dominio dei Merina, uno dei suoi popoli più evoluti, una spinta unificatrice e nazionalistica, soffocata però dall'imposizione del dominio francese. La conquista dell'indipendenza nel 1960 tuttavia non ha impedito che si avessero anni di complice neocolonialismo. Il Paese è stato soggetto a un regime di stampo socialista dal 1975 al 1991 e negli anni successivi ha vissuto un'instabilità politica con un'alternanza di presidenti spesso destituiti a seguito di scontri di piazza.

Lo Stato

Il Madagascar è una Repubblica. La Costituzione, approvata da un referendum nazionale nell'agosto 1992, ha dato vita alla terza Repubblica. Il Parlamento, bicamerale, è formato dall'Assemblea nazionale e dal Senato; il presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale per 5 anni, nomina e revoca il Primo ministro. La giustizia è amministrata dalla Suprema corte, dall'Alta Corte di giustizia e dalla Corte d'appello. Vi sono, inoltre tribunali di prima istanza per questioni civili e commerciali, tribunali penali ordinari e speciali e tribunali economici che trattano i crimini in materia economica. La pena di morte è in vigore, ma le esecuzioni non hanno più luogo dal 1958. Le forze armate sono divise nelle tre armi tradizionali. Accanto a queste lavora anche la gendarmeria. Il servizio militare viene effettuato su base obbligatoria, dura 18 mesi, ma esiste la possibilità di effettuare un servizio civile sostitutivo. Con l'indipendenza si è voluto favorire l'incremento dell'istruzione, ma la sua distribuzione fra maschi e femmine è profondamente diseguale. Comunque il tasso di analfabetismo è in costante diminuzione (29,3% nel 2006). L'istruzione è obbligatoria fra i 6 e i 14 anni di età. La capitale Antananarivo ospita una sede universitaria.

Territorio: geografia fisica

L'isola di Madagascar, quarta della Terra per superficie, si presenta strutturalmente come un grande frammento di rocce precambriane staccatosi dalle masse gondwaniane dell'Africa e del Deccan. Nel corso di questo episodio il blocco roccioso che oggi forma l'isola ha trovato quell'assetto così caratteristico rivelato dalla sua dissimmetria, con i due versanti orientale e occidentale dalla pendenza diversa, ripido l'uno, digradante l'altro, indice di un'inclinazione generale verso W subita dalla stessa massa insulare. Le rocce cristalline precambriane affiorano nella sezione centrale dell'isola e su larga parte del versante orientale; quello occidentale invece è caratterizzato da coperture sedimentarie, man mano più recenti dall'interno verso la costa; esse iniziano con i conglomerati del tipo Karroo continuano con depositi marini mesozoici, quindi con coperture cenozoiche e neozoiche. La serie di formazioni sedimentarie si conclude con i recenti apporti alluvionali. La sezione centrale è occupata da un vasto altopiano, situato a un'altitudine media di 1000-1500 m; presenta forme antiche e mature, qua e là movimentate da rilievi costituiti da emergenze granitiche lungo linee di frattura dell'imbasamento e da coni e platee di recente origine vulcanica. Questi rilievi rappresentano le maggiori sommità dell'isola, culminando a 2876 m con il Marokomotro, nel massiccio di Tsaratanana, nell'estremo Nord. A fianco dei rilievi vulcanici si aprono alcune aree depressionarie, come quella occupata dai laghi Alaotra e Itasy. Il versante orientale, più ripido, con grandi falesie intagliate nello zoccolo cristallino, termina al mare con una costa rettilinea e sabbiosa, priva però quasi di cimosa. Quello occidentale, digradante alla fascia alluvionale costiera, è movimentato dalle testate delle formazioni sedimentarie che danno luogo a tipiche scarpate a cuestas. A causa della dissimmetria dei rilievi, i principali fiumi scendono al Canale del Mozambico, come il Betsiboka, il Tsiribihina, il Mangoki e l'Onilahy; hanno però regime irregolare, con piene nella stagione estiva e magre in quella invernale, e quindi sono di scarso rilievo per la navigazione interna. Il versante orientale dell'isola è percorso invece da fiumi dal regime abbastanza regolare (Maningory, Mangoro, Mananara) date le costanti precipitazioni; sono però brevi, impetuosi, frequentemente interrotti da rapide e cascate – caratteristica peraltro comune alla maggior parte dei fiumi malgasci – e con bacini di limitata estensione. Il clima presenta caratteri assai diversi specialmente tra il versante orientale e quello occidentale. Il primo, ben esposto all'Oceano Indiano, è costantemente sotto l'influsso diretto dell'aliseo di SE che apporta elevate precipitazioni, ovunque superiori ai 2000 mm annui, con valori massimi di 4000 mm nella fascia costiera. Sull'altopiano l'aliseo giunge impoverito d'acqua e scende sul versante occidentale come un vento ormai asciutto. A irrorare il versante occidentale, specialmente nella sezione settentrionale, contribuiscono gli impulsi del monsone estivo che soffia da NW tra novembre e aprile. Così le precipitazioni sono ancora abbondanti nel Nord e nell'altopiano centrale, mentre decrescono progressivamente nella sezione sudoccidentale, dove cadono annualmente meno di 500 mm (350-400 a Toliara). Per quanto riguarda le temperature, i valori variano tra le coste e l'altopiano. Ad Antananarivo esse sono mitigate dall'altitudine, ma le escursioni termiche annue sono relativamente pronunciate: dai 14,5 ºC di media del mese fresco (luglio) ai 21 ºC del mese più caldo (gennaio). La costa occidentale ha i valori costantemente elevati: a Mahajanga si passa dai 25 ºC ai 27-28 ºC, mentre quella orientale, rinfrescata dall'aliseo e dalla più ridotta insolazione, registra rispettivamente valori di 20 e 26 ºC (Toamasina). A queste situazioni diverse corrispondono condizioni vegetali ben precise.

