Mòlza, Francésco Marìa

poeta italiano (Modena 1489-1544). Trasferitosi a Roma, dove fu al servizio del cardinale Ippolito de' Medici, poi del cardinale Alessandro Farnese, condusse vita dissipata; consunto dalla lue, tornò, per morirvi, nella città natale. Lodato dal Bembo per l'eleganza con cui maneggiava sia il volgare sia il latino, congiunse nelle sue rime la lezione dei classici con la sensibilità rinascimentale, anticipando motivi manieristici. L'amore per Faustina Mancini gli ispirò le ottave della Ninfa Tiberina, dove il modello laurenziano delle Selve è trascritto sul registro di un morbido preziosismo. Improntate alla galanteria sono le Stanze sul ritratto di Giulio Gonzaga; d'imitazione boccaccesca sono infine le Novelle (1549, postume).

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