Kuo Mo-jo

scienziato, archeologo, storico e scrittore cinese (distretto di Loshan, Szechwan, 1892-Pechino 1978). Appartenente a una famiglia di proprietari terrieri, studiò medicina in Giappone. Al ritorno in Cina partecipò al movimento per il rinnovamento letterario. Insegnò a Canton e fu uno degli organizzatori e dirigenti del gruppo letterario modernista Ch'uang-tsao shih (Creazione). Presente agli sviluppi rivoluzionari del 1925-27 in Cina, alla rottura tra il Kuomintang e il Partito Comunista Cinese (PCC) nell'aprile 1927 si recò esule in Giappone dove si dedicò a studi storici e a ricerche di eccezionale importanza sull'epigrafia e l'archeologia cinesi. Rientrato in Cina nel 1937, dopo la creazione del Fronte Unito Nazionale antigiapponese lottò contro gli aggressori svolgendo lavoro politico tra le forze armate e proseguendo nella sua opera di orientamento in senso marxista delle scienze storiche in Cina. Dopo la proclamazione della Repubblica Popolare (1949) ricoprì le cariche di vicepresidente della Repubblica, di presidente della federazione degli scrittori e dell'Accademia Sinica. Invitato a pronunciare la propria autocritica durante la Rivoluzione culturale proletaria (1966), nell'aprile 1969, al IX Congresso del PCC, fu eletto membro del Comitato Centrale del partito. Nella sua multiforme attività letteraria, iniziata nel 1921, figurano: liriche scritte in un linguaggio parlato (Spazio stellato, Raccolta di versi di Mo-jo), opere di narrativa caratterizzate da un sottile, talvolta amaro senso dell'umorismo (come nella raccolta di novelle Fine della primavera), opere teatrali (Kao Chien-li, Il segno della tigre, Fiori di prugno selvatico), saggi critici, memorie, traduzioni.

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