La formazione delle monarchie nazionali

L'Inghilterra

Lo sviluppo della monarchia in Inghilterra va fatto risalire al tempo della conquista normanna di Guglielmo il Conquistatore (1066). Guglielmo portò il sistema feudale in Inghilterra, distribuendo terre ai suoi seguaci insieme a poteri giudiziari e amministrativi. Il sovrano mantenne però sempre per sé una certa quantità di terre in modo da avere un potere superiore a quello dei feudatari. Enrico I (1100-1135) istituì giudici itineranti e affidò l'amministrazione finanziaria a uno speciale “ministero” detto scacchiere. Alla morte di Enrico l'unica erede era la figlia Matilde che aveva sposato Goffredo Plantageneto conte d'Angiò. I baroni inglesi si opposero alla sua candidatura al trono ed elessero Stefano di Blois, un parente di Guglielmo il Conquistatore. Il trono passò ai Plantageneti alla sua morte (1141), quando salì al trono Enrico II Plantageneto (1154-1189), figlio di Matilde. Enrico dovette lottare con la Chiesa che si opponeva al fatto che anche i chierici fossero giudicati da tribunali laici. Questa lotta terminò con l'assassinio di Tommaso Becket, cancelliere del sovrano e arcivescovo di Canterbury, poi primate d'Inghilterra. Becket si era infatti opposto alle Costituzioni di Clarendon con cui il sovrano rivendicava il controllo sulla nomina di vescovi e abati e fu ucciso da alcuni cavalieri che pensavano di compiere azione gradita al re. Ma l'opinione pubblica lo riconobbe come un martire. Enrico II uscì sconfitto dal confronto con la Chiesa e dovette abrogare molte delle disposizioni di Clarendon. Sotto il regno di suo figlio Riccardo Cuor di Leone (1189-1199) l'Inghilterra lottò contro la Francia e partecipò alla terza crociata, per cui fu necessario il reperimento di fondi in denaro che raccolse aumentando il carico fiscale. Il suo successore Giovanni Senza Terra (1199-1216) ereditò quindi una pesante situazione, aggravata dal protrarsi della guerra contro la Francia e dalla perdita di alcuni territori. Nel 1215 i baroni si ribellarono e il sovrano fu costretto a concedere la Magna Charta Libertatum, con cui si impegnò a rispettare i diritti di vescovi, conti, baroni, soldati e mercanti; a non incarcerare nessun uomo libero che non fosse stato prima condannato da un tribunale di suoi pari, e a consentire la costituzione di un'assemblea di rappresentanti dei nobili, il Consiglio Comune, a cui la monarchia stessa contrappose nel 1265 un'assemblea di ceti cittadini. Si costituì così il primo parlamento bicamerale. Sotto i successori di Giovanni continuò il conflitto con i baroni ed Edoardo I (1272-1307) dovette impegnarsi a convocare annualmente l'assemblea dei nobili. La dinastia dei Plantageneti terminò con la deposizione di Riccardo II da parte della feudalità, al quale fu sostituito Enrico IV di Bolingbroke che diede inizio alla dinastia dei Lancaster. Quando re Enrico VI diede segni di pazzia, fu nominato “protettore del Regno” Riccardo di York. Per trent'anni l'Inghilterra fu allora dilaniata dalla “Guerra delle due rose” (così detta perché entrambe le casate in lotta avevano come simbolo una rosa) tra le opposte fazioni dei Lancaster e degli York. Il contrasto terminò con la vittoria degli York nel 1471, ma già nel 1461 era stato proclamato re Edoardo IV di York. Alla sua morte, dopo contrasti interni, salì al trono Enrico Tudor, ultimo discendente dei Lancaster che diede inizio alla dinastia Tudor.