Palenque

palazzi-foresta-palenque

Nella regione del Chiapas, nell’umida e impenetrabile foresta che qui regna sovrana, sorge la città di Palenque, sublime esempio dell’architettura maya di epoca Classica, paragonabile soltanto ai centri monumentali di Tikal in Guatemala e di Copán in Honduras. Grandiosa doveva apparire Palenque al tempo del suo massimo splendore, con le piramidi dipinte di rosso avvolte dal verde cupo della vegetazione tropicale che a tutt’oggi copre ancora gran parte della città che anticamente si estendeva per 15 chilometri quadrati. Gli edifici piú importanti, come il Gruppo della Croce, il Tempio delle Iscrizioni e il Palazzo, risalgono tutti alla metà del VII e all’inizio dell’VIII secolo, quando il regno era guidato dal sovrano Kin Pacal (615-683 d.C.) e da suo figlio Chan Bahlum (683-702 d.C.). La storia di Palenque è scritta sulle pietre dei suoi monumenti in forma di rilievi, di stucchi o di glifi, mentre l’architettura stessa si eleva a testimone del pensiero maya: il mondo dei mortali è rappresentato dal Palazzo e l’universo degli dèi dai templi del Gruppo della Croce, mentre la Piramide delle Iscrizioni è il luogo dove l’uomo si fa dio.

Le pareti interne del Tempio delle Iscrizioni recano piú di 600 glifi che illustrano 150 anni della dinastia regnante tra il VII e l’VIII secolo e che vennero decifrati nel 1958 dall’epigrafista Heinrich Berlin che riuscí a individuare i cosiddetti “glifi emblematici” (glifi che indicano i nomi di sovrani e di città e che possono paragonarsi ai cartigli egiziani). Negli anni Cinquanta venne inoltre svelato un altro mistero: la Piramide celava nelle sue viscere il sepolcro di un grande sovrano (forse Kin Pacal) che qui riposava insieme al suo tesoro di giada. La scoperta fu fondamentale per la conoscenza del mondo maya, poiché fino ad allora si era creduto che le piramidi fossero soltanto edifici di culto e non anche monumenti funebri che nascondevano tombe.