Il fumo

Come recitano ormai tutte le confezioni di sigarette, si sa che fumare può nuocere gravemente alla salute e provocare un'intossicazione cronica (tabagismo) la cui sintomatologia è legata agli effetti della nicotina e delle altre centinaia di sostanze nocive (monossido di carbonio, idrocarburi, nitrosamine, arsenico, cromo, catrame, cianuro) contenute nel tabacco.


Gli effetti del fumo sul nostro organismo sono di due tipi: quelli a breve termine, legati al momento in cui si fuma, e quelli a lungo termine, che restano latenti per anni, e che producono i danni più seri.

Il fumo, attraverso la nicotina, agisce sul sistema nervoso. Oltre a provocare un modesto aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, può indurre anche un aumento dell'acidità gastrica. Tuttavia la nicotina, alle dosi comunemente assimilate dal fumatore, non raggiunge effetti tossici significativi. È il suo effetto stimolante sulla nostra capacità di concentrazione e di resistenza allo stress psicofisico che rende piacevole il fumo: un piacere momentaneo che si paga purtroppo con l'insorgere della dipendenza da nicotina, che pur essendo considerata una droga leggera, detiene il primato tra le sostanze d'abuso per quanto riguarda la forza con cui tiene legato il fumatore che, dopo pochi anni di abitudine, ne diventa dipendente.

Dunque il principale danno a breve termine è proprio la dipendenza da sigaretta, che si instaura mediamente dopo uno o due anni nel fumatore "standard", quello cioè che fuma circa 20 sigarette al giorno. Ma ci sono altre conseguenze immediate del fumo, che vanno ricordate soprattutto agli adolescenti, che sono molto sensibili ai rischi immediati, e molto meno a quelli a lungo termine. Innanzitutto il monossido di carbonio: si tratta di un gas incolore, inodore, insapore, sempre presente quando c'è del fumo (il monossido di carbonio si forma quando la combustione avviene in presenza di poco ossigeno, quando non c'è fiamma). Il monossido è un veleno molto potente che, ad alte concentrazioni, può essere mortale: ogni anno, in Italia, sono decine i casi mortali di intossicazione da monossido, che avvengono spesso a causa delle esalazioni da stufe o scaldabagno a gas, legna o carbone con sistemi di scarico inefficaci.

I livelli del gas inalati da un fumatore non sono mai letali, ma bastano a bloccare il trasporto di ossigeno nei globuli rossi (questo è il meccanismo dell'intossicazione) nell'ordine del 3-10% (a seconda del numero di sigarette e di come vengono fumate). Questo comporta un'immediata riduzione della performance muscolare, che si manifesta palesemente nel rendimento sportivo. Dunque fumare implica un calo nel rendimento fisico, e da subito!

Un secondo effetto meno evidente, ma altrettanto immediato, è l'aumento dell'aggregabilità piastrinica. Bastano tracce di monossido di carbonio per esaltare la funzione delle piastrine e di conseguenza aumentare il rischio di trombosi a livello arterioso. È stato dimostrato che i non fumatori esposti al fumo passivo sono paradossalmente i più interessati da questo problema.


I danni a lungo termine sono invece costituiti soprattutto dal rischio di tumore polmonare, legato alla presenza di numerose sostanze cancerogene che compongono il condensato (nei fumatori superiore da 10 a 30 volte, a seconda della quantità di sigarette fumate, rispetto ai non fumatori). La malattia resta latente parecchi anni e il rischio di contrarla inizia a diminuire soltanto dopo 10 anni dalla cessazione del fumo. Il fumo favorisce poi anche molti altri tipi di tumore, tra cui quelli del cavo orale, della laringe, del rene e della vescica.


Le sostanze irritanti presenti nel condensato sono inoltre responsabili del danno a livello della mucosa bronchiale e degli alveoli polmonari che conduce alla bronchite cronica, malattia presente quasi esclusivamente nei fumatori.
L'altro grande capitolo delle conseguenze a lungo termine del fumo è costituito dalle malattie cardiovascolari (infarto, arteriopatia periferica ostruttiva, ictus).
In generale si può dire che il consumo di tabacco, per la sua larga diffusione, e quindi per l'incidenza che ha sulla salute della popolazione, costituisce un problema sanitario molto serio.