scriptorium

s. neutro latino medievale(da scriptus, pp. di scribĕre, scrivere) usato in italiano come sm. Officina scrittoria del Medioevo e dell'umanesimo. Gli scriptoria furono dapprima presso scuole episcopali (per esempio a Verona, Vercelli, Lucca ecc.) e presso monasteri o abbazie, come il Vivarium fondato da Cassiodoro a Squillace, gli scriptoria di Montecassino, Bobbio, Subiaco, in Italia; quelli del Monte Athos e di Santa Caterina del Sinai in Oriente; e quelli di Ratisbona, Tours, Luxeuil, San Gallo, Fulda ecc. Non pochi di questi scriptoria elaborarono anche varietà calligrafiche specifiche; la produzione libraria fu dedicata quasi esclusivamente alla diffusione dei testi sacri. Altri scriptoria nacquero invece presso le corti barbariche, soprattutto allo scopo di fornire i testi giuridici necessari alle scuole di diritto che sopperivano alle esigenze dei nuovi ordinamenti statali: così, per esempio, a Pavia, Ravenna, Aquisgrana ecc. Col sorgere delle grandi università, verso il sec. XII, comparvero scriptoria laici di liberi artigiani, la cui produzione fu legata alle esigenze specifiche degli insegnamenti che vi si impartivano. In età umanistica e rinascimentale la produzione libraria degli scriptoria divenne più varia per soddisfare i diversi interessi culturali del nuovo pubblico. Celebre tra tutti lo scriptoriumfiorentino di Vespasiano da Bisticci, da cui uscirono testi corretti e anche curati nella decorazione, che andarono ad arricchire le più celebri biblioteche del tempo, come quella urbinate di Federico da Montefeltro.

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