Effetto placebo e dipendenza dalla nicotina

È ormai acquisito come il fumo di sigaretta induca dipendenza farmacologica (da nicotina) ed è proprio attraverso lo studio dei livelli, nel siero, di beta endorfine che si è giunti a questa conclusione.

La nicotina inalata, infatti, attiva nella corteccia cerebrale recettori specifici per se stessa e tale attivazione induce, a sua volta, notevole liberazione di endorfine.

È evidente quindi che l'astensione dal fumo possa portare all'insorgenza di fenomeni da privazione, analogamente a quanto accade nelle tossicodipendenze ove i recettori per oppiacei, attivati dalla droga esogena, in mancanza di questa inducono una forte sofferenza nell'individuo.


È questo il motivo per cui è importante per i forti fumatori inserire nel programma di cessazione del fumo anche l'assunzione di prodotti a base di nicotina (cerotti, spray nasali, chewing gum ecc.).

Senza dimenticare però che la dipendenza, chiaramente, non è solo di carattere biochimico, ma anche comportamentale e di questo si dovrà tener conto nell'aiutare il fumatore a smettere. È noto poi che è tanto più difficile per un fumatore smettere quanto più precocemente ha iniziato a fumare e questo è spiegabile col fatto che, nella costruzione comportamentale di una persona che inizia presto a fumare si sviluppano i recettori della nicotina che, interagendo con gli altri recettori biologici naturali dell'encefalo, portano a quell'assetto cognitivo da cui poi difficilmente il fumatore si potrà staccare.