politeismo

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Descrizione generale

sm. [sec. XVIII; dal greco polýtheos, politeista, da poly-, poli-+theós, dio, tramite il francese polythéisme]. Religione fondata sul culto di più divinità: ciascuna divinità è immanente a un settore del mondo (e pertanto lo rappresenta o ne è la forma) e viene, al tempo stesso, posta in relazione con le altre divinità in modo che complessivamente rappresentino un universo articolato e “personificato” col quale l'uomo possa entrare in contatto mediante le azioni cultuali. La divinità delle religioni politeistiche, rispondendo a tali funzioni, presenta caratteri particolari che la rendono inconfondibile rispetto ad altri esseri sovrumani o extraumani fatti oggetto di culto. Dove confusione c'è, si tratta dell'interpretazione in chiave politeistica di esseri predeistici (spiriti, antenati, esseri mitici, ecc.) che vengono in qualche modo elevati al rango divino, ossia in forme più compiute e perciò adatte a esprimere l'extraumano con maggiore determinatezza. Questa superiorità espressiva del politeismo è alla base della sua diffusione presso culture tendenzialmente interessate a una sempre maggiore precisazione del mondo come universo, vale a dire come campi d'azione distinti e tuttavia seguenti un unico indirizzo. Questo particolare modo di concepire il mondo è proprio delle società stratificate e composite, dove sussistono attività differenziate (diversi campi d'azione) e tuttavia rispondenti a un indirizzo unico: l'edificazione di una comunità organica. La pluralità dei campi d'azione giustifica la pluralità degli dei, così come l'armonizzazione dei diversi campi d'azione porta a collegare in un pantheon armonico i vari dei. La società umana, quale forma organizzata (microcosmo), pretende di organizzare intellettualmente a sua immagine l'universo intero (macrocosmo); a ciò risponde il politeismo con la concezione di un pantheon o consesso di dei capace di rappresentare e di racchiudere tutto il mondo in forme divine.

Cenni storici

Il politeismo, per le sue caratteristiche, deve dunque essere considerato il prodotto di una cultura di tipo superiore, e in effetti tutti i politeismi storici costituiscono la tipica formazione religiosa delle antiche civiltà superiori, con un'unica eccezione: la civiltà cinese che si è svolta, evidentemente, con un orientamento diverso. Altra eccezione in questo quadro è la presenza di politeismi in culture primitive (costa occidentale africana, Polinesia) e in civiltà superiori moderne (India, Giappone). Ma in effetti, per quel che riguarda i politeismi africani e polinesiani, la qualifica di “primitivi” data alle popolazioni che ne sono portatrici è tutt'altro che adeguata: il loro stato attuale è il prodotto di una “deculturazione” che peraltro rinvia a una precedente cultura originaria e integra del tutto comparabile a quella delle antiche civiltà superiori. Per l'India (con l'induismo) e per il Giappone (con lo scintoismo) non si tratta degli originari politeismi, ma della loro trasformazione in seguito a particolari eventi storici. In generale, e cioè dove non si è avuta una simile trasformazione, il politeismo, costituzionalmente legato alle civiltà superiori di tipo arcaico, scompare con esse. Il politeismo è per sua natura strettamente nazionale, ossia nasce e si sviluppa con la nascita e lo sviluppo culturale di una determinata nazione: rivoluzioni politico-sociali, crollo di Stati nazionali e altre ragioni portano alla scomparsa o alla trasformazione dei politeismi che non possono sopravvivere ai sistemi che li hanno generati. L'avvento di religioni sovranazionali o universalistiche ha dato il colpo di grazia ai politeismi, operando una distinzione tra esigenze religiose ed esigenze civiche che, come si è visto, è agli antipodi della concezione politeistica il cui scopo è invece quello d'identificare la società umana con una società divina. Il modo di diffusione della concezione politeistica riguarda non i contenuti ma il sistema (possibilità di realizzare in forma di dei certe peculiari esperienze) e fa pensare che il politeismo sia sorto una sola volta nella storia del mondo per poi diffondersi a macchia d'olio raggiungendo in tempi successivi le regioni più distanti. La civiltà superiore che ha dato origine al politeismo è presumibilmente quella sumerica (III millennio a. C.). Le genti semitiche della Mesopotamia (Assiro-Babilonesi) lo avrebbero accolto e diffuso nella cosiddetta “mezzaluna fertile” (Semitisettentrionali, Egitto). Nel millennio successivo il politeismo arriva da un lato in India e dall'altro in Asia Minore, donde si trasmette alla Grecia. In Occidente raggiunge prima l'Italia e poi, con l'espansione di Roma, raggiunge Celti e Germani. In Oriente, sulla via della circolazione culturale che investì l'Estremo Oriente, l'Oceania e l'America, il politeismo diede forma alle religioni indonesiana, giapponese, polinesiana e, infine, a quelle delle grandi civiltà dell'America precolombiana.

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