Johnny Cash, il Man in Black della musica

johnny-cash.jpg

E' stato il più giovane artista vivente a entrare nella nella Country Music Hall of Fame: nel corso della sua carriera ha sfornato tantissimi album entrati nella storia della musica. La sua è stata una vita travagliata che, segnata anche dall'abuso di sostanze, risuona nelle sue canzoni oggi immortali.

Johnny Cash è uno degli artisti più importanti, influenti e rispettati nella storia della musica. Ha venduto oltre 90 milioni di album in quasi 50 anni di carriera. È uno dei re della musica country ed è considerato uno dei più grandi cantautori della sua generazione. È noto per la sua straordinaria serie di commenti sullo spirito americano e la condizione umana, ipnotizzanti registrazioni gospel, i suoi straordinari e senza precedenti trionfi artistici di fine vita, la sua forza di volontà e saggezza: il suo impatto sulla nostra cultura è profondo.

Seppe, infatti, comporre la sua musica con le sonorità migliori e caratteristiche di quegli anni: country, rockabilly, rock & roll, folk, blues e gospel con testi spiccatamente realistici. Trattavano temi come amore, passione, dolore, amarezza, riscatto morale.

Questa poliedricità di stili valse a Cash il raro onore di essere introdotto contemporaneamente nella Country Music Hall of Fame and Museum, nella Rock & Roll Hall of Fame e nella Gospel Music Hall of Fame. In onore dell'Uomo in nero - così detto perché vestiva sempre di nero, e della sua eredità duratura, il 26 febbraio è ora ufficialmente riconosciuto come “Johnny Cash Day” nello stato dell'Arkansas.

Chi era Johnny Cash

Johnny Cash nasce il 26 febbraio 1932 a Kingsland (Arkansas) da una famiglia di mezzadri nel bel mezzo della Grande Depressione: ebbe un'infanzia difficile che ha instillato in lui una riverenza per la famiglia, la terra, gli ultimi, Dio e la verità che ha formato la sua incredibile vita e visione nel corso di una carriera di mezzo secolo.

Dopo un periodo nella United States Air Force, dove si distinse come operatore di intercettazione radio, e gli sforzi meno riusciti come operaio di una fabbrica di automobili e venditore di prodotti per la casa porta a porta, nel 1954, Cash e la moglie Vivian si trasferiscono a Memphis, nel Tennessee, dove forma una band con Luther Perkins e Marshall Grant e firma nel 1955 un contratto con la leggendaria Sun Records di Memphis.

È questo il “luogo di nascita del rock & roll”, dove il mondo è stato introdotto alla voce singolare e alla scrittura dei testi convincenti di Cash, attraverso classici eterni come I Walk the Line, Big River e Folsom Prison Blues.

Dopo aver raggiunto un grande successo con l’etichetta Sun Records, passa alla Columbia Records, che gli promette maggiore libertà per realizzare anche gli album gospel e i concept album che aveva in mente. In effetti, con la Columbia ebbe maggiore libertà di espressione e anche maggiore successo, però precipitò nell’abuso di droghe e cominciò l'inizio della crisi con sua moglie Vivian: “Sia lei che le mie figlie soffrirono molto”, spiegò Cash in un’intervista.

È con il suo quarto album Ride This Train per la Columbia Records che il successo ha un impatto devastante sulla sua fragile psiche: la frenetica attività porta Cash a fare uso di stimolanti e anfetamine per reagire allo stress dei tour, quindi a sonniferi per dormire, abusi che lo porteranno spesso ad annullare i suoi concerti. I

niziano pure problemi familiari e guai giudiziari. Nel tentativo di disintossicarsi gli fu d'aiuto la vicinanza di June Carter, che sposò nel 1968, e della di lei famiglia. Nel 1963 aveva scritto insieme a Merle Kilgore la canzone Ring of fire, ritenuto uno dei suoi più grandi successi, brano poi registrato da Anita Carter, sorella di June, che sposa 5 anni dopo.

