superióre

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agg. e sm. [sec. XIV; dal latino superíor-ōris, compar. di supĕrus, che sta sopra].

1) Agg. (si contrappone a “inferiore” in tutti i suoi significati), che sta sopra, che è posto più in alto rispetto ad altro termine di riferimento, spesso sottinteso: abita al piano superiore al mio; il labbro superiore; gli incisivi superiori; il corso superiore di un fiume, il tratto più vicino alla sorgente. Nell'antica Roma, di parte di provincia più vicina alla città di Roma: la Gallia superiore.

2) Maggiore per misura, quantità e simili: statura superiore alla media; questo ha un peso superiore. Per estensione, che è migliore per det. qualità, doti, per ingegno, capacità e simili: essere, sentirsi superiori agli altri. Usato senza termine di riferimento, con valore di superl., eccellente, che possiede certe qualità in grado massimo o comunque più alto della media: merce superiore; una mente superiore.

3) Che va oltre un dato limite: premio superiore al merito; impegno superiore alle mie capacità. In particolare, che è al di sopra di det. situazioni, che non può essere toccato da: opera superiore a ogni critica; persona superiore a ogni sospetto; essere superiore alle chiacchiere, alle insinuazioni e simili, non curarsene, non darvi nessuna importanza.

4) Che, in una gerarchia, in un ordinamento, occupa un grado più elevato rispetto ad altri: passare alla classe superiore; scuole medie superiori, quelle secondarie di secondo grado, cioè licei, istituti magistrali, tecnici e simili; istruzione superiore, quella universitaria; ufficiali superiori, maggiore, tenente colonnello e colonnello; per ordine, per disposizione superiore, per ordine o disposizione data da un superiore; animali superiori, genericamente, i Vertebrati.

5) In astronomia, relativo alla posizione più elevata sull'orizzonte, ovvero anche alla posizione più lontana dalla Terra: si parla così di congiunzionesuperiore e di culminazione superiore. I pianeti superiori sono quelli la cui orbita è esterna all'orbita terrestre.

6) Anticamente, precedente.

7) Sm., persona che gerarchicamente è preposta ad altri: sostituisce momentaneamente un suo superiore. In particolare, chi nella gerarchia ecclesiastica occupa un posto più alto rispetto all'ufficiale o al chierico subordinato. In particolare, poi, al governo delle associazioni religiose sono preposti determinati superiori. Superiori maggiori sono il superiore generale, al quale spetta il governo supremo della comunità, e i superiori provinciali; i superiori minori (priore, guardiano, madre superiora) hanno, rispetto ai primi, poteri meno estesi.

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