Territorio: geografia umana

L'attuale popolamento è dovuto a varie ondate migratorie di gruppi australo-melanesiani e indonesiani. I primi (rappresentati dai bara, dai sakalava ecc.) giunsero forse nel II millennio a. C., seguiti dai betsileo, dai tsimihety ecc. Le più recenti migrazioni sono state quelle che hanno introdotto nell'isola i merina, originari forse di Giava: essi formano il gruppo oggi dominante, stanziato nell'altopiano centrale, nella terra che da loro prende il nome, l'Imerina. Essi introdussero la loro cultura, la coltivazione del riso, l'impiego dello zebù nel lavoro dei campi. Anche la struttura organizzativa era quella dei popoli risicoltori dell'Asia monsonica, con un sovrano e una classe nobile di uomini liberi (Hova, nome con cui sono anche conosciuti i merina). Questa élite superiore via via assoggettò altre popolazioni e diede vita a quel regno che ebbe i suoi centri là dove stavano le sedi del potere, le cittadelle (i rova) nel cuore dell'altopiano. I merina tuttavia non riuscirono mai a dominare l'isola per intero, perché anche le altre popolazioni avevano una loro organizzazione e formavano dei regni ben precisi, come quello dei sakalava, dei betsileo ecc. Altri apporti umani dall'esterno sono quelli africani, rintracciabili soprattutto nelle popolazioni insediate nella parte sudoccidentale, come i makua, e quelli arabi, rappresentati da gruppi stanziati sulle coste settentrionali. Più recenti sono state le immigrazioni di comoriani, di indiani, di cinesi e di francesi dall'isola della Riunione. Malgrado il quadro etnico così vario per l'origine diversa delle sue componenti, la popolazione malgascia presenta non solo una notevole identità di caratteri somatici, risultato di lunghi miscelamenti con le popolazioni più antiche dell'isola, ma anche una solida compattezza fra tutti gli abitanti, legati in uno Stato di cui hanno accettato senza riserve la struttura unitaria e la lingua (il malagasy) da tutti conosciuta. La popolazione ha cominciato ad aumentare nei primi decenni del sec. XX; già nel 1920 era superiore ai 3 milioni, passati a oltre 4 milioni vent'anni dopo. Da allora la riduzione delle malattie endemiche, e soprattutto della malaria, ha indotto un'accelerazione della crescita demografica, che ha raggiunto e superato il 3% su base annua. Negli anni Ottanta la popolazione ha superato i 10 milioni di ab. e già nel 2006, secondo una stima, ammontava a oltre 17.800.000 individui. Nonostante il Madagascar disponga di un significativo potenziale in termini di risorse naturali e di forza lavoro, continua a essere uno dei Paesi più poveri del mondo e il livello di vita dei suoi abitanti è inferiore a quello che si registra nell'Africa subsahariana. Tra gli abitanti l'etnia principale è quella dei Malgasci 95,9% (2000) suddivisi in diversi gruppi, tra i quali: merina, betsimisaraka, betsileo, tsimihety, sakalawa, antaisaka, degli antandroy; altre etnie presenti sono i Makoa 1,1% (2000), i francesi 0,6% (2000), i comoriani 0,5% (2000) e altri 1,9% (2000). I gruppi più numerosi vivono sull'altopiano, che registra le più elevate densità. Ciò perché sull'altopiano è diffusa la risicoltura, spesso irrigua, e inoltre perché tale zona è diventata l'area focale dell'organizzazione territoriale moderna dell'isola, che fa capo ad Antananarivo. L'altopiano è tutto disseminato di caratteristici villaggi o piccoli nuclei formati da capanne di fango rosso, con i tetti di paglia, che sorgono accanto alle risaie: il paesaggio richiama per molti aspetti quello dell'Asia monsonica. Il versante montuoso occidentale è la parte meno popolata dell'isola, così come la sezione meridionale, arida, dove vivono genti seminomadi; su queste aree è diffuso l'allevamento. Popolate sono invece le fasce costiere (eccetto quella occidentale), perché vi si pratica l'agricoltura di piantagione. La densità di popolazione è di 37 ab./km²; la popolazione rurale rappresenta la grande maggioranza del totale, e quella urbana è poco più di un quarto. La capitale, Antananarivo, è il perno dell'isola, al tempo stesso vertice socio-economico e centro geografico, cosa che le conferisce una certa eccezionalità per un Paese che ha conosciuto l'organizzazione economica coloniale, la quale ha sempre privilegiato i centri costieri; ciò si spiega con la posizione climaticamente mitigata di Antananarivo, col fatto di trovarsi nell'area più popolosa del Paese e di essere anche stata la sede del principale rova dei merina. In età coloniale Antananarivo è stata collegata al mare con una ferrovia: da ciò lo sviluppo complementare di Toamasina, scalo marittimo principale del Madagascar sull'oceano Atlantico, su cui gravita la maggior parte del commercio dei prodotti agricoli in esportazione. Meno efficienti sono rimasti i collegamenti con le altre città portuali (Mahajanga, alla foce del Betsiboka, Antsirañana, valorizzata come porto militare dai francesi ecc.), le quali più che altro servono le aree costiere dove si è sviluppata l'agricoltura commerciale. Sull'altopiano i centri principali, dopo la capitale, sono Antsirabe e Fianarantsoa, seconda città del Paese, che sorge al confine delle grandi praterie, al centro di un'area agricola.

