(Berlin). Capitale della Germania, 35 m s.m., ab. 3.769.495 (2019), l'agglomerato urbano 4.271.893 ab. (2012). Costituisce uno Stato federato di 889 km², posto nella parte centrale dello Stato federato del Brandeburgo.

Generalità

Berlino fu la capit. del Paese fino al 1945, allorché sotto l'egida delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, la Germania venne divisa in due Stati e Berlino in due unità politico-amministrative nettamente distinte: Berlino Ovest (West Berlin) e Berlino Est (Ost Berlin). Berlino Ovest (480 km²), interamente circondata dal territorio della Repubblica Democratica Tedesca, ha costituito, fino al 1990, uno Stato federato della Repubblica Federale di Germania con rappresentanti alla Camera federale ma senza diritto di voto; Berlino Est (403 km²) invece è stata, fino al 1990, la capitale della Repubblica Democratica Tedesca. Tale separazione ha avuto termine nel 1989, quando importanti avvenimenti politici portarono il 10 novembre all'abbattimento del Muro che separava le due Berlino. Situata in una pianura sabbiosa e circondata da colline, la città si estende sulle rive della Sprea (che confluisce nel fiume Havel, all'altezza del sobborgo occidentale di Spandau) e mediante vari canali navigabili costituisce un punto di raccordo tra il bacino dell'Elba, di cui la Sprea è un subaffluente, e quello dell'Oder, con il quale il fiume è collegato da un canale. In effetti la posizione atta alla difesa – grazie alle alture circostanti – e la facilità delle comunicazioni furono all'origine gli elementi determinanti dello sviluppo urbano; solo alla fine del sec. XIX però Berlino acquistò dimensioni di metropoli in seguito all'espansione delle attività industriali, a loro volta enormemente favorite dall'importanza politica e commerciale della città. Le gravissime distruzioni belliche, gli smantellamenti degli impianti industriali, la divisione della città ostacolarono la rinascita industriale, che fu tuttavia imponente, soprattutto a Berlino Ovest, grazie anche agli aiuti americani. Sede delle Olimpiadi nel 1936, Berlino è stata capitale della cultura europea nel 1988. L'UNESCO ha riconosciuto siti del Patrimonio Mondiale dell'Umanità i suoi parchi e i suoi castelli, nel 1990, e, nel 1999, il suo sistema museale (la Museuminsel, l'Isola dei musei). Nel 2006 il nuovo stadio olimpico ha ospitato la finale della Coppa del Mondo di calcio.

