Il naturalismo: Zola e Maupassant

Caratteri generali

Il naturalismo muove dall'esigenza di rappresentare la realtà della vita quotidiana seguendo un metodo scientifico, simile a quello utilizzato da scienze come la fisica, la chimica e la biologia, per comprendere e descrivere i fenomeni naturali. Il primo romanzo di contenuto e di struttura dichiaratamente naturalistica fu Germinie Lacerteux (1864) dei fratelli J. ed E. Goncourt; nella prefazione gli autori, parlando delle tendenze del pubblico ("Il pubblico ama i romanzi falsi: questo romanzo è un romanzo vero"), respingevano la poetica del bello e indicavano il nuovo terreno del romanzo: "esso diventa, attraverso l'analisi e la ricerca psicologica, la Storia morale contemporanea"; il romanzo non deve distrarre, consolare o divertire, ma rappresentare il "vero" e proporsi come un'"inchiesta" applicabile a qualsiasi classe sociale. Pochi anni più tardi E. Zola, nel saggio Il romanzo sperimentale (1880), fornì la teorizzazione della poetica naturalista. Egli si appoggiava sia alla teoria di Taine, per affermare la necessità dell'atteggiamento scientifico dello scrittore nell'analisi dei "reperti di vita", sia alla teoria evoluzionistica di Darwin e alle leggi sull'ereditarietà. Il campo della ricerca naturalista sono la piccola borghesia francese e i bassifondi. Se genere peculiare del naturalismo fu il romanzo, anche il teatro conobbe esperienze interessanti. Alcuni degli stessi romanzieri si cimentarono in opere teatrali, ma l'autore teatrale più originale fu Henry Becque (1833-1899).