Territorio: ambiente

La foresta pluviale domina sul versante orientale, dove presenta una larga varietà di specie, anche peculiari. Essa si dirada verso l'altopiano centrale dove il manto vegetale è stato estesamente compromesso dall'uomo. Alla pratica degli incendi (tavy) per preparare il terreno da coltivare si deve una degradazione della foresta che ha lasciato formazioni secondarie (savoka) di tipo savanico, nelle quali si impone spesso la palma. Il versante occidentale alterna estese praterie di graminacee a formazioni savaniche che si fanno marcatamente xerofile nella sezione meridionale, dove crescono i baobab, di cui esistono otto specie endemiche del Madagascar. Dal punto di vista faunistico il Paese, con i gruppi insulari vicini (Comore, Aldabra, Seychelles e Mascarene), costituisce una regione zoogeografica a sé stante che presenta fortissime divergenze rispetto alla fauna africana e somiglianze con altre parti del mondo. Ciò si spiega con le vicissitudini paleogeografiche e con il lungo isolamento dell'isola dal vicino continente, per cui vi si è potuta evolvere una fauna molto caratteristica, con intere famiglie esclusive e significative assenze di numerosi gruppi presenti in Africa. I mammiferi sono costituiti in prevalenza dalle Proscimmie spettanti a tre famiglie esclusive: Lemuridi, Indridi e Daubentonidi (col solo rarissimo aye-aye). Mancano i carnivori terrestri, a eccezione di alcuni Viverridi esclusivi, tra cui il fossa, il maggior predatore indigeno. Numerosi sono nell'isola gli insetti, non pochi dei quali appartenenti a specie endemiche, tra cui moltissime farfalle. Tra gli uccelli sono esclusive del Madagascar le famiglie Mesitornitidi, Leptosomatidi, Filepittidi, Vangidi e Rafidi, estinti delle isole Mascarene (p. es. dodo). Tra i rettili abbondano i camaleonti mentre mancano lucertole e vipere; interessante anche l'assenza degli Agamidi (presenti in Africa), rimpiazzati da iguanidi peculiari (assenti in Africa e tipici delle Americhe), e la presenza di oltre 200 specie di rane, tra cui la rana pomodoro. Come accennato lo straordinario ecosistema del Madagascar è minacciato dalla distruzione della foresta operata dall'uomo, che ha causato gravissimi danni alla fauna, provocando la scomparsa o il rischio di estinzione per moltissime specie. Il 4,7% della superficie territoriale è tutelata in quanto area protetta. Nel Paese esistono 19 parchi nazionali, tra i quali quello della Baia di Baly, Mananara Nord e Montagna d'Ambra e 2 parchi nazionali marini, il Mananara Nord e il Sahamalaza. Sono presenti anche due siti dichiarati patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO: la Riserva naturale di Tsingy de Bemaraha (1990) e le Foreste pluviali di Atsinanana (2007).

Economia: generalità

Isolamento geografico, insufficienza delle comunicazioni interne e delle infrastrutture in genere, netta dipendenza dai mercati mondiali sono alcuni degli elementi che concorrono a determinare l'arretratezza dell'economia malgascia, basata su un'agricoltura praticata con metodi antiquati, scarsamente produttiva e in larga misura subordinata alle condizioni meteorologiche (frequenti sono i tifoni). La dominazione coloniale inglese fece del Madagascar un nodo strategico lungo le rotte commerciali con l'Asia, ma, interessata soltanto allo sfruttamento immediato delle risorse locali (legname e colture di piantagione), non programmò piani di sviluppo dell'isola e non provvide alla formazione di imprenditori e tecnici in grado di gestire un'autentica politica di rinnovamento. La dipendenza nei confronti dell'Inghilterra si mantenne anche dopo l'indipendenza fino svolta del 1975 che condusse il Paese verso un'economia marxista, una socializzazione forzata e verso la nazionalizzazione dei maggiori settori produttivi. Seguirono per il Paese anni di grandi difficoltà, con la perdita dell'autosufficienza, il crollo del PIL pro capite e l'aumento del debito estero. Gli indirizzi di politica economica di stampo socialista vennero progressivamente abbandonati alla fine degli anni Ottanta del sec. XX adottando misure di liberalizzazione del commercio e di incentivazione degli investimenti stranieri, oltre che costituendo zone franche industriali; i maggiori sforzi del governo furono rivolti al potenziamento dell'agricoltura. Queste misure permisero la riapertura della collaborazione con il FMI e con la Banca Mondiale. A partire dalla metà degli anni Novanta del sec. XX si registrò un graduale miglioramento economico, permanendo pur tuttavia le condizioni di sottosviluppo. Il Madagascar rimane, nel primo decennio del Duemila fortemente dipendente dagli aiuti internazionali e mancano le basi per poterlo inserire i fra i Paesi ad economia evoluta. Il suo PIL, seppur in crescita, era di 9.254 ml $ USA nel 2008, e nello stesso anno il PIL pro capite era di 458 $ USA. Nel 2005 i Paesi membri del FMI e della Banca Mondiale hanno cancellato il debito estero del Paese.