Urbanistica

Tra il 1225 e il 1240 i margravi di Brandeburgo iniziarono la costruzione di due nuclei urbani (Berlin e Kölln) lungo le sponde della Sprea, in una zona strategica per le correnti di traffico europeo. Berlino crebbe autonoma fino al sec. XVI, quando divenne sede permanente degli Hohenzollern e capitale dell'Elettorato di Brandeburgo. A Federico Guglielmo il Grande (1640-88) si devono i primi interventi pianificati di strutturazione urbana e molte opere di risanamento dell'antico insediamento medievale. Nel settore sudoccidentale, i tre nuovi nuclei d'espansione di Friedrichswerder, Dorotheenstadt e Friedrichstadt, residenze di funzionari e di fornitori della corte, crescono abbastanza autonomi fra loro e connessi da un sistema di assi viari primari secondo uno schema geometrico complesso. Berlin e Kölln, i due nuclei originari, vengono finalmente abbracciati da un'unica cinta muraria (1658-1685); viene aperto il celebre viale Unter den Linden (1647) e come pure il canale tra l'Oder e la Sprea. Con l'ampliarsi della potenza politica degli elettori di Brandeburgo, divenuti re di Prussia dal 1701, Berlino consolida il suo aspetto di capitale: nuove e ampi viali (Wilhelmstrasse, Friedrichstrasse), piazze monumentali, grandi palazzi in pietra. La promozione dell'industria trasformò radicalmente la città nel giro di un secolo: dai 200.000 ab. del Settecento si arrivò, nel secolo seguente, a sfiorare i 2 milioni. Quando nel 1871 Guglielmo I venne proclamato imperatore Berlino si estendeva secondo un tracciato stellare che seguiva le direttrici dei vecchi canali navigabili e delle linee ferroviarie, inglobando sobborghi e villaggi rurali; cominciò a dotarsi delle prime linee metropolitane e venne cinta perimetralmente dalla Ringbahn, anello stradale con un raggio di 10-15 Km. L'edilizia privata, supportata dal grande asse viario della Kurfuesterdamm, si divise in questi anni tra la costruzione di sterminati agglomerati con alta densità di popolazione e di ville eleganti. Con la disordinata espansione dei sobborghi è ormai una città a grande densità proletaria: ne sono una dimostrazione le Mietkasernen, “caserme d'affitto”, case popolari strutturate in un sistema di cortili interni, ammassati gli uni agli altri, dalle condizioni igieniche pessime. Soltanto nel primo decennio del Novecento iniziarono a formarsi vere e proprie città satellite nella cintura periferica. Il periodo della Repubblica di Weimarfu contrassegnato dall'emergenza abitativa che portò nel 1920 all'attuazione del piano Mächler per la Grande Berlino (Gross-Berlin). Vennero inglobate 7 città satellite (Spandau, Köpenick, Charlottenburg, Schöneberg, Neukölln già Rixdorf, Wilmersdorf e Lichtenberg) e incorporati amministrativamente oltre 50 comuni. L'area metropolitana passò da 65,7 a ca. 880 km² e fu divisa nei seguenti distretti: Mitte, Tiergarten, Wedding, Prenzlauer Berg, Friedrichshain, Kreuzberg, Charlottenburg, Spandau, Wilmersdorf, Zehlendorf, Schöneberg, Steglitz, Tempelhof, Neukölln, Treptow, Köpenick, Lichtenberg, Weissensee, Pankow, Reinickendorf. Il piano urbanistico affidava al centro la funzione direzionale amministrativa; intorno a esso un elevato numero di complessi di edilizia economica e convenzionata, le cosiddette Siedlungen (come le Lindenhof e Hufeiesen progettate da M. Wagner e B. Taut o l'insediamento di Siemensstadt affidato ad H. Scharoun) e ancor più esternamente la costruzione delle aree produttive e quelle per il tempo libero che rappresentano tuttora la struttura del verde della metropoli berlinese. Con il regime nazista, che si ispirava a uno stile classicista funzionale al desiderato monumentalismo celebrativo, la città raggiunse la maggiore espansione demografica della sua storia. Berlino uscì dalla guerra completamente distrutta e divisa in quattro zone di occupazione militare da parte delle potenze vincitrici: America, Russia, Inghilterra e Francia. Nonostante la costruzione del Muro che nel 1961 diede vita a due Berlino nettamente distinte per appartenenza politica, sviluppo economico e culturale e, naturalmente, urbanistico e architettonico, la sfida della ricostruzione fece divenire la città uno dei principali laboratori di architettura del sec. XX. Grazie a un'ingente concentrazione di investimenti economici la parte Ovest della città diventò un unico cantiere a cielo aperto, mentre a Est i tentativi di modernizzazione architettonica e urbanistica vennero fortemente condizionati dalle pressanti priorità della ricostruzione industriale e dell'aumento delle capacità abitative, risolti con l'adozione di enormi caseggiati, autentici falansteri della città collettivistica. Quando nel 1989 le due città vennero unificate, la decisione di ridare a Berlino il ruolo di capitale della Germania unita richiamò sulla città l'attenzione degli architetti di tutto il mondo che affollarono i molti concorsi internazionali, indetti per costruire il contesto urbano del nuovo millennio. Molto rapidamente si delinearono due tendenze specifiche. La prima, riassumibile nel concetto di “ricostruzione critica” che fa capo ad H. Stimman, H. Kollhoff, M. Dudler, definiva alcuni criteri per la costruzione di Berlino capitale, per non cadere in una totale anarchia di stili e per cercare di conferire alla città un carattere riconoscibile. La seconda, invece, con D. Libeskind e gli architetti della corrente High Tech, ricercava un nuovo linguaggio architettonico, ricco di sperimentazioni audaci, contro le ripetitività e la fissità della “Berlino di pietra” e che alla lunga ha avuto modo d'imporsi. Dal punto di vista urbanistico le operazioni più significative sono state quelle che si sono poste l'obiettivo di recuperare a una dimensione di collettività urbana grandi aree abbandonate perché nella fascia di confine tra Est e Ovest. Paradigmatico il grande progetto di riqualificazione della Potsdamer Platz, che ha coinvolto molteplici firme dell'architettura contemporanea. Ma non possono essere dimenticati altri interventi nella parte orientale della città, come il Französische Bucholz a Pankow, il quartiere a Karow-Nord di Moore, Ruhle, Yudell, la corte residenziale di G. Augustin e U. Frank a Lichtenberg, dove sorgono anche le case semicircolari di H. Hertzeberger. Altrettanto importante è l'opera di risanamento dei grandi quartieri costruiti dalla DDR nella ex Berlino Est. Sono 17 grandi Siedlungen, centri residenziali edificati con la prefabbricazione pesante, che presentavano al momento dell'unificazione un livello di degrado assai avanzato. Tale programma ha previsto il recupero dell'ambiente adottando anche misure di controllo qualitativo, ormai estremamente diffuse in tutto il territorio tedesco, tra le quali spicca un monitoraggio ecologico in tempo reale accessibile, via Internet, a tutti i cittadini.

