comune in provincia di Sassari (54 km), 508 m s.m., 149,55 km², 4106 ab. (bonorvesi), patrono: Natività di Maria Vergine (8 settembre).

Generalità

Centro del Logudoro, situato sul ciglio settentrionale dell'altopiano della Campeda, comunemente detto Su Monte; di grande interesse è il territorio circostante, ricco di testimonianze preistoriche e protostoriche.

Storia

Il territorio, fittamente popolato in epoca nuragica, fece parte nel Medioevo della curatoria di Costavalle, compresa nel Giudicato di Torres (sec. XI). Possedimento dei Doria dopo la fine del giudicato (1255), passò poi agli Aragonesi. Sotto la dominazione spagnola fu eretto a contea e infeudato ai Ledà (1630); passò poi agli Amat-Sanjust fino all'abolizione del regime feudale (1839).

Arte

Il borgo si stringe intorno alla parrocchiale della Natività di Maria, un edificio secentesco, nella cui facciata si mescolano elementi stilistici di varia provenienza, affiancato da uno slanciato campanile di forme gotico-aragonesi. Il Museo Civico Archeologico, allestito nei locali dell'ex convento annesso alla chiesa di Sant'Antonio di Padova, conserva reperti provenienti dai diversi siti archeologici presenti sul territorio.

Economia

L'agricoltura produce cereali, ortaggi e uva da vino. Si pratica l'allevamento di ovini, caprini, suini ed equini. L'industria opera nei settori alimentare (formaggi, salumi e prodotti da forno), dei materiali da costruzione, dell'imbottigliamento delle acque minerali e della lavorazione del legno, del sughero, dei metalli e delle pietre; è fiorente l'artigianato dei tappeti.

Dintorni

Sull'altopiano di Su Monte sono gli imponenti resti di una fortificazione nuragica, eretta nel sec. V a. C. per contrastare l'avanzata cartaginese. Suggestivo è il piccolo borgo di Rebeccu, capoluogo nel Medioevo della curatoria di Costavalle e decaduto in seguito allo sviluppo di Bonorva; raccolto sulla sommità di un alto sperone calcareo, è pressoché disabitato per la gran parte dell'anno, ma durante l'estate le sue caratteristiche viuzze, scavate direttamente nella roccia, si animano di villeggianti attratti. La necropoli di Sant'Andrea Priu (2400-1800 a. C.) è composta da venti tombe a ipogeo intercomunicanti, tra cui un grande locale di 250 m² detto la “Tomba del Capo”, composto di diversi ambienti; a dominio della rupe che ospita la necropoli è una scultura alta 2 m, ricavata da una roccia che affiora dal terreno, raffigurante un toro.

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