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L'Académie Française

Dal 1629 un gruppo di dotti, tra cui il poeta e critico Jean Chapelain (1595-1674), il commediografo François de Boisrobert (1582-1662), Antoine Godeau (1605-1672), il poeta Jean-Ogier de Gombauld (1580-1666), Guez de Balzac, il linguista C. Favre de Vaugelas (1585-1650) e il poeta Claude de Malleville (1597-1647), si riunì amichevolmente ogni settimana per discutere di letteratura. Nel 1634 il cardinale Richelieu offrì al gruppo uno statuto ufficiale; nel 1635 venne il riconoscimento del re Luigi XIII. Il decreto di costituzione precisava che principale funzione dell'Académie era quella di perfezionare e salvaguardare la purezza della lingua francese. Gli accademici, il cui numero fu fissato in 40, si proposero la pubblicazione di un dizionario, di una grammatica e di due trattati di poetica e retorica. Nel 1639 ebbe inizio la redazione del celebre Dizionario del Vaugelas, pubblicato nel 1694 (la Grammatica è apparsa solo nel 1932). L'ideale linguistico e letterario dell'Académie si ispirava a modelli di chiarezza, purezza, sobrietà, eleganza. Nonostante le critiche di sottomissione alla politica reale e ai criteri di autorità nel giudicare i libri, l'Académie française ha sempre goduto di grande prestigio e ha svolto un ruolo positivo nel promuovere la lingua e la letteratura francese e i contatti fra gli scrittori. Soppressa durante la rivoluzione francese, fu ripristinata da Napoleone I. La prima donna ammessa fu M. Yourcenar (1980), il primo africano L. Senghor (1983).