Economia: agricoltura, allevamento e pesca

Altissima è la percentuale della popolazione attiva (quasi tre quarti della forza lavoro) che grava sulle campagne, anche se viene coltivato solo il 6% della superficie territoriale; rende ancora più drammatica la situazione dell'agricoltura malgascia la povertà dei terreni, frutto in gran parte della degradazione dei suoli causata dall'uomo con la decimazione del manto forestale e la conseguente formazione di vaste aree lateritiche soggette all'erosione. L'assoluta maggioranza della popolazione rurale si dedica a un'agricoltura di pura sussistenza; prevale la risicoltura, che fornisce il principale prodotto alimentare dei malgasci ma ancora insufficiente a coprire il fabbisogno interno (il Madagascar registra un consumo pro capite di riso fra i più alti al mondo). Questo cereale è coltivato sia in zone irrigue sia in aree non irrigate; nell'ultimo caso però le rese sono molto basse. Per il consumo locale si coltivano inoltre manioca, batate, patate, legumi e ortaggi vari, banane e numerosi altri prodotti frutticoli (agrumi, ananas, uva, prugne ecc.). Dal punto di vista economico ben più contano le coltivazioni commerciali, praticate tanto da grandi aziende quanto da piccoli coltivatori. Ciò vale per il caffè, principale prodotto d'esportazione, la cui area colturale migliore si colloca sui versanti collinari orientali e settentrionali; nella stessa area è diffusa anche la canna da zucchero; altre piante tessili presenti sono l'agave sisalana e il kenaf. Tra le oleaginose hanno una certa consistenza l'arachide e il tung. Nell'area nordoccidentale e in varie zone dell'altopiano è diffuso il tabacco. Rilevante è la coltivazione del cacao nella fascia costiera settentrionale, che è anche l'ambiente tipico della palma da cocco, mentre soprattutto dalla regione costiera orientale provengono le spezie, che rappresentano una voce fondamentale dell'agricoltura malgascia: la più importante è la vaniglia, seguita da chiodi di garofano, pepe, cannella ecc. Tipiche sono poi le essenze estratte da piante come il geranio, il lemon-grass, l'ylang-ylang ecc. § Le risorse forestali, malgrado l'indiscriminato sfruttamento operato in epoca coloniale, sono ancora ingenti, ricche di essenze pregiate da ebanisteria, come il mogano, il palissandro e l'ebano. § Diffuso è l'allevamento, specie di bovini, per lo più zebù malgasci, che sono utilizzati sia per la produzione di carni sia per i lavori agricoli. Estesissime sono le aree a prato e a pascolo permanente; il versante montuoso occidentale e l'altopiano sono le zone più adatte all'allevamento. Oltre ai bovini il patrimonio zootecnico comprende caprini, presenti soprattutto nelle più aride zone sudoccidentali, ovini, suini e volatili da cortile. § Nella pesca, praticata sia lungo le coste sia nelle acque interne, in particolare nella zona del lago Itasy, ha assunto un rilievo significativo la pesca dei gamberi, divenuta una delle voci più importanti all'esportazione.

Economia: industria e risorse minerarie

Nonostante si siano intensificati gli sforzi governativi volti a dotare il Paese di una moderna industria manifatturiera anche con la creazione di alcune zone france, il settore è molto carente, contribuendo solo in piccola parte alla formazione del reddito nazionale. Prevalgono nettamente le piccole e medie aziende, che utilizzano per lo più i prodotti agricoli locali (zuccherifici, oleifici, conservifici, manifatture di tabacchi, cotonifici, birrifici, distillerie ecc.); si hanno poi alcuni cementifici, una raffineria di petrolio che lavora greggio di importazione (a Toamasina), fabbriche per il montaggio di autoveicoli, impianti per la lavorazione del legno ecc. § Benché l'isola sia dotata di svariati minerali, modeste sono complessivamente le risorse del sottosuolo, il cui sfruttamento è per altro ostacolato da difficoltà di trasporto. I prodotti principali sono la cromite, presente in diverse zone e di cui il Madagascar possiede un giacimento fra i più importanti al mondo, la grafite, la mica e l'uranotorianite, utilizzata per l'industria nucleare; si estraggono poi oro, ilmenite e diverse pietre preziose (berilli, zirconi, tormaline, granati, ametiste); le miniere di zaffiri, scoperte nel 1998, stanno diventando una risorsa sempre più importante. Recentemente è stata accertata l'esistenza di giacimenti di petrolio. Dal punto di vista energetico l'isola ha un potenziale idrico notevole: due terzi dell'energia prodotta è di origine idrica.

Economia: commercio, comunicazioni e turismo

La bilancia commerciale è in passivo dal momento che le importazioni superano notevolmente le esportazioni. Il Paese esporta soprattutto materie prime, minerali e prodotti alimentari (caffè, gamberi ecc) mentre importa prevalentemente materie prime, combustibili, attrezzature industriali e prodotti chimici. L'interscambio si svolge prevalentemente con i Paesi occidentali e in massima parte con la Francia. § Un settore particolarmente carente è quello delle vie di comunicazione; le infrastrutture fondamentali sono in parte ancora quelle dell'epoca coloniale. Anche le strade sono solo in parte efficienti; la rete si adegua all'organizzazione territoriale, col suo vertice nella capitale, da cui si irradiano le direttrici verso i centri costieri, sviluppandosi per ca. 50.000 km nel 2001 di cui solo 5800 asfaltati. Tra questi il porto principale è Toamasina, seguito da Mahajanga, Antsirañana e Toliara. Rilevanti sono i servizi aerei, che collegano la capitale (sede di un aeroporto internazionale) ai maggiori centri dell'isola. § Il turismo è in forte crescita e rappresenta un potenziale ancora solo in parte sfruttato dal punto di vista economico, anche se dagli anni Novanta al 2007 le strutture alberghiere sono più che raddoppiate. Antananarivo e le isole di Nosy Be e Nosy (Sainte Marie) sono le mete più ambite: nel 2004 il Madagascar ha registrato ca. 224.000 ingressi.

