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  • Due poesie di Mörike

Due poesie di Mörike

A mezzanotte

Calma salì la notte alla campagna;

si abbandona ai declivi, trasognata,

i grandi occhi contemplano la dorata bilancia

del tempo riposare, esatta.

E più fervide scrosciano le fonti

in segreto all'orecchio

della Gran madre Notte celebrando

il giorno,

il giorno trascorso.

L'antica, la remota ninnananna –

ella non cura, ne è stanca;

a lei più dolce suona il tenue azzurro ancora,

il giogo ben librato delle ore fugaci.

Pure le fonti serbano la parola,

celebrano le acque anche nel sonno

il giorno,

il giorno trascorso.

A primavera

Qui disteso sul colle, a primavera,

la nuvola m'è ala,

un uccello mi guida.

Ah, dimmi, unico amore,

dove sei tu, ch'io ti rimanga accanto!

Ma, come i venti, tu non hai dimora.

S'apre il mio cuore come girasole

e si gonfia bramoso e si dilata

in amore e speranza.

Che vuoi da me, primavera?

Quando avrò pace?

Le nuvole vagare vedo, e il fiume:

il bacio d'oro del sole

mi penetra nel sangue più profondo.

Ebbre di meraviglia le pupille

socchiuse quasi per torpore – solo

l'orecchio origlia ancora un ronzo d'ape.

Perduto nei miei sogni

mi stringe nostalgia non so di che,

e non è voluttà, non è lamento.

O cuore, dimmi tu

quali ricordi intessi

nel crepuscolo verdeoro dei rami! –

Giorni antichi, indicibili...

Traduzione italiana di Cristina Campo, in C. Campo, La tigre assenza, a cura e con una nota di Margherita Pieracci Harwell, Adelphi, Milano 1991.