Dell'Abate, Niccolò

pittore italiano (Modena 1512-Fontainebleau 1571). Formatosi alla scuola di A. Begarelli, allora famoso a Modena, già nel 1530 ricevette l'incarico di eseguire l'affresco per la tomba di Antonio Populier (Bologna, S. Lorenzo di porta Stiera); nel 1537 lavorò per le Beccherie di Modena assieme ad A. Fontana. Intorno al 1540 iniziò a dipingere il ciclo di affreschi di Scandiano, su soggetti tratti dall'Eneide (ora alla Galleria Estense di Modena), in cui appare già completamente padrone della tecnica dell'affresco rivelando le sue qualità di colorista e di narratore, abile nel comporre e variare i motivi, segnando così una tappa importante nella decorazione cinquecentesca. Tra il 1546 e il 1547 dipinse gli affreschi nella Sala dei Conservatori del Palazzo Pubblico di Modena (assieme al Fontana) e la pala maggiore della chiesa dei Padri benedettini (oggi perduta). Si trasferì quindi per cinque anni a Bologna, dove l'influenza del Parmigianino fu determinante. Nelle dimore bolognesi (palazzo Tofanini, palazzo Leoni, palazzo Poggi) si affermò definitivamente come decoratore. Nel 1552 si recò alla corte di Fontainebleau su invito di Enrico II. Qui lavorò insieme con il Primaticcio per quasi vent'anni e affrescò numerose sale del palazzo (la Sala da Ballo, 1552-56). Lavorò anche nell'ambito delle arti applicate (disegni per gli smalti della Sainte-Chapelle al Louvre, 1553). La sola sua opera documentata con certezza sono gli apparati per l'entrata di Carlo IX a Parigi (1571), ciclo che rivela soluzioni originali e squisite, con un'intensità narrativa e pittorica che assegna all'artista un ruolo importante nella diffusione del manierismo italiano.

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