Storia: dalle origini alle lotte politiche del 1919

Nel sec. XIV le due città originarie, Berlin e Kölln, benché ancora separate si arricchirono con i commerci ed entrarono a far parte della Lega Anseatica nella quale tennero amministrazione comune; oltre ai successi economici approfittarono della decadenza dei margravi di Brandeburgo per aumentare la loro indipendenza. Dopo un periodo negativo causato dalla perdita di alcuni fondamentali privilegi, Berlin e Kölln ebbero un notevole rilancio quando, a partire dal sec. XVI, gli Hohenzollern stabilirono di risiedervi. Il delicato momento della riforma religiosa produsse scompensi politico-sociali e tumulti ai quali vanno aggiunti i disastri causati dalla guerra dei Trent'anni. Dopo il sacco e l'incendio appiccato dagli svedesi nel 1640, cominciò un nuovo periodo. Sotto la signoria di Federico Guglielmo il Grande un grande contributo allo sviluppo commerciale della città derivò dall'ammissione degli ebrei (1670) e degli ugonotti i quali, esuli dopo la revoca dell'Editto di Nantes (1685), vennero a costituire quasi un quarto della popolazione. Come capitale del Regno di Prussia, Berlino conobbe un ulteriore sviluppo: Federico I ne riformò l'amministrazione e la popolazione iniziò a crescere, accompagnata dal forte slancio economico e da innovazioni politiche e culturali. Nel 1747, dopo aver tolto a Berlino l'autonomia amministrativa, Federico II promosse industrie tessili e ceramiche. Lanciata dai nuovi provvedimenti la città sopportò (1757 e 1760) l'occupazione degli austriaci e degli austro-russi, e, per merito di Federico Guglielmo III, tra il Settecento e l'Ottocento espresse una prodigiosa vitalità anche sul piano delle discipline intellettuali. Della prima metà dell'Ottocento furono la riconquista dell'autonomia amministrativa (riforme Von Stein, 1809); lo sviluppo industriale accompagnato da aspre lotte sociali e moti di tipo luddista; la nascita dell'università (1810), centro di avanguardia culturale e politica; l'ampliamento di canali e ferrovie, che ne fece un nodo primario delle comunicazioni. La vitalità della città si manifestò, nel 1848, con la sollevazione popolare che costrinse il re di Prussia a convocare un'effimera Assemblea nazionale, ben presto seguita da una dura repressione e restaurazione autoritaria. Nel 1871 divenne capitale dell'Impero; nel 1918-19 fu teatro di violente lotte politiche che culminarono nel soffocamento dei moti spartachisti e nell'uccisione di K. Liebknecht e R. Luxemburg (gennaio 1919).

