Le divinità

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Le credenze religiose dei Maya sono complesse e includono una grande varietà di divinità legate alla natura, al cielo e al mondo sotterraneo. L’Universo maya è rappresentato dalla ceiba, l’Albero Cosmico: al di sopra dell’albero vi è il cielo simboleggiato da un uccello-serpente piumato che regola l’ordine della natura e del cosmo; la corona dell’albero segna il punto di contatto tra gli uomini e gli dèi; all’altezza del tronco si trova la Terra e tutto ciò che investe le vicende umane, mentre le radici affondano nell’Inframondo (xialba), abitato dai nove Signori della Notte. Ai quattro punti cardinali, designati ognuno da un colore (bianco per il nord, giallo per il sud, rosso per l’est e nero per l’ovest) è aggiunto un quinto punto, quello centrale, di colore verde o blu. Secondo il mito fu il dio supremo Hunak-Ku a creare l’universo, ponendo i suoi quattro figli – i Bacab – ai quattro angoli del mondo per sorreggerlo.

Una divinità in particolare è presente dappertutto nell’iconografia religiosa dei Maya ed è il dio Chaac, associato al mais, all’acqua, alla pioggia e all’energia vitale in genere. Chaac è una divinità antropomorfa nata tra i serpenti e i draghi e viene rappresentata come un essere mostruoso dotato di zanne, occhi spiraliformi e un naso ricurvo che somiglia a una proboscide, da cui il nome “il dio dal naso lungo”. Talvolta regge tra le mani una torcia, simbolo di siccità, oppure un’ascia, simbolo del fulmine, e per scongiurare le carestie al dio venivano offerti sacrifici di sangue. Le maschere inquietanti di Chaac si trovano scolpite dovunque e a grande profusione sui templi e sulle facciate dei palazzi, specie nei centri cerimoniali delle “terre calde”, nello Yucatán e nel Campeche, dove le piramidi e i palazzi dei sovrani maya emergono dalla foresta color smeraldo come gemme abbandonate dagli dèi.