Nello stesso periodo Cash riscopre la propria fede in Dio, frequentando assiduamente la chiesa del reverendo Jimmie Rodgers Snow (figlio del musicista country Hank Snow) a Nashville. Secondo l'amico Marshall Grant, Cash non smise nel 1968 completamente di drogarsi, ma dovette combattere con la tossicodipendenza fino al 1989.

L’infanzia tra musica e religione

Johnny fin da bambino lavora nella coltivazione del cotone per aiutare la famiglia. La sua voce fu soprannominata “The giftda sua madre, quando lo sentì cantare per la prima volta da bambino. “Dio ha posato le sue mani su di te, non dimenticare mai il tuo dono”, ricorda Cash in un'intervista. “Quella fu la prima volta che mia madre parlò di questo: cantare, comporre canzoni per la mia voce... questo per lei era il mio dono”. Non è l'unico della famiglia a fare musica: dei sei fratelli, anche Tommy diventerà cantante e chitarrista.

D'altronde la vicina Memphis, dove Johnny ha le prime esperienze professionali, è la capitale della musica degli anni '30. Il Mississipi fa di Memphis per antonomasia la città del blues e del soul; è anche il luogo di nascita del rock’n’roll.

La fama musicale di Memphis ha origine agli inizi del secolo, quando William Christopher Handy, leader nero di una band di Beale Street (la via del blues), compose The Memphis blues. Alcuni decenni più tardi, un camionista bianco, Elvis Presley, entrava al Sun Studio per registrare una canzone dedicata alla madre, per uscirne come la prima superstar mondiale del rock & roll. Memphis ha dedicato alla storia della musica il Rock’n’Soul Museum, sorto accanto alla leggendaria fabbrica di chitarre Gibson.

Nel dicembre del 1956 ci fu la leggendaria session del Million Dollar Quartet, formato da Elvis, Carl Perkins, Johnny Cash e Jerry Lee Lewis, che lanciò le loro leggendarie carriere.

L'educazione cristiana ha sempre imposto a Cash una fervida fede, tuttavia Johnny Cash ha trovato veramente la sua devozione spirituale da adulto, quando, in seguito al vortice di droga, alcool e problemi con la legge in cui cadde, Johnny ha saputo rialzarsi. E la religione è stata per lui una stella polare che gli ha dato la forza emotiva per rivolgere la sua musica a coloro che non potevano trovare altra forma espressiva, come i carcerati, cui dedica i suoi concerti live nelle prigioni di Folsom e San Quentin. Ne derivano due magnifici album e Johnny è illuminato dalle simboliche parole di un carcerato tratte dai salmi penitenziari: “Il mio corpo potrà essere dentro le mura di una prigione, ma il Signore ha liberato la mia anima”.

La morte del fratello

A soli 14 anni, nel 1944, Johnny Cash assiste alla morte del fratello Jack, tagliato in due da una sega elettrica e morto dopo una dolorosa agonia durata una settimana. Un evento traumatico, che incide sulla sua fragilità emotiva, soprattutto dopo che il padre gli confessa che avrebbe preferito fosse morto lui. L'evento instilla in lui quel turbamento dell'anima, che ne divora l'intimità fino a esplodere in canzoni spezzate e profondamente sofferte. Dopo la morte del fratello, Johnny imparò a suonare la chitarra.

L'esercito

Johnny Cash entrò nell’Air Force One una settimana prima dell’inizio della guerra in Corea, ma alla fine fu spedito in Germania. Durante il servizio militare in Texas conobbe la sua prima moglie, Vivian Liberto: lei aspettò il suo ritorno dalla guerra, poi si sposarono ed ebbero 4 figlie. Durante la sua permanenza nell’esercito, Cash prestò servizio nel reparto radio e aveva il compito di ascoltare le comunicazioni.

Cash aveva dichiarato pubblicamente di aver sostenuto il presidente Nixon nella sua gestione della guerra, tanto che l’opinione pubblica lo faceva rientrare nella «maggioranza silenziosa» che appoggiava la Casa Bianca. Cash suonò persino per le truppe, rafforzando il legame con l’esercito creatosi nel suo periodo di servizio nell’aeronautica. Fu forse in questa occasione che cambiò radicalmente le sue posizioni. Se ne può trovare traccia in un brano dell’album, Singin’ in the Vietnam Talking Blues in cui canta, “Spero che la guerra sia finita e tutti tornino a casa. Per rimanere in pace”.

