La formazione delle monarchie nazionali

Le grandi monarchie: la Francia

Il processo accentratore fu avviato in Francia da Ugo Capeto, capostipite della dinastia capetingia. La resistenza delle grandi famiglie feudali fu devastata da Luigi VI (1108-1137) alleatosi con i contadini e i borghesi. Filippo II Augusto (1180-1233) creò le prime strutture burocratiche (i baglivi o siniscalchi, uomini borghesi esperti di legge e amministrazione, furono i suoi rappresentanti locali) e promosse le autonomie comunali per indebolire ulteriormente il potere feudale. Cominciò la guerra contro i Plantageneti inglesi per recuperare i feudi francesi conquistati da Enrico II, conclusasi con la vittoria su Giovanni Senza Terra e l'alleato Ottone di Brunswick. L'affermazione europea della Francia giunse a compimento con Luigi IX (1226-1270) che concordò una pace con l'Inghilterra, contenne le pretese ecclesiastiche, creò dei tribunali regi per i quali stipendiò dei giuristi borghesi e articolò l'amministrazione centrale in tre organi: il Consiglio del re (organo di governo), il Parlamento (corte giudiziaria) e la Chambre des compts (corte dei conti adibita al controllo amministrativo). La piena maturazione del processo monarchico si ebbe con Filippo IV il Bello (1285-1324). Gli Stati Generali da lui creati non furono una limitazione al suo potere ma uno strumento per ottenere un maggiore consenso. Una battuta d'arresto nel processo di sviluppo fu causata dalla Guerra dei Cent'anni combattuta tra Inglesi e Francesi tra il 1337 e il 1453. Quando con Carlo IV (1322-1328) si estinse il ramo primogenito dei Capetingi, Edoardo II d'Inghilterra, nipote di Filippo il Bello, avanzò le sue pretese al trono. I Francesi invece elessero re Filippo VI di Valois appartenente a un ramo collaterale dei Capetingi. Oltre al motivo dinastico, all'origine del conflitto vi furono anche motivazioni economiche, cioè l'estensione dei mercati inglesi sulle Fiandre e sul Bordolese. Dopo la vittoria di Azincourt nel 1415 Enrico V d'Inghilterra ottenne da Carlo VI il diritto alla successione (Trattato di Troyes) al trono di Francia. Enrico VI Plantageneto nel 1431 ricevette, oltre a quella inglese, la corona del Regno di Francia mentre il figlio di Carlo VI, che una parte dei Francesi riteneva erede legittimo, si rifugiò a Bourges. Le vicende della guerra furono lunghe e complesse, intervallate da periodi di pace, da lotte interne e da sollevazioni contadine (dette jacquerie, dal corto vestito - jacque - che portavano i rivoltosi). La Francia, dopo aver perso la parte sudoccidentale con la Pace di Brétigny (1360), si risollevò grazie a Carlo V (1364-1380), che ricostituì l'esercito francese, e all'azione di una giovane donna, Giovanna d'Arco, che si mise alla testa dei soldati guidandoli alla riscossa e spinse il Delfino di Francia a farsi consacrare re col nome di Carlo VII (1429). Gli Inglesi reagirono catturando Giovanna d'Arco e facendola bruciare sul rogo come eretica. Carlo VII continuò però la lotta fino alla cacciata definitiva degli Inglesi ai quali rimase solo il possesso di Calais. Uscita dalla Guerra dei Cent'anni, la monarchia francese si trovò ancora una volta a dover affrontare la resistenza feudale, domata da Luigi XI (1461-1483), ma soprattutto la potenza del duca di Borgogna Carlo il Temerario, imparentato con l'inglese Edoardo IV di York. Quando gli York stabilizzarono il loro potere nel 1471, Carlo, con l'aiuto degli Inglesi, sperò di poter conquistare l'Alsazia e la Lorena. Luigi XI pensò di far sposare il figlio (il futuro Carlo VIII) con la figlia del Temerario che però preferì Massimiliano d'Absburgo a cui portò in dote le Fiandre e la Franca Contea. Alla morte del Temerario il sovrano ottenne la Piccardia e la Borgogna poi, con ulteriori combinazioni dinastiche o confische, i feudi dell'Angiò, della Provenza e del Berry.