Aureliano, Lùcio Domìzio

(latino Lucíus Domitíus Aureliānus), imperatore romano (Sirmio, Pannonia, 214-presso Bisanzio 275). Nato da umile famiglia, percorse uno per uno i gradi dell'esercito romano. Acclamato imperatore dai suoi soldati nel 270, combatté vittoriosamente i Vandali in Pannonia, gli Alamanni e gli Iutungi in Italia; detronizzò Zenobia, regina di Palmira, e il figlio Vaballato, che si erano ribellati a Roma, distruggendone la splendida città; ristabilì l'ordine romano in Egitto; sottomise il ribelle Esuvio Tetrico in Gallia; batté sul Danubio i Goti, ai quali però abbandonò la provincia della Dacia. Nel campo delle riforme, ridusse il potere del Senato, incrementò le distribuzioni alimentari, recinse Roma di una possente cerchia di mura comprendente dieci colli, della quale sopravvivono imponenti avanzi (Mura Aureliane); riformò l'amministrazione provinciale; risanò le finanze; predispose nuove emissioni monetarie; affermò il culto solare col quale volle identificarsi, cingendo per primo, alla maniera orientale, il diadema radiato, quale deus et dominus, mirando con ciò a conciliare i vari culti pagani. Per tante imprese compiute e riforme operate fu onorato col titolo di restitutor imperii. Morì assassinato per gli intrighi di Mnesteo, un suo segretario accusato di malversazione.

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