Cash non nominò mai più Nixon in un evento pubblico. “Un anno fa non avevo riflettuto così a fondo sulla questione come ho fatto ora”, dichiarò in seguito l’artista, ricordando quei tempi, posizione politica che influì anche sulla sua immagine, tanto che da allora gli venne cucito addosso il soprannome «l’uomo che vestiva in nero». “Questa è la mia uniforme”, dichiarò in tv. “Per quattro anni ho indossato quella della United States Air Force, ora mi chiamano «l’uomo in nero»”.

Il primo singolo, Elvis e gli anni con la Sun Records

Johnny Cash ottiene il primo contratto discografico nel luglio 1955 con la Sun Records di Memphis, per cui incide il suo primo 45 giri Johnny Cash And Tennessee Two con la sue prime incisioni, intitolate Hey Porter e Cry, Cry, Cry, scritta al rientro dopo 4 anni al servizio della United States Air Force nella Germania Ovest.

Registrate per la Sun Records, le due tracce furono pubblicate nel 1955 e riscontrarono un discreto successo nella hit parade del Paese. Johnny Cash è stato il primo artista della Sun Records a pubblicare un album di lunga durata e con I Walk the Line ha scalato il primo posto delle classifiche nazionali, meritando una posto d'onore nella storia della Sun Records e della musica.

Il Million Dollar Quartet della Sun Records di Memphis rappresenta le origini del rock & roll. È composto da Elvis Presley al pianoforte, Carl Perkins alla chitarra, e con loro Johnny Cash e Jerry Lee Lewis. Secondo Johnny Cash non c’era nessun attrito tra lui ed Elvis: “Semplicemente nessuno al mondo, nemmeno Elvis, vorrebbe mai sedersi al pianoforte dopo aver sentito suonare Jerry Lee Lewis”.

Nonostante il successo e la crescita come musicista, il cantautore si sentiva vincolato dal suo contratto con la piccola etichetta, che Elvis Presley aveva già lasciato, e la Sun spostava l'attenzione e la promozione su Jerry Lee Lewis. Nel 1958, Cash lasciò l'etichetta per firmare un'offerta lucrativa con la Columbia Records, per cui il suo singolo Don’t Take Your Guns to Town sarebbe diventato uno dei suoi più grandi successi.

johnny-cash-e-elvis.jpg
Foto LaPresse/PictureLux

Il passaggio alla Columbia

Johnny Cash debutta alla Columbia con il suo terzo album, The Fabulous Johnny Cash, cui segue l'album gospel Hymns by Johnny Cash, bocciato alla Sun, Il successo ha un impatto devastante sull'artista: la frenetica attività porta Cash a fare uso di stimolanti e anfetamine per reagire allo stress dei tour e di conseguenza a sonniferi per riuscire a dormire. Spesso dovrà annullare date e tour per questa caduta nella tossicodipendenza e avrà guai giudiziari.

Con la Columbia Cash pubblica oltre 60 album, tra gli altri, con Blood, Sweat and Tears introduce sonorità blues e Bitter Tears Ballads of the American Indian con cui fa un esame bruciante del trattamento dei nativi americani.

Johnny Cash e June Carter

Johnny Cash conosce June Carter nel luglio 1956, quando debuttò sul palco del Grand Ole Opry. Aveva pubblicato la canzone "I Walk the Line", che era diventato un raro crossover dei fan pop e country. La loro storia d'amore è tanto iconica da trascendere il tempo, la dipendenza e gli alti e bassi della fama e da diventare un film da Oscar: Quando l'amore brucia l'anima - Walk The Line.

Quando si incontrarono, erano entrambi già sposati. June declinò più volte la proposta di matrimonio di Johnny, la accettò soltanto quando le chiese la mano sul palco, dopo l'esecuzione di Jackson e dal 1968 June lo avrebbe accompagnato per 35 anni nella vita privata e sul palco.