Storia

A partire dai sec. V-VI il Madagascar fu meta di migrazioni indonesiane che finirono probabilmente per assorbire gruppi di popolazioni nere ivi stanziate; i primi contatti arabi sembra siano stati invece posteriori al sec. XI. L'isola fu avvistata nel 1500 dal portoghese Diogo Dias: i primi tentativi di evangelizzazione non ebbero risultati durevoli, così come uno stanziamento tentato dagli inglesi nel 1644-45 e dai francesi (1642-74). Nel sec. XVIII i francesi si stabilirono ancora nel Madagascar (Fort-Dauphin e baia d'Antongil) e occuparono l'isola di Santa Maria aprendo poi nel 1803 un'agenzia a Tamatave (Toamasina). Nei sec. XV e XVI si erano costituiti vari regni locali (Merina, Betsileo, Antemoro e Antesaka). All'inizio del sec. XVI risale la conquista Sakalava che si estese a quasi metà dell'isola per decadere nel secolo successivo. Nella prima metà del sec. XVIII Ratsimilaho, figlio di un pirata inglese e di una principessa locale, fondò sul litorale occidentale il regno di Betsimisaraka, che però già all'inizio dell'Ottocento si era sfaldato. Fiorirono invece i regni Merina, a opera di Andrianampoinimerina (1787-1810), re capace e volitivo che unificò tutte le sue genti, sottomise il Betsileo, scoraggiò le incursioni Sakalava ed estese notevolmente i confini del suo regno. Il figlio Radama I (1810-28) estese il suo dominio su due terzi dell'isola; assistito da consiglieri europei e affiancato dai missionari della London Missionary Society, promosse lo sviluppo economico e culturale del regno. La regina Ranavalona I (1828-61) assunse un atteggiamento intransigente nei confronti di Inghilterra e Francia, mentre Radama II (1861-63), che aveva consentito al ritorno degli europei, fu assassinato per aver ceduto terre agli stranieri. La regina Rasoherina (1863-68) nominò primo ministro Rainilaiarivony, che sposò in seguito le due successive regine, Ranavalona II (1869-83) e Ranavalona III (1883-95), divenendo in pratica l'arbitro della politica malgascia. Essendo peggiorati i rapporti con la Francia, questa intervenne con le armi (1883) e impose a Ranavalona III un nuovo trattato pregiudizievole per l'indipendenza del Madagascar. Lo stato di tensione derivatone indusse nel 1895 il governo francese a inviare un forte corpo di spedizione che costrinse la regina a riconoscere il protettorato della Francia. Nel 1896 l'isola fu dichiarata colonia francese; nel 1897 venne abolita la monarchia. L'isola fu pacificata dal generale Gallieni che ne fu governatore dal 1897 al 1905. Tra le due guerre mondiali si manifestarono le prime reazioni nazionaliste. La nascita dei primi partiti politici che aspiravano all'indipendenza fu seguita nel marzo 1947 da una rivolta assai diffusa che fu duramente repressa dalla Francia. La scena politica si rianimò solo dopo alcuni anni quando riaffiorarono partiti e uomini nuovi, tra i quali Philibert Tsiranana, fondatore nel 1956 del Parti Social Démocrate Malgache et Comorien che ebbe presto un seguito nazionale. Con la fondazione della Comunità Francese, nel 1958, il Madagascar optò per lo status di Repubblica autonoma nell'ambito della Comunità stessa (10 ottobre 1958), accedendo quindi alla piena indipendenza il 26 giugno 1960. Tsiranana instaurò un regime presidenziale e autoritario che durò un decennio, ma la situazione precipitò nella primavera del 1972 provocando l'estromissione di Tsiranana e l'assunzione del potere da parte del generale Ramanantsoa, legittimata dal referendum dell'8 ottobre 1972. Nel 1975 Ramanantsoa si dimise trasmettendo i suoi poteri al colonnello R. Ratsimandrava, assassinato una settimana dopo aver assunto la carica. Fu allora instaurato un governo militare presieduto dal generale G. Andriamahazo, ma nel dicembre del 1975 il potere fu assunto da Didier Ratsiraka che trasformò il Paese in una Repubblica popolare di tipo marxista. Un referendum legittimò il passaggio alla presidenza di Ratsiraka e approvò la nuova Costituzione e la Carta della Rivoluzione Socialista Malgascia. Nel 1976 fu fondato il partito AREMA (Avant-garde de la Révolution Malgache) che prese sempre più potere nel Paese. Nel 1982 si svolsero le elezioni presidenziali, vinte nuovamente da Ratsiraka, mentre nel 1983 quelle legislative videro il ripetersi del successo dell'AREMA. Nel corso degli anni Ottanta si manifestò un accentuarsi delle tensioni sociali favorito dal deterioramento della situazione economica. Per affrontare quest'ultima fu intrapresa una significativa politica di liberalizzazione, che solo verso l'inizio del nuovo decennio si estese anche al sistema politico. Riconfermato in carica Ratsiraka nel marzo 1989, nel 1990 il governo ripristinò infatti il multipartitismo e abolì la censura. Nel maggio 1991 fu sottoposto all'Assemblea Nazionale del Popolo un progetto di revisione della Costituzione, ma ciò non fu sufficiente a fermare la protesta delle opposizioni, riunite nel Comitato delle Forze Vive (FV), presieduto da Albert Zafy. La crisi politica del Madagascar si chiuse ufficialmente il 23 novembre 1991 con l'entrata in funzione dell'Alta Autorità dello Stato, organismo presieduto da Albert Zafy, che, consentendo la permanenza in carica del presidente Ratsiraka, formava un governo provvisorio, guidato da M. Guy Razanamasy. Approvata per referendum nell'agosto 1992 una nuova Costituzione, nel febbraio 1993 si svolsero le elezioni presidenziali, vinte da Zafy. La fase di transizione alla nuova Repubblica si concluse dopo alcuni mesi con l'elezione dell'Assemblea Nazionale e la nomina di Francisque Ravony a primo ministro (agosto 1993). Nel settembre 1995 il risultato di un referendum istituzionale voluto dal presidente Zafy e avversato invece da Ravony di fatto ampliò i poteri del capo dello Stato, riconoscendogli il diritto (prima spettante all'Assemblea Nazionale) di nominare e destituire il primo ministro, ma il presidente malgascio, se era riuscito a spodestare Ravony sostituendolo con Emmanuel Rakotovahiny, dovette fare i conti con l'Assemblea Nazionale. I deputati, infatti, irritati dall'atto con il quale erano stati espropriati dalla più importante prerogativa costituzionale, votarono a larga maggioranza (luglio 1996) la messa sotto accusa di Zafy per attentato alla Costituzione e affidarono l'interim presidenziale al nuovo primo ministro Norbert Ratsirohanana da poco succeduto al dimissionario Rakotovahiny. Nel dicembre 1996, a seguito di nuove elezioni presidenziali, venne rieletto D. Ratsiraka (in carica dal 1975 al 1991) e il suo partito vinse le elezioni legislative del 1998 con la conseguente formazione di un nuovo governo guidato da Tantely Andrianarivo. Nelle elezioni presidenziali del dicembre 2001 Ratsiraka venne sfidato dal sindaco di Antananarivo, Marc Ravalomanana: quest'ultimo, secondo i conteggi ufficiali, ottenne più voti del presidente uscente. Ratsiraka chiese un secondo turno di ballottaggio, mentre Ravalomanana si autoproclamava presidente della Repubblica alla fine di febbraio 2002. Forte dell'appoggio della popolazione della capitale, Ravalomanana s'insediò al palazzo presidenziale e nominò un nuovo governo. Ratsiraka fu costretto a lasciare Antananarivo. Nell'aprile 2002 la Corte Costituzionale proclamò Ravalomanana presidente, legittimando così il contestato risultato elettorale del dicembre 2001. Dopo il riconoscimento internazionale (in particolare di USA e Francia) il presidente Ravalomanana ordinò all'esercito di occupare Tamatave, l'ultima roccaforte dell'ex presidente D. Ratsiraka: la città si consegnò all'esercito regolare senza opporre resistenza e Ratsiraka si rifugiò in Francia. Nel 2003 Ravalomanana decise di introdurre, come moneta nazionale, l'ariary, che sostituì il franco malgascio. Con le consultazioni presidenziali del 2006 Ravalomanana venne riconfermato con il 54,.8% dei voti. Nel marzo del 2009 un colpo di stato interrompeva la legislatura di Ravalomanana: Andry Rajoelina veniva proclamato presidente dell'Alta Autorità di Transizione e scioglieva il parlamento. Il Madagascar veniva così sospeso dall'Unione Africana e il colpo di stato condannato dalle maggiori organizzazioni internazionali. In novembre il presidente A. Rajoelina e il deposto M. Ravalomanana firmavano un accordo ad Addis Abeba per la creazione di un governo di unità nazionale e nuove elezioni, ma nel 2010 l'ex presidente Ravalomanana veniva condannato all'ergastolo per aver ordinato all'esercito di sparare sui manifestanti (febbraio 2009). Nel 2013 veniva eletto presidente Hery Rajaonarimampianina.

