I Comuni, le Signorie e il Principato

Dalle Signorie ai Principati

Divenuti padroni delle città e del contado i signori ottennero poi anche il titolo per governare legittimamente, titolo che fu conferito dall'imperatore o dal papa così che i Visconti divennero duchi di Milano, i Gonzaga di Mantova, gli Estensi di Ferrara e i Medici di Firenze. Dalla Signoria si era ormai passati al Principato. A partire dalla fine del '300 e per tutto il XV sec. protagonisti della vita italiana furono 5 grandi Stati regionali: il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Firenze, lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli. Gian Galeazzo Visconti prese il potere a Milano nel 1385 e ricominciò la politica espansionistica. Ricevuto dall'imperatore Venceslao il titolo di duca di Milano nel 1395, tra il 1399 e il 1402 conquistò Pisa, Assisi, Siena, Spoleto, Perugia e Bologna. Alla sua morte tutte le conquiste svanirono e i domini originari, prima divisi tra i figli, furono poi riunificati dal figlio Filippo Maria (1412-1447). Tutti gli Stati regionali italiani furono coinvolti nella lotta per il potere sul Regno di Napoli, conteso da Angioini e Aragonesi. Il Visconti, dapprima alleato dei d'Angiò, si unì poi, schierandosi contro Venezia, Firenze, il papa e Francesco Sforza (signore di un territorio nelle Marche), ad Alfonso d'Aragona, dopo averlo vinto nel 1442. Alla morte di Filippo Maria molti territori si resero indipendenti e Venezia occupò Lodi e Piacenza: Milano fece allora ricorso a Francesco Sforza che nel 1450 ne divenne signore. Firenze, preoccupata dall'espansione veneziana si alleò, con Milano, Venezia con Alfonso d'Aragona. La lotta si protrasse a lungo, fino a quando nel 1454 lo Sforza e Venezia stipularono la Pace di Lodi (Venezia tenne Bergamo e Brescia e ottenne Crema) alla quale seguì la formazione di una Lega Italica che avrebbe dovuto garantire pace alla penisola. A Firenze, città protagonista dell'opposizione antiviscontea e poi antiveneziana, dopo il fallimento del governo dei ciompi, alle grandi famiglie plutocratiche si oppose quella dei Medici (al potere dal 1434 con Cosimo), sostenitrice della media borghesia mercantile e artigianale. Nel 1469 il potere passò nelle mani dei nipoti di Cosimo, Lorenzo e Giuliano. Lorenzo accentrò il dominio fiorentino in Toscana e dovette affrontare una congiura ordita dalle maggiori casate fiorentine guidate dai Pazzi (1478) e appoggiata dal papa, che fallì per opera del popolo favorevole ai Medici. Lorenzo affermò il suo prestigio tra il 1485 e il 1492 periodo in cui fu l'ago della bilancia dell'equilibrio italiano grazie all'alleanza con Milano e Napoli. A Milano, dopo un periodo di crisi interna, Ludovico Sforza detto il Moro, assunse la tutela del nipote Gian Galeazzo (1480), erede del Ducato, al quale fece sposare la nipote di Ferrante d'Aragona, re di Napoli (1489).