At Folsom Prison e gli altri live in carcere

Johnny Cash si esibì per la prima volta nel 1966 nel carcere di massima sicurezza di Folsom, in California. Sarebbe tornato due anni dopo per registrare il suo album iconico At Folsom Prison. Nel 1969 Johnny Cash si esibisce dal vivo nella prigione di San Quemtin.

Al cantautore venne per primo l'idea di fare un concerto gratuito dentro un carcere andando contro la sua casa discografica che, in principio si oppose all'idea, poi pubblicò le registrazioni e At Folsom Prison e finì per vendere 3 milioni di copie solo negli Usa.

Cash sembra immedesimarsi nella condizione dei detenuti, tanto da dare l'impressione di sentirsi a suo agio, cosicché numerosi brani sono interrotti da risate da parte di Cash, in seguito a inudibili interventi da parte del pubblico, a dispetto del loro contenuto non certo umoristico.

D'altro canto, i detenuti mostrano grande rispetto nei confronti di Cash e del suo lavoro, che gli offre ore d'aria che entreranno nella storia della musica. Il cantautore stesso ebbe non pochi guai con la legge, considerato un outlaw al servizio del Signore, rispettato e riverito da icone della cultura alternativa oltre che da importanti figure della cultura dominante.

Il declino

Nel 1980 Cash è l'artista vivente più giovane ad essere nella Country Music Hall of Fame. Tuttavia, intorno al 1975 ha inizio il suo declino artistico: la Columbia continua a sfornare album, inseguendo un successo commerciale che non arriva più e nulla riesce a risollevare le sorti di un cantautore così amato, ma ora in declino fisico (Johnny è ormai scheletrito dagli abusi) e artistico per i cambiamenti radicali che fermentano nell'underground musicale.

Gli album risultano anacronistici, specialmente le classiche svisate country che lo avevano reso celebre. Declino di cui l'artista è consapevole, cosicché durante un concerto al Palladium di Londra, al posto di presentare il nuovo album Strawberry Cake, l'artista dà vita a un piccolo revival raccontando la genesi e cantando alcuni dei suoi pezzi più cult.

L’incontro con Rick Rubin e la rinascita

Ma le leggende sono destinate ad ascese e cadute per rimanere immortali e il 27 febbraio 1993, dopo che Johnny si esibisce in un piccolo ristorante a Santa Ana, in California, gli si avvicina un personaggio bizzarro, lunghi capelli neri e barbone, ebbro: è Rick Rubin, proprietario dell'etichetta Def American Recordings, che gli dice di volerlo produrre.

È usualmente interessato a un genere rock più aggressivo e attuale, come Ac/Dc, Slayer e Red Hot Chili Peppers, ma Cash gli piace, perché incarna quello spirito maledetto degli outsider che Rubin ama tanto.

Il progetto che ha per rilanciare Cash è un unplugged che intende registrare soltanto Cash e la sua chitarra nera: Cash registra il 7 dicembre 1993 quasi 100 canzoni. Segue un concerto di soli brani acustici al Viper Room di Hollywood, il locale più alla moda della zona di proprietà di Johnny Depp.

Così l'uomo in nero, circondato dalla stima di colleghi e appassionati resta in classifica specialmente con l'album Johnny 99, album di cover che include due brani di Bruce Springsteen tra cui Johnny 99 – da cui il titolo – torna alla gloria del passato.

Nel 1999, il mondo della musica si riunisce alla Hammerstein Ballroom di New York per omaggiare Johnny Cash con un All-Star Tribute Concert. Tra gli altri, si esibiscono gli U2, Bob Dylan e Bruce Springsteen.

The American Recordings

Nel 1994, Johnny Cash pubblica American Recordings, primo disco di Cash prodotto da Rick Rubin per l'omonima etichetta discografica, che vince il Grammy come miglior album di folk contemporaneo.