Cultura: generalità

Ogni area dell'isola ha un'architettura e uno stile architettonico definito; le abitazioni lungo la costa sono costruite con materiali leggeri che si trovano sul posto, compresi fibre di palma e di piante grasse. La casa tipica dei merina è una struttura alta e stretta, con finestre piccole e colonne di mattoni che sorreggono la veranda anteriore. I betsileo abbelliscono le loro case con sculture in legno. L'arte tessile ha una parte molto importante nella vita quotidiana, anche perché si crede che i tessuti abbiano in certi casi poteri soprannaturali. I merina utilizzano un filo di seta naturale particolare per tessere panni chiamati lamba mena (seta rossa). Questi tessuti, tinti in vari colori, sono indossati dall'aristocrazia e vengono utilizzati anche per le cerimonie funebri. La musica tradizonale ha ricevuto influssi anche da oltreoceano: la salegy dei sakalava risente di influenze keniote e indonesiane; la sigaoma è simile alla musica sudafricana; la tsapika è tipica della regione meridionale, mentre la watsa watsa ha una chiara derivazione africana. Se si eccettua eventi speciali come il Donia Festival a Nosy Be, che si tiene per una settimana nel mese di giugno, la musica tradizionale è difficile da ascoltare ed è limitata alle aree rurali; dovunque invece si sentono ritmi più occidentali, un misto di ritmi hip-hop e rap. Legato ai riti tradizionali è la festa detta Famadihana, o "rovesciamento delle ossa": in questa occasione, che cade tra giugno e settembre, di disseppelliscono i morti, si parla con loro e si esumano nuovamente con un nuovo sudario. Il riso è la base dell'alimentazione, tanto che viene considerato già un pasto di per sé; viene accompagato da verdure oppure da carne di pollo o di anatra; l'alternativa può essere una sorta di zuppa cinese, fatta con i tipici spaghetti cinesi con pesce, pollo o verdure, che denota un chiaro influsso asiatico; nelle aree rurali più povere il riso si accompagna a manioca o mais. La carne di zebù è quella più amata, e viene cotta sotto forma di bistecca, così come molto consumato è il pesce in tutte le sue versioni. Diretta derivazione francese è la straordinaria varietà di dolci e pasticceria. L'unico sito culturale patrimonio dell'umanità dell'UNESCO è l'area della collina di Ambohimanga (2001); qui è ubicata la città reale del regno omonimo, con sepolture e luoghi di culto. Si tratta di un importante punto di riferimento per l'identità nazionale malgascia, frequentato ancora oggi fin dal sec. XVI.

