Generalità

Popolazione asiatica stanziata nella Cambogia e nelle regioni orientali della Thailandia e del Laos meridionale. I Khmer, spesso designati impropriamente col nome collettivo di Cambogiani, sono il più rappresentativo gruppo delle genti paleoindocinesi, derivante dalla fusione degli autoctoni premongolidi con genti provenienti dalla Cina di sudovest: conservano, infatti, caratteri somatici che ricordano quelli dei Vedda, degli Australoidi e dei Mongoloidi. Rispetto alle altre genti paleoindocinesi (Kha, Moi, ecc.) hanno tratti somatici più fini e cultura più evoluta: alle originarie strutture patrilineari collettiviste si è sostituita, per influssi indiano e cinese, una struttura gerarchica basata sulla famiglia patriarcale; i Khmer hanno tuttavia dato origine a una loro cultura tipica come è dimostrato dalla produzione artistica e letteraria. § Nel linguaggio politico corrente, la loc. Khmer rossi indicò prima la formazione dei guerriglieri comunisti cambogiani e poi, per esteso, le Forze armate della Cambogia di Pol Pot.

Cenni storici

I Khmer detennero il potere nel Paese dal sec. VII, avendo come capitale Angkor (dal IX sec.). Durante il loro massimo splendore, cioè sotto i re Suryavarman I (1010-50 ca.), Suryavarman II (1113-50), Jayavarman VII (1181-1218 ca.), i Khmer dominavano su una vasta area, molto più estesa della Cambogia vera e propria, ma poi decaddero e dovettero subire il giogo prima siamese e poi francese. Risentirono molto dell'influsso indiano in tutti i campi del vivere civile, dalla religione all'organizzazione dello Stato

Arte

La civiltà artistica Khmer, che si sviluppò dalla fine del sec. VI alla fine del sec. XIV nell'area che fu già delle manifestazioni artistiche dei regni del Fu-nan e del Chen-la, viene convenzionalmente distinta, nel succedersi coerente e unitario delle diverse fasi stilistiche, secondo il nome delle località più importanti o dei monumenti che le caratterizzano. Alla configurazione dei primi caratteri dell'arte Khmer corrisponde il periodo cosiddetto preangkoriano, che va dalla fine del sec. VI a quella del sec. IX. Alla definizione di questi caratteri e alla grande fioritura dell'arte Khmer attraverso la realizzazione e lo sviluppo della capitale Angkor corrisponde il secondo periodo, quello detto più propriamente angkoriano, che giunge fino ai sec. XIV-XV, nel corso del quale si stabiliscono e si affermano le istituzioni civili e religiose del regno Khmer. L'arte preangkoriana è documentata nei complessi architettonici dei santuari di Sambor Prei Kuk (sede dell'antica capitale di Isanapura), di Sambor (dove fiorì la città di Sambhupura), di Banteay Prei Nokor, di quelli semi-rupestri di Angkor Borei e in alcune testimonianze di Roluos. A una fase di transizione appartiene la documentazione architettonica e scultorea dei monumenti di Phnom Kulen (inizio sec. IX), testimonianza del regno di Jayavarman II (802-850). Al periodo angkoriano appartengono il gruppo principale dei monumenti di Roluos (tra cui figura il primo tempio-montagna del Bakong, riproduzione in pietra del mitico Monte Meru) e quindi quelli di Angkor, i più importanti di tutta l'arte Khmer, che culminano con quello di Angkor Wat, realizzato da Suryavarman II (1113-50). Seguono quindi i monumenti di Angkor Thom (capitale del regno di Jayavarman VII, 1181-1219), sui quali domina il grande tempio-montagna del Bayon con le sue originali torri riproducenti su ciascun lato l'immagine del bodhisattva Lokeśvara. Ultima eco della splendida civiltà Khmer è l'imponente stūpa campaniforme di Phnom Penh, l'odierna capitale della Cambogia fondata nel 1434. I concetti estetici dell'arte Khmer agirono anche fuori della Cambogia, soprattutto nell'architettura e nella scultura buddhistiche dell'antico Siam.

Bibliografia

L. P. Briggs, The Ancient Khmer Empire, Filadelfia, 1951; J. Boisselier, La statuaire Khmer et son évolution, Parigi-Saigon, 1955; B. P. Groslier, Indochine, carrefour des arts, Parigi, 1961; M. Benisti, Rapports entre le premier art khmer et l'art indien, Parigi, 1970; D. Mazzeo, C. Silvi Antonini, Civiltà Khmer, Milano, 1972.

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