Bagnacavallo

Indice

comune in provincia di Ravenna (20 km), 11 m s.m., 79,52 km², 16.687 ab. (bagnacavallesi), patrono: san Michele (29 settembre).

Cittadina nella pianura fra il torrente Senio e il fiume Lamone. Di origini antiche, ebbe diverse denominazioni, una delle quali è attestata in un documento del 1059 (Castrum Caballi). Feudo dei conti Malvicini prima e dei Malabocca poi (sec. XI-XIII), passò ai bolognesi (1256), ai conti di Cunio (1277) e ai Manfredi di Faenza (1329) che la cinsero di mura e vi eressero un castello. La Chiesa ne entrò in possesso e papa Gregorio XI nel 1375 la cedette al capitano di ventura John Hawkwood detto “l'Acuto”. Passata a Niccolò II d'Este (1381) e ai da Polenta (1394), dopo alterne vicende ritornò allo Stato Pontificio nel 1598.§ Il centro storico conserva il caratteristico impianto medievale con il Palazzo Vecchio e la Torre Civica (sec. XIII), portici cui si affiancano palazzi nobiliari e ricche case borghesi; la collegiata di San Michele (sec. XV, rimaneggiata nei sec. XVI-XVII) conserva un coro ligneo e un organo del sec. XVII. Del 1758 è la realizzazione urbanistica della piazza Nuova, di forma ellittica con porticato. Il Teatro Goldoni è del 1845. Nei dintorni sorge la pieve di San Pietro in Sylvis, esempio di architettura derivata dall'arte ravennate (sec. VII, poi rimaneggiata).§ L'economia si basa in prevalenza sull'agricoltura con frumento, mais, frutta e uva da vino (soprattutto trebbiano); attivi anche il commercio di frutta e ortaggi e l'industria nei settori alimentare (lavorazione e conservazione della frutta), calzaturiero, dell'abbigliamento, dei detergenti, delle piastrelle, dei manufatti in cemento, della carpenteria metallica e del trattamento degli idrocarburi. Si fabbricano artigianalmente oggetti intrecciati in canna ed erbe palustri.

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