Sicióne

(greco Sikyon-onos), antica città greca del Peloponneso, sulla costa della Corinzia, 20 km a NW di Corinto. Divenne potente sotto la tirannia degli Ortagoridi (640-540 a. C.), fra i quali il più celebre fu Clistene (600-570) che ebbe un notevole ruolo nella prima guerra sacra (592-582). La potenza di Sicione è testimoniata anche dal tesoro che la città costituì a Delfi e a Olimpia. Fece parte della Lega Peloponnesiaca durante le guerre persiane, la guerra del Peloponneso e la guerra corinzia. Dopo Leuttra (371 a. C.) subì l'egemonia tebana e fu occupata da Epaminonda. Fu conquistata e distrutta da Demetrio Poliorcete (303) e fu poi ricostruita non più sul mare, ma nell'entroterra. Alla metà del sec. III a. C. con la Lega Achea si oppose ai Romani ma ne fu sottomessa. § La città antica, di cui è certa l'ampia descrizione di Pausania, occupava l'acropoli e alcune terrazze digradanti verso l'agorà, entro la cerchia di mura in parte conservata. L'aspetto attuale è quello di età ellenistica; al pendio dell'acropoli è addossato il teatro del sec. III a. C., con la scena chiusa posteriormente da un portico. Più in basso, su due terrazze è il ginnasio a pianta quadrata, con peristilio dorico, un tempo ornato da statue di Scopa e del sicionio Lisippo. Nell'agorà, oltre a un tempio, è notevole il bouleutérion ipostilo a pianta quadrata, accanto al quale è un lungo portico a due piani con botteghe. In un avvallamento a N dell'acropoli era lo stadio. In età greca, soprattutto arcaica, Sicione fu sede di importanti scuole di bronzisti e di pittori.

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