La rivoluzione scientifica e l'evoluzione del pensiero politico

I sostenitori dell'Assolutismo

Non tutti i pensatori si schierarono contro l’assolutismo: in Francia Jean Bodin e in Inghilterra Thomas Hobbes sostennero i diritti e postularono i limiti del potere sovrano. Jean Bodin (1530-96), coinvolto nelle controversie politico-religiose del suo tempo, nella sua opera I sei libri della Repubblica (1576), sostenne l’esigenza di una politica di tolleranza fondata sull’assolutismo regio. Nel pensiero di Bodin il re, in quanto posto al di sopra di ogni setta religiosa o partito politico e dunque sovrano assoluto sciolto da ogni autorità o legittimazione di terzi, diveniva massimo garante della pace, dell’ordine e dell’unità nazionale, quindi dell’esistenza stessa dello Stato. Thomas Hobbes (1588-1679), vissuto durante il difficile periodo della prima Rivoluzione inglese, godette della protezione di Carlo II. Il suo pensiero era sostanzialmente materialista, razionalista e meccanicista: l’uomo, nello stato di natura, opera come un meccanismo volto all’autoconservazione, in un’inevitabile lotta generale per la sopravvivenza. L’unica via di uscita è quella data dalla razionalità che conduce gli individui ad accordarsi per delegare tutto il potere politico allo Stato (paragonato al Leviatano biblico, da qui il nome Leviathan dato a una delle maggiori opere), impersonato da un monarca che, grazie al suo potere assoluto sui sudditi, garantisce la pace interna e la difesa verso l’esterno.