L'Europa nella seconda metà del Cinquecento

Gli Asburgo di Spagna: Filippo II

Filippo II (1556-98) era stato allevato in un clima di rigido e austero Cattolicesimo. Reggente di Spagna (1543), sposò in prime nozze Maria Emanuela del Portogallo, dalla quale ebbe don Carlos; poi Maria Tudor, regina d'Inghilterra; Elisabetta di Valois e infine Anna d'Austria che gli diede cinque figli, dei quali il solo Filippo III gli sopravvisse. Filippo II estese a tutti i suoi domini il sistema castigliano, secondo una visione centralistica dello Stato che voleva il trasferimento della capitale a Madrid (1561) e la costruzione dell'Escorial, sua residenza dal 1584. Governò con l'aiuto dei Consigli (ai preesistenti fuono aggiunti il Consiglio d'Italia, 1559; quello del Portogallo, 1582, e delle Fiandre, 1588) che rispondevano direttamente a lui e sovrintendevano a ogni settore della vita dello Stato. L'intensa lotta in difesa dell'ortodossia cattolica provocò l'annientamento dei protestanti, ma anche il controllo della corona sulle nomine vescovili, i benefici, l'istruzione del clero, ponendo spesso pesanti condizionamenti al Papato. Nei confronti di ebrei e moriscos promosse una politica di conversioni forzate e di persecuzioni. In politica estera continuò il movimento espansivo nella penisola iberica che culminò con l'unione personale del Portogallo alla corona spagnola (1580). Con gli accordi siglati nella Pace di Cateau-Cambrésis rafforzò il controllo spagnolo sulla penisola italiana. La vittoria di Lepanto contro i Turchi (1571) garantì la sicurezza sulle rotte commerciali del Mediterraneo meridionale. Filippo II intervenne anche nelle guerre di religione in Francia alleandosi con i cattolici contro Enrico di Borbone.