Per il successo di critica e pubblico, Rubin continua la collaborazione con Cash, dando inizio alla serie di dischi denominata American che metterà sul mercato nel corso degli anni successivi gli album Unchained (1996), American III: Solitary Man (2000), American IV: The Man Comes Around (2002), American V: A Hundred Highways (2006), e American VI: Ain't No Grave (2010) – gli ultimi due usciti postumi.

La morte di Johnny Cash

Il 15 maggio 2003, a poco meno di 74 anni, muore la moglie June. Nel settembre dello stesso anno Cash viene ricoverato in ospedale per complicazioni diabetiche, e vi muore il 12 settembre all'età di 71 anni.

Le canzoni più famose

Ascoltare le canzoni più celebri di Johnny Cash permette di scavare la sua biografia.

  • Hurt è una riflessione sull'autolesionismo e sul dolore più in generale. Inizia raccontando perché egli si fa del male: “Oggi mi sono fatto del male/Per vedere se ero ancora in grado di sentire” per poi riflettere su cosa sia diventato e alla solitudine in cui è precipitato per rimanere in un impero di sporcizia, delusione e propensione a fare del male.
  • Ring Of Fire è stata una delle più grandi hit dell'icona country. È la canzone d'amore più famosa e infiammata (nel testo e nella musica) del rock.
  • I Walk The Line - è lo stesso Cash a spiegare in un'intervista che quando scrisse I Walk The Line si era sposato da poco ai tempi e immaginava promettere di rigar dritto almeno per un po': “È giusto/Poiché sei mia, rigo dritto”.
  • Cocaine blues racconta la storia di Willy Lee che, sotto l'effetto di alcol e droga, uccide la sua ragazza infedele. Scappa in Messico, ma viene raggiunto e arrestato. Alla fine Willy implora l'ascoltatore di tenersi lontano dalle droghe: “Mettete via quel whisky e lasciate stare la cocaina”.
  • Folsom prison blues racconta di un carcerato al quale il fischio di un treno ricorda il crimine commesso: “Sparai a un uomo a Reno/solo per vederlo morire”.
  • Daddy Sang Bass ricorda quando Cash era ragazzo e povero e “papà cantava tonalità basse” - quando dice “bass”, la voce di Cash si abbassa e scalda, mostrando anche la sua forza interpretativa.
  • Personal Jesus - Johnny Cash rifà nel 2002 la famosa canzone dei Depeche mode, rintracciandone la cifra religiosa: “L'ho subito sentita come una canzone gospel – dichiarò Cash – non so se l’autore abbia mai voluto che fosse così, ma è quello che è”. Il narratore invoca qualcuno cui rivolgersi per alleviare la sensazione di essere soli e persi.

Biopic e adattamenti sulla vita di Johnny Cash

I panni neri del Man in black del folk al cinema sono indossati da Joaquin Phoenix in Walk the Line – Quando l'amore brucia l'anima, incentrato sulla storia d'amore tra Johnny Cash e June Carter. Il film, uscito nel 2005, è un biopic tratto dai libri Man in Black, dello stesso Cash, e Cash: An Autobiography, di Cash e Patrick Carr. È un lungo flash-back scatenato dalla vista di una sega circolare mentre Cash- Phoenix sta per fare il suo live nella prigione di Folsom. Le canzoni presenti nel film sono state magistralmente cantate dagli attori stessi.

Dopo il grande successo del film pluripremiato, è stato girato il docufilm The gift. The Journey of Johnny Cash, disponibile gratuitamente su You Tube.

Racconta l’ascesa, la caduta e la rinascita di Cash attraverso immagini di repertorio dirette da Thom Zimny.

La vita dell'uomo in nero è anche illustrata nella graphic novel Johnny Cash: I See a Darkness da Reinhard Kleist che descrive la vita ribelle di Johnny Cash dalle sue prime sessioni con Elvis Presley (1956), ricordando il concerto a Folsom Prison (1968), il suo ritorno spettacolare negli anni '90 e gli ultimi anni prima della sua morte il 12 settembre 2003.

Laura Cusmà Piccione

Foto di Apertura: LaPresse/PictureLux