Il lato green di Italo Calvino

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Nel suo ultimo libro Laura Guglielmi indaga il rapporto dell’autore con la terra sanremese in cui è cresciuto. Con lei abbiamo immaginato cosa avrebbe fatto Calvino davanti alle manifestazioni contro il cambiamento climatico

Il 15 ottobre 1923 nasceva Italo Calvino. Tanto si è detto sulle sue opere e sul suo impegno intellettuale. Nell’anno del centenario della sua nascita, esordiscono in libreria tanti nuovi saggi sulla sua poetica. Tra questi, Laura Guglielmi ha indagato il rapporto di Italo Calvino e Sanremo, nell’omonimo volume pubblicato da Il Canneto Editore. Ne è emersa una forte coscienza ecologista dell’autore, eredità di famiglia trasferita in molte sue opere, accompagnata dalla vorace fame di catalogazione, quest’ultima un “regalo” materno. Insieme a Guglielmi ci siamo chiesti cosa avrebbe fatto Italo Calvino davanti al cambiamento climatico. Avrebbe appoggiato gli attivisti? Avrebbe manifestato?

Il rapporto di Italo Calvino con la natura

Nato a Santiago de Las Vegas, a Cuba, Italo Calvino era figlio di Mario Calvino ed Eva Mameli. Il padre fu un agronomo originario di Sanremo, poi trasferitosi in Messico e infine a Cuba. La madre, originaria di Sassari, dopo aver lavorato come assistente all'Università di Pavia, diventò la prima donna in Italia a ricoprire una cattedra di botanica generale

Nel 1920 Mario Calvino tornò in Italia e andò a Pavia per conoscere Eva Mameli, con cui aveva un contatto epistolare di stampo accademico, e le chiese di sposarlo e di seguirlo a Cuba, dove era direttore della Stazione sperimentale per l’Agricoltura. La famiglia Calvino tornò in Italia nel 1925, stabilendosi a Sanremo, dove Mario divenne responsabile della Stazione sperimentale di floricoltura "Orazio Raimondo".

Ecologia e catalogazione: le eredità familiari

Da tanti anni, Guglielmi indaga il rapporto tra Calvino e Sanremo: a New York ha allestito anche, con foto d’epoca ereditate dal padre, una mostra fotografica sui luoghi dello scrittore, dove ha conosciuto la vedova Calvino e la figlia Giovanna. Quest’anno, anche grazie alla sua consulenza, è stato allestito a Sanremo un percorso in 38 pannelli che mette in evidenza quali sono i luoghi sanremesi frequentati o raccontati dallo scrittore

Calvino ha dedicato diverse opere alla sua città. Due su tutte: La strada di San Giovanni e La Speculazione edilizia. La strada di San Giovanni è il percorso che Italo Calvino faceva con il padre per arrivare all’orto di proprietà: «Dal ponte di Baragallo in poi Calvino non si sentiva più il passante anonimo della carrozzabile – un modo di percepirsi nel mondo che non gli dispiaceva affatto – ma “u fiu du professù”, il figlio di Mario Calvino, che a Sanremo tutti conoscevano».

Nel 1957 dedica La speculazione edilizia allo scempio provocato dalla costruzione dissennata di condomini, che hanno distrutto un paesaggio unico nel suo genere. «Un canto di dolore per un mondo ormai scomparso». Nello stesso anno pubblica anche Il barone rampante, quasi un risarcimento per restituire un ricordo del paesaggio scomparso sotto al cemento. 

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Foto Il Canneto Editore

Calvino ecologista

Ne spunta un Calvino ecologista, ecosostenibile e dedito alla biodiversità, un atteggiamento dovuto a entrambi i genitori: «Papà Mario soffriva, lui pioniere della floricoltura, per come i suoi concittadini avevano sfruttato i suoi insegnamenti, senza ascoltare davvero i suoi consigli, e riempiendo le vallate di coltivazioni di garofani e poi di serre - spiega Guglielmi – Nell’orto di famiglia si ostinava a creare la sua utopia, un regno in cui applicare le tecniche rispettose della biodiversità. Ma in Italo Calvino e Sanremo ho indagato in profondità il rapporto con mamma Eva. Botanica di fama internazionale, ha elencato su un un registro, scoperto da poco, le piante ibridate a Sanremo, con precisione certosina per trent’anni. Sfogliando quei registri torna alla mente la scrittura cristallina e l’ansia di catalogazione proprie delle opere di Calvino». 

Quindi non c’è amore per la natura senza una sua pedissequa osservazione e catalogazione, che consegni ai posteri la memoria di queste creature vegetali in perenne pericolo.

Ne La strada di San Giovanni Calvino scrive: «non è la voce di mia madre che ritorna, in queste pagine risuonanti della rumorosa e lontana presenza paterna, ma un suo dominio silenzioso: la sua figura si affaccia tra queste righe, poi subito si ritrae, resta nel margine [...] Che la vita fosse anche spreco, questo mia madre non l’ammetteva: cioè che fosse anche passione. Perciò non usciva mai dal giardino etichettato pianta per pianta, dalla casa tappezzata di bouganvillea, dallo studio col microscopio sotto la campana di vetro e gli erbari. Senza incertezze, ordinata, trasformava le passioni in doveri e ne viveva».

La coscienza ecologista di Calvino è visibile anche nel Barone rampante. In questo romanzo scrive addirittura un “Progetto di Costituzione per Città Repubblicana con Dichiarazione dei Diritti degli Uomini, delle Donne, dei Bambini, degli Animali Domestici e Selvatici, compresi Uccelli Pesci e Insetti, e delle Piante sia d'Alto Fusto sia Ortaggi ed Erbe”. Il rispetto per gli animali e le piante, dunque, era già un fattore centrale nella sua opera letteraria. Lo si vede anche nelle descrizioni del rapporto con gli animali in Marcovaldo. «Aveva una forte empatia verso il mondo animale».

Calvino Femminista

La forte influenza materna riverbera anche nel rapporto di Italo Calvino con le donne. «Grazie a una madre così autorevole, il futuro scrittore è riuscito a dare spessore e intraprendenza ai personaggi femminili, che oggi la critica chiama anche “personagge”. Sono libere e intraprendenti, come Viola ne Il barone rampante. Una donna contemporanea, che segue Cosimo sugli alberi e che è libera di scegliersi i fidanzati che vuole. In Autobiografia di uno spettatore racconta di essere attratto dalle attrici americane perché “paritarie con l’uomo, ironiche e forti”».

Quale uomo nato nel 1923 – basti pensare a Fenoglio, Bianciardi, Pasolini – ha avuto questa visione? «Grazie a sua madre, rispettata dal padre e dalla comunità scientifica, ha fatto suo un profondo rispetto per il femminile. Riuscendo anche a identificarsi con la "sofferenza" degli animali e delle piante, può dirci molte cose ancora sul nostro presente e sul nostro futuro».

Calvino e i movimenti per il clima

Davanti a questo ritratto di un Italo Calvino quasi woke, viene da chiedersi: quale sarebbe la sua posizione rispetto al movimento per il clima? Dialogherebbe e affiancherebbe attivamente Greta Thunberg?

Secondo Guglielmi, «si comporterebbe come il Barone Rampante: salirebbe in cima alla torretta della sua villa di Roccamare, condividerebbe gli intenti, ma non parteciperebbe attivamente. Come il suo personaggio, il Barone rampante che ha partecipato attivamente alla Rivoluzione francese dalla cima degli alberi. Seguirebbe gli eventi con tutti i mezzi tecnologici oggi a nostra disposizione e, come ha sempre fatto, ci aiuterebbe a decifrare il mondo». 

Laura Guglielmi 

Foto di Apertura: Durante / Lapress