Storia: dalla nascita della Grande Berlino ad oggi

Divenuta a partire dagli anni Trenta cuore e simbolo del Reich nazista, Berlino doveva segnarne anche il crollo capitolando davanti alle truppe sovietiche, ormai quasi interamente distrutta, nel maggio 1945. Affidata quindi, in base agli accordi di Yalta e Potsdam, all'amministrazione congiunta delle potenze vincitrici (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica), Berlino venne divisa in quattro settori, formanti un'entità separata all'interno della zona di occupazione sovietica della Germania. Iniziata la “guerra fredda” fra E e W e approfonditasi progressivamente la divisione tra Germania orientale e occidentale, l'Unione Sovietica tentò di estromettere gli ex alleati bloccando ogni via d'accesso terrestre e fluviale ai settori occidentali (Blocco di Berlino, giugno 1948-maggio 1949), che poterono tuttavia resistere grazie a un ponte aereo. Attraverso il consolidamento dei propri legami con la Repubblica Federale, Berlino Ovest ottenne quindi l'autonomia amministrativa, pur rimanendone la suprema responsabilità politica affidata agli Alleati che vi conservavano le rispettive guarnigioni. La sua separazione dalla sezione orientale, divenuta virtualmente capitale della Repubblica Democratica Tedesca, si fece quindi più netta dall'agosto 1961, quando il governo comunista di quest'ultima, in seguito all'insuccesso del tentativo di trasformare Berlino Ovest in “città libera” e all'incapacità di interrompere il deflusso non autorizzato di popolazione, eresse un muro presidiato militarmente attorno alla restante parte della città (Muro di Berlino, nel tentativo di superare il quale sarebbero morte un'ottantina di persone). Le quattro potenze, con un accordo poi integrato dalle autorità tedesche nel settembre 1971, suggellarono quindi di fatto tale suddivisione, agevolando però al contempo i movimenti delle persone e delle merci rispetto al periodo precedente; questi furono ulteriormente agevolati dal 1980, in seguito all'intensificarsi del dialogo fra le due Germanie (nel 1982 si realizzò anche il completamento dell'autostrada proveniente da Amburgo). Nel novembre 1989 la subitanea crisi politica della Repubblica Democratica Tedesca induceva il suo governo a ripristinare la libera transitabilità dei valichi del confine intertedesco e del Muro, presto demolito anche dalla stessa popolazione berlinese . La riunificazione della città avveniva contemporaneamente a quella nazionale il 3 ottobre 1990, con l'atto di liberazione siglato dai responsabili militari dei settori. Berlino veniva in tal modo riacquistando il ruolo di guida del Paese come dimostra la solenne inaugurazione dei lavori del Bundestag tenuta il 20 dicembre 1990 nello storico edificio del Reichstag. Dopo alcuni mesi (giugno 1991) il Bundestag votava il suo trasferimento e quello dei massimi organi costituzionali da Bonn a Berlino, cui seguiva, nel dicembre, la decisione di spostare nella città i più importanti ministeri a esclusione di quello della Difesa . Il neo, sia pure ormai solo formale, della permanenza delle truppe di occupazione presenti a Berlino dal 1945, veniva cancellato nel giugno 1994: con due cerimonie separate, i russi da una parte e i franco-anglo-americani dall'altra, davano il loro definitivo addio alla città. Ma nel suo ritrovato primato politico Berlino diveniva anche la cassa di risonanza delle contraddizioni insite nel processo di integrazione delle due ex Germanie. La scelta di trasferire da Bonn a Berlino la capitale della nazione appariva finalmente, agli inizi del 1997, come il segnale più tangibile del processo di trasformazione e di rinnovamento della città. Il 4 febbraio la Cancelleria si insediava nei locali di un ex istituto bancario berlinese e l'anno successivo il cancelliere Schröder convocava la prima Assemblea del suo Gabinetto nel palazzo dell'ex Cancelleria di Berlino Est, sede per tanti anni dei leader comunisti della Germania orientale. Il 19 aprile 1999, infine, l'antico Reichstag completamente ristrutturato, secondo un progetto dell'architetto Norman Foster, veniva solennemente destinato a nuova sede del Bundestag nazionale. A partire dagli anni Novanta del XX secolo la città è stata oggetto di un intenso rinnovamento urbanistico, che ha interessato l'ex Berlino est. Da allora la città è diventa un centro culturale di prima importanza. Dal dicembre 2014 alla guida della città c'è il sindaco Michael Müller, esponente della SPD (Partito Socialdemocratico di Germania). Il 19 dicembre 2016 Berlino è stata colpito da un attentato terroristico, durante il quale un autoarticolato ha investito la folla in visita al mercatino di Natale Breitscheidplatz nel quartiere di Charlottendurg nei pressi della Chiesa della Memoria, travolgendo bancarelle e clienti per circa 50 m. Il bilancio della strage è stato di 12 morti e 56 feriti. Il sospetto attentatore, che aveva rubato il veicolo, uccidento il suo autista, è stato successivamente identificato dalla polizia italiana durante un posto di blocco e ucciso a Sesto San Giovanni. L'attentato è stato rivendicato dallo Stato Islamico. 

Arte: dal XIII al XVIII secolo

Con Federico Guglielmo il Grande, nella seconda metà del sec. XVII la città divenne un centro amministrativo e politico, favorito dall'apertura di un grande asse stradale, la Unter den Linden. Vennero chiamati a lavorare architetti italiani e soprattutto olandesi: J. G. Memhard, M. Schmidt e J. A. Nering che progettò il castello di Charlottenburg, presso la città, e il palazzo dell'Arsenale, compiuti dopo la sua morte (1695). Il maggiore architetto di Berlino tra Sei e Settecento fu Andreas Schlüter, legato alle forme grandiose del barocco romano. Tra il 1695 e il 1706 Schlüter costruì il castello reale di Federico III (dal 1701 re di Prussia col nome di Federico I), demolito dopo l'ultima guerra. Schlüter fu anche scultore (statua equestre di Federico III nella piazza del castello). Dopo il 1706 il castello venne compiuto dal danese Eosander von Göthe, che continuò anche il castello di Charlottenburg (1701-12). L'apporto più consistente alla nuova Berlino settecentesca lo diede Federico II il Grande, che nel suo lungo regno (1740-86) vide all'opera due generazioni di artisti. Alla prima appartiene G. W. von Knobelsdorff, l'architetto del re, autore del palazzo di Sans-Souci a Potsdam presso Berlino (1745-47; le decorazioni dell'interno sono tra le più splendide del rococò della Germania settentrionale), dell'ala nuova del castello di Charlottenburg (1740-43) e del Teatro dell'Opera, in forme neopalladiane (1741-43