Effetto placebo e oncologia

Le cellule del sistema immunitario sono tutte dotate di recettori per neurotrasmettitori, il che significa che la biochimica delle emozioni può fare da mediatore alla migrazione delle cellule linfocitarie attraverso il corpo. Non è assurdo quindi ipotizzare un miglior controllo della crescita delle cellule tumorali con un'adeguata attivazione emozionale che ottimizzi la risposta immunitaria.

A questo proposito, numerosi sono stati gli interventi in oncologia che hanno sfruttato la motivazione psicologica alla guarigione durante il trattamento terapeutico tradizionale e su questa esperienza hanno scritto un best-sellers i coniugi Simonton, lui oncologo e lei psicologa. Il loro libro (Getting well again), che approfondisce le strategie del comportamentismo, è ormai una specie di Bibbia per i malati di cancro. Stephanie Simonton, in un esperimento preliminare, ottenne risultati straordinariamente incoraggianti insegnando la tecnica di rappresentazione mentale a un gruppo di malati di cancro che, dopo sole tre settimane di sedute bisettimanali, registrarono un incremento notevolissimo della funzione immunitaria.


In un articolo del 1910, pubblicato sul British American Journal, sir Willam Osler afferma che la letteratura medica è piena di esempi di guarigioni straordinarie dovute alla forza dell'immaginazione che si può ritenere una fase attiva della fede. Come ad altri medici - dichiara Osler - anche a me sono capitati casi che, nel contesto adatto, si sarebbero meritati un santuario o avrebbero dato il via a pellegrinaggi.


Ricordiamo, inoltre, le acque di Lourdes, sicuramente le più famose della storia: a migliaia vi si sono bagnati e a migliaia le hanno bevute. Dal 1858, quando la quattordicenne Bernadette ebbe una visione della vergine Maria sul luogo della loro sorgente, la Chiesa ha riconosciuto 65 miracoli. Fra questi numerosi sono i casi di tubercolosi guarita dopo il pellegrinaggio a Lourdes ed è noto quanto la tubercolosi possa risolversi spontaneamente grazie alle risorse biologiche dell'organismo. Il sistema immunitario è infatti in grado di produrre anticorpi naturali capaci di uccidere l'agente eziologico di questa malattia, noto come bacillo di Koch. La commissione medica di Lourdes esclude naturalmente che la remissione spontanea possa essere dovuta a naturali processi biologici invece che all'intervento divino, ma le conoscenze scientifiche attuali sono in grado di spiegare molte guarigioni considerate miracolose.


Io stesso, recentemente, ho riconosciuto come biologica una guarigione da melanoma maligno metastatico, verificatasi su un uomo dopo il suo incontro "miracoloso" con Madre Teresa di Calcutta, che gli aveva donato un'immagine accompagnata dalla frase "questo è il mio carisma". Biologicamente è noto come il melanoma sia un tumore dotato di forte carica antigenica e quindi in grado di provocare nell'organismo una reazione immunitaria. Se questo non avviene, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la carica antigenica del melanoma è talmente potente da paralizzare il sistema immunitario del paziente colpito. Evidentemente, l'attesa della guarigione miracolosa dopo l'incontro con madre Teresa di Calcutta potrebbe aver esaltato nel paziente la produzione di citochine capaci di restituire piena efficacia ai suoi meccanismi di difesa immunitaria.


Sono stato testimone personalmente di un interessante caso di controllo del dolore grazie unicamente all'effetto placebo, qualche anno fa, quando un mio paziente, cercatore di diamanti in Brasile, mi portò a visitare l'anziana madre già molto sofferente a causa di un tumore assai diffuso al fegato. Allora prescrissi una terapia con morfina somministrata per bocca, preannunciando che il dolore sarebbe divenuto sempre più severo. Non ebbi più notizie della paziente per oltre un anno, trascorso il quale ricomparve in studio lo stesso signore accompagnando ancora la madre per un controllo. Attonito di fronte al benessere di questa donna, venni a sapere che la giovane fidanzata sudamericana del figlio le aveva somministrato regolarmente dell'acqua benedetta da una sua sorella, che viveva in Amazzonia con un gruppo di suore laiche dedite alla preghiera. Questo gruppo, noto per i suoi "interventi a distanza", aveva, qualche mese prima, raccomandato al figlio di vestire la madre di bianco e di leggerle un libro di preghiere portoghesi a un'ora prestabilita della notte, perché in quel momento ella sarebbe stata operata da lontano. Al momento concordato, la paziente aveva cominciato a urlare per la grande sofferenza ed era poi caduta in un profondo sonno. Affascinato dal racconto mi affrettai a ripetere la TAC del fegato all'anziana signora e constatai che la malattia era rimasta inspiegabilmente stazionaria per oltre un anno. Dopo altri sei mesi la paziente morì utilizzando sempre come supporto antalgico l'acqua benedetta della giovane Maria Dolores. In conclusione, questa donna fu in grado di convivere con la sua malattia tumorale per oltre un anno e mezzo, senza la sofferenza con cui l'avevo osservata alla prima visita, semplicemente con l'ausilio dell'acqua benedetta.

Come si può interpretare questa risposta "miracolosa"? Evidentemente la suggestione indotta da Maria Dolores aveva investito l'acqua benedetta di un significato placebico e quindi ogni volta che l'anziana malata beveva l'acqua, la sua psiche attendeva la caduta del dolore, che infatti regolarmente non si ripresentava grazie alla liberazione di endorfine da parte del cervello. Ma oltre a ciò, come mai anche la malattia tumorale era cresciuta così lentamente, tanto da protrarre la sopravvivenza della paziente di almeno un anno rispetto alle previsioni? Come abbiamo spiegato, le endorfine sono particolarmente correlate al sistema immunitario e una volta prodotte dall'encefalo vengono immesse in circolo interagendo con i linfociti e ottimizzando le difese immunitarie.