La rivoluzione scientifica e l'evoluzione del pensiero politico

La rivoluzione scientifica

Tra XVI e XVII sec. cambiò profondamente il modo di affrontare la conoscenza del mondo naturale. Le scoperte astronomiche, mediche, fisiche e le innovazioni del metodo filosofico si collegarono a uno spirito nuovo che scalzò la dogmatica scolastica in nome del metodo sperimentale e della libera e autonoma ricerca, del progresso della conoscenza, con straordinarie implicazioni culturali, religiose e tecnologiche. L'avvio è possibile rintracciarlo nella rivoluzione copernicana che scosse profondamente la cultura europea e influenzò nel XVII sec. il pensiero di Galileo Galilei, di Newton e di Keplero. Copernico (1473-1543), nel suo De revolutionibus orbium coelestium, espose la teoria eliocentrica secondo la quale la terra e i pianeti si muovono attorno al sole. Galileo (1564-1642), divulgatore delle teorie di Copernico sull'immobilità del sole e sul movimento della terra, fece numerose osservazioni sperimentali su altri pianeti con l'ausilio di un nuovo strumento: il telescopio. Per aver sostenuto la teoria eliocentrica fu processato dal Santo Uffizio, condannato e costretto all'abiura. Il suo caso divenne simbolo dello scontro fra la Chiesa cattolica e la cultura scientifica moderna. L'astronomo tedesco J. Keplero (1571-1630) studiò le orbite planetarie e diffuse la conoscenza delle leggi del moto dei pianeti, oltre al metodo per calcolarne la posizione. Le nuove conoscenze astronomiche permisero allo scienziato inglese Isaac Newton (1642-1727), autore di fondamentali opere in campo matematico, meccanico e ottico, di rivoluzionare la scienza moderna con la scoperta delle leggi della gravitazione universale, da lui espresse in formule matematiche. L'attenzione per le questioni metodologiche e l'importanza attribuita all'osservazione furono alla base dei progressi compiuti dalla medicina. Il belga Andrea Vesalio, grazie alle ricerche anatomiche svolte sui cadaveri dei soldati, mise in discussione alcuni principi stabiliti a priori dal modello aristotelico e li sostituì con l'osservazione anatomica della figura umana. L'anatomista inglese W. Harley (1578-1657) scoprì la circolazione del sangue; furono poste le basi della clinica (ovvero lo studio della malattia al letto del malato) e dello studio dell'anatomia patologica.