Approfondimenti

La poesia tra linguaggio e mondo

August Wilhelm Schlegel era convinto che la vera poesia venga raramente compresa perché i modi peculiari con cui l'immaginazione opera appaiono “innaturali” a coloro che “non ne posseggono neppure una scintilla”. Se un oggetto ci viene presentato in veste poetica, ogni sua parte deve “tingersi dei colori” di questa veste. Nel dramma, ad esempio, il poetico assume una forma “storica”, gli eventi vengono cioè presentati come se fossero realmente accaduti, anche se “la loro irrealtà non viene affatto dissimulata” e si sa a priori che si tratta di una finzione. Tuttavia la rappresentazione poetica di questi eventi esprime “la sostanza della cosa” in modo più chiaro e trasparente, di quanto non faccia il “più minuzioso controllo”. [...] Schlegel vuole dimostrare che nel mondo della poesia vigono leggi, proporzioni, rapporti e misure che non hanno alcun riscontro nel mondo reale [....]. Un esempio particolarmente evidente del legame poetico-immaginativo con il mondo è il linguaggio dell'amore. Esso non può prescindere dalle immagini e tuttavia si leva “al di sopra di tutto il resto del mondo”, come se avesse perduto “la misura del reale” e mirasse ai confini ultimi delle cose, “là fin dove lo portano le ali della fantasia, senza che si avveda di essersi smarrito”. [...] La natura dell'amore, in quanto caratterizzata da “aperte contraddizioni”, trascende l'intelletto e non può essere da questo compresa. Anche se “viene felicemente contraccambiato”, non può mai risolversi in “perfetta armonia”. Per natura tende perciò a “esprimersi in modo antitetico”.

E. Behler, Romanticismo, La Nuova Italia, Firenze 1997, pp. 72-73.