Cultura: letteratura

La letteratura in lingua malgascia è stata, prima della penetrazione europea, eminentemente orale, originando una vera cultura nazionale. Il prestigio conferito alla parola-immagine, ritmata, ha fatto della poesia una specie d'incantesimo, dal quale non è mai disgiunto un fine utilitaristico: captare la realtà per agire su di essa. Quando non è ispirata da circostanze precise, la poesia si perde in fantasticherie che rivelano le sue origini asiatiche. Tale produzione letteraria si configura nei seguenti generi: Hain-Teny, o parole dotte, poesia a canti alterni che sussiste ancora, senza l'accompagnamento musicale che la sosteneva sotto forma di duelli oratori; Kabary, o proclamazioni reali, che tramandano nella forma più alta e rigorosa dell'eloquenza nazionale il testamento delle generazioni passate; Ohabolana, o libri sapienziali; Angano, racconti favolosi e miti cosmologici; Velatri, o preghiere; Tangehitri, o favole e indovinelli; Tsireko, canzoni mortuarie; Atsa, canzoni con accompagnamento di tamburo. Esisteva, inoltre, un genere intermedio fra il romanzo e il teatro, i cui dialoghi romanzeschi venivano recitati, cantati e danzati da attori-cantori ambulanti, detti mpilalao. Dopo la penetrazione europea appare, nel 1866, il primo giornale in lingua vernacolare, Teni Soa (La buona parola). Nasce il giornalismo e una letteratura scritta in lingua malgascia, fra cui spiccano gli Hain-Teny di Ingahiba Rainitovo, e i romanzi sentimentali ed edificanti di Rabary (1864-1947). Ma soprattutto il teatro ha beneficiato delle forme e delle tecniche occidentali. È sorto così il Kaonseritra, genere ibrido fra il music-hall e l'oratorio. All'inizio del secolo appaiono le prime opere teatrali scritte. Tre nomi illustrano la prima generazione di drammaturghi malgasci: Alexis Rakotobe, Justin Rainizabololona (1861-1938) e Tselatra Rajaonah (1863-1931), seguiti da Dondavitra (1880-1936; alias C. A. Razafimahefa), W. Ravelomodia (1886-1951), R. Andrianjafy (1888-1917), Jasmina Ratsimiseta (1890-1946), N. Rabemanantsoa (1892-1944), Charlotte Razafiniaina (1894-?), prima romanziera malgascia, e soprattutto Arthur Razakarivony (1897-1965), che, sotto lo pseudonimo di Rodlish, ha conferito al teatro una nuova dimensione volgendolo all'analisi psicologica e sociale. La colonizzazione francese ha inferto un rude colpo alla letteratura vernacolare scritta. Il grande poeta J. J. Rabéarivelo (1903-1937), pur rimanendo bilingue e fedele al genio nazionale, esprime già la fusione di due culture, più evidente nella poesia e nei drammi epico-lirici di J. Rabémananjara, più sfumata in Flavien Ranaivo. Il poeta più popolare è, forse, Havana-Ramonontoanina; quello che ha più subito le influenze straniere, e in particolare del movimento della négritude, è Thomas Rahandra. Il romanzo esalta le virtù degli avi e il senso del dovere (A. Rina), o il valore morale individuale contro i pregiudizi di casta. Fra i romanzieri più noti si ricordano C. Rajœlisolo e M. F. Robinary. La fondazione dell'Accademia Malgascia (1902) ha contribuito a creare un centro intellettuale e a salvaguardare il patrimonio culturale, formando un legame fra passato e presente, dando luogo a un'importante serie di studi storico-etnografici. Già prima della penetrazione francese, Rabézandrina aveva raccolto in una vasta opera i costumi ancestrali. Sulla sua via si sono posti Razafimino (1887-1930), con una storia delle religioni locali, Razafintsalama (1885-1963), con opere di linguistica, e Ratreina per la filosofia comparata. Gli organi della nuova generazione di intellettuali sono la rivista Antso, creata da F. Randriamanana e P. Ramonasé, e Jarivo, a cui collaborano J. Rakotoniaïny, Fredy-Rajaoféra, Rajaonah e P. Rajaobélina. Essi esprimono la necessità di creare una cultura moderna ma fedele alle tradizioni malgasce. Dopo un periodo di crisi, la letteratura conosce una nuova fioritura negli anni Ottanta del sec. XX e rivela due tendenze. La prima esalta il nuovo regime e tratta con ottimismo temi generali e universali, in poesie, romanzi e opere teatrali che non si discostano da strutture formali collaudate. Citiamo: Randriamarozaka, R. Rajemisa-Raolison, C. Rafenomanjato, R. D. Andriamiharisoa, R. Wilson, S. A. Ravoaja, J. Rakotondradany. La seconda sconvolge le strutture stilistiche, i nessi cronologici, dà libero corso a una fantasia sfrenata e visionaria, disarticola il linguaggio, evidenzia un profondo tormento interiore e una crisi sociale, smitizza tabù e tradizioni, denuncia con violenza e sarcasmo i mali della società e presenta una visione pessimistica del reale. Fra i molti poeti, romanzieri e autori teatrali si segnalano: N. Randriamirado, D. Jaomanoro, M. Rakotoson, N. Rabeorizafi, Bao Ralambo, B. Andrianabolo, A. Ravoson, C. Ramanantsoa, Plibiche. La commemorazione del 50° anniversario della morte del grande poeta Rabéarivelo, nel 1987, ha offerto l'occasione di una riscoperta della ricchezza della sua opera e ha dato nuovo impulso alla letteratura nazionale. La sua lezione è stata ripresa da Flavien Ranaivo e Lucien-Xavier Andrianarahinjaka. La popolarità di Rabéarivelo aveva già comunque conosciuto un rilancio grazie al movimento Les Fruits du Terroir che voleva far riemergere le basi della cultura malgascia; alcuni testi poetici del grande autore erano poi stati tradotti in musica. Il francese letterario del Madagascar presenta poche divergenze rispetto al francese standard. Se gli autori citati scrivono nella lingua nazionale oltre che in francese, restano numerosi quelli che si limitano al solo uso di questo e che fanno parte delle classi sociali più alte. C'è anche una ragione di pubblico che può motivare la scelta: la diffusione in ambito internazionale è facilitata da una comunicazione in francese. I temi prediletti dagli autori malgasci sono comunque legati alla gente del Paese ritratta in tutte le sue sfaccettature. Più del romanzo è fiorita la poesia, che ha trovato nuove forme espressive con D. Jaomanora, M. Ravoniandra e M. Rakotoson. Quest'ultima, anche romanziera, si è imposta con Dadabé (1984), in cui ripercorre la sua infanzia e Le bain des reliques (1988). Toni improntati all'ottimismo in Le pétale écarlate (1990) di C. Rafenomanjato. Impossibile, nel complesso, inserire il romanzo malgascio nel quadro della generale produzione africana. Si caratterizza per un insieme di individualità ciascuna con caratteristiche proprie. Grande successo riscuote la novellistica. Vanno ricordati i racconti di J. L. Raharimanana (L’enfant riche, 1990), di N. Raharimanana (Grande-mère, 1991), di S. Rodin (Chien de soleil, 1990) e di J. C. Fota (L’Escale, 1990). Vivace è anche la produzione teatrale. Da ricordare ancora D. Rabezanahary (Tout part en fumée... sauf l’amitié, 1991), (Le prophète et le Président, 1990), H. Randrianierenana (La conférence de presse, 1991). J. L. Raharimamana si dedica a una letteratura di denuncia contro le violenze in Africa con le opere Rêves sous le linceul (1998), sulla guerra civile in Ruanda, e Nour, 1947 (2003); in quest'ultimo romanzo narra della rivolta del 1947, duramente repressa dai francesi.

Cultura: arte

Più che dalla vicina Africa la produzione artistica malgascia è influenzata dal mondo oceaniano (Indonesia, Melanesia, Polinesia). Le arti plastiche si esplicano principalmente negli aloala, snelli pali funerari di legno alti da 2 a 4 m e riccamente decorati a intaglio, scolpiti da gruppi di neri del Madagascar meridionale. Altre manifestazioni artistiche sono rappresentate dalle tombe a gradini e dai tessuti ikat.

Bibliografia

Per la geografia e l'economia

G. Bastian, Madagascar. Ètude géographique et économique, Parigi, 1967; R. Battistini, L'Afrique australe et Madagascar, Parigi, 1967; M. Covell, Madagascar: Politics, Economics and Society, Londra, 1987; G. Duruflé, L'ajustement structurel en Afrique: Sénégal, Côte d'Ivoire, Madagascar, Parigi, 1988; P. Rajoelina, A. Ramelet, Madagascar, la GrandeIle, Parigi, 1989; O. Ramahatra, Madagascar: une économie en phase d'ajustement, Parigi, 1989; P. Verin, Madagascar, Parigi, 1990.

Per la storia

P. Boiteau, Madagascar. Contribution à l'histoire de la nation malgache, Parigi, 1958; O. Hatzefeld, Madagascar, Parigi, 1960; R. Pascal, La République malgache, Parigi, 1965; V. Thompson, R. Adloff, The Malagasy Republic, Stanford, 1965; G. Iannettone, La nazione malgascia, Napoli, 1966; A. Spacensky, Madagascar: cinquante ans de vie politique, Parigi, 1970; H. Deschamps, Histoire de Madagascar, Parigi, 1972; R. Archer, Madagascar depuis 1972: la marche d'une révolution, Parigi, 1976; M. Brown, Madagascar Rediscovered: a History from Early Times to Independence, Londra, 1978; B. A. Gow (a cura di), Madagascar and the Protestant Impact: the Work of the British Missions 1818-1895, Londra, 1979; R. Rabetafika, Réforme fiscal et révolution socialiste à Madagascar, Parigi, 1990.

Per la letteratura

R. Andriamanjato, Le Tsiny et le Tody dans pensée malgache, Parigi, 1957; J. Paulhan, Les Hain-Tenys, Parigi, 1960; R. Decary, Contes et légendes du Sud-Ouest de Madagascar, Parigi, 1964; R. Cornevin, Le théâtre en Afrique Noire et à Madagascar, Parigi, 1970; Autori Vari, Le théâtre malgache, in “La nouvelle critique”, Parigi, 1986.

Per l'arte

E. Leuzinger, Africa Nera, Milano, 1960; M. Urbain-Faublée, L'art malgache, Parigi, 1963.

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