radicolopatìa

sf. [dal latino radicŭla, dim. di radix-īcis, radice+-patia]. Compromissione della radice dei nervi spinali in corrispondenza della loro emergenza dal midollo. Può essere di varia natura: infiammatoria, tossica, da deficit di irrorazione sanguigna, anche se il fattore responsabile più frequente è una compressione esercitata sulla radice da fatti degenerativi (artrosi) a carico della colonna vertebrale (osteofiti) o da fenomeni degenerativi del disco intervertebrale (ernia del disco). Ne consegue che le sedi preferenziali risultano quella lombare e quella cervicale, corrispondenti anche ai tratti più mobili della colonna vertebrale. I sintomi preminenti sono di carattere sensitivo e comprendono innanzitutto il dolore, i disturbi della sensibilità, principalmente le parestesie (formicolii, intorpidimenti) e le ipoestesie (diminuzione della sensibilità superficiale) fino alla vera e propria anestesia. La principale caratteristica clinica di una radicolopatia è la localizzazione dei sintomi esattamente nel territorio di distribuzione della radice spinale interessata.

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