Michajlovskij, Nikolaj Konstantinovič

sociologo e critico letterario russo (Meščovsk, Kaluga, 1842-Pietroburgo 1904). Negli anni 1868-84 diresse la nota rivista populista Otečestvennye Zapiski (Annali patri o Memorie patrie), elaborando nel frattempo una concezione sociologica in cui appare evidente lo sforzo di assicurare all'uomo libertà e dignità, elementi indispensabili alla formazione della sua personalità. In essa prevale evidente e prepotente l'elemento soggettivo, quale apporto proprio dell'uomo per il raggiungimento della verità-giustizia; così operando l'uomo arricchisce incommensurabilmente la propria personalità e questa trova finalmente la propria integrità organica. Da questa posizione è facile spiegare il suo spiccato distanziarsi dal pensiero di A. Comte, tutto volto alla ricerca della “verità oggettiva”. Come critico fu un assertore della concezione dell'opera letteraria in termini di “mandato sociale”. Molto noti sono i suoi saggi su Tolstoj e Dostoevskij e i suoi scritti Che cosa è il progresso (1869), La teoria di Darwin e la scienza sociale (1873), L'eroe e la folla (1882).

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