Il teatro

Il teatro religioso

I primi spettacoli teatrali mettevano in scena episodi tratti dalle Sacre Scritture. Si svolgevano per le strade, sul sagrato della chiesa, nella piazza ed erano finalizzati all'edificazione e all'istruzione dei fedeli. Per coinvolgere gli spettatori, la rappresentazione (jeu) utilizzava un linguaggio semplice e piano, che talvolta accoglieva espressioni popolari. La prima opera drammatica in volgare francese è l'anonimo Jeu d'Adam (circa 1150), tratto alquanto liberamente dall'episodio della Genesi. Jean Bodel si inserì nella tradizione del teatro religioso dando vita a una delle prime opere originali, Le jeu de saint Nicolas (circa 1200), che fondeva in modo nuovo tragico, patetico, meraviglioso e comico.

I "miracoli"

I "miracoli" traevano argomento dalle vite dei santi e soprattutto della Vergine e mettevano in scena una situazione quotidiana in cui il sacro si rivela d'un tratto con un intervento miracoloso. Furono il genere teatrale più popolare nel secolo XIV, espressione di una fede ingenua che aveva bisogno di affidarsi a un intermediario misericordioso. Si ricordano in particolare il Miracle de Théophile (Miracolo di Teofilo, circa 1260), del poeta Rutebeuf, e i Miracles de la Sainte Vierge (Miracoli della Santa Vergine) del monaco Gualtiero di Coincy (1177-1236), ispirati da un intenso sentimento religioso e composti con notevole perizia tecnica.

I "misteri"

I "misteri" erano forme drammatiche ispirate alla vita di Cristo. Nel XIV secolo si formarono alcune organizzazioni ufficiali, le Confréries (Confraternite), che mettevano in scena la Natività, la Risurrezione e soprattutto il più drammatico episodio del Nuovo Testamento, la Passione. I "misteri" ebbero un grandissimo successo e si trasformarono ben presto in rappresentazioni collettive di grandi proporzioni, che coinvolgevano fino a 500 personaggi e duravano per giorni e giorni, in qualche caso addirittura più di una settimana. Il genere raggiunse l'apogeo con il Mystère de la Passion (Mistero della Passione, 1450) di Arnoul Gréban, un'opera di 35.000 versi, che impegnava 224 personaggi e nella quale, nel 1489, Jean Michel inframmezzò episodi profani e scene comiche. Poiché via via i "misteri" diventarono spettacoli compositi, in cui l'aspetto religioso perdeva significato e prevaleva quello entusiastico della grande festa popolare, essi destarono un crescente sospetto nelle gerarchie ecclesiastiche, finché nel 1548 il Parlamento di Parigi ne proibì la rappresentazione.