Sevèro (vescovo di Ravenna)

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vescovo di Ravenna, santo (sec. IV). È stato il dodicesimo successore di Sant' Apollinare ed il suo nome è presente nell'elenco dei 170 vescovi che papa Giulio I convocò per il Sinodo di Sardica del 343, nel quale venne confermata la professione di fede di Nicea.

Intorno all'830 l'antico scrittore Agnello Ravennate ne scrisse una biografia raccogliendo precedenti fonti leggendarie. In esse si racconta tra l'altro che Severo fosse un povero tessitore ravennate che un giorno si recò in chiesa per assistere all'elezione del nuovo vescovo; improvvisamente una colomba si posò ripetutamente sul suo capo e tutto il popolo riconobbe in quel segno la sua elezione a vescovo da parte dello Spirito Santo. Dopo la sua morte, Severo venne sepolto nella zona del vicus salutaris, che fa parte del primitivo centro ecclesiastico di Classe; successivamente, l'ampiezza del suo culto gli meritò l'erezione di una grandiosa basilica a tre navate associata a un monastero benedettino, che fu consacrata da Giovanni Romano il 17 maggio del 582. La basilica rimase integra fino al sec. XV; ora ne restano soltanto le fondamenta, riportate alla luce nel 1967. Nell' 842 il monaco Felice sottrasse le reliquie del santo dalla basilica e le trasferì prima a Magonza e poi ad Erfurt, diffondendone il culto in tutta la Germania. Nel 1982 proprio il vescovo di Erfurt ha riportato alcune preziose reliquie di Severo in Italia; alcune di esse si trovano in un vaso d'argento nella basilica di San Pietro in Vaticano. Severo è patrono dei tessitori, dei filatori di lana e delle guardie di polizia; si festeggia il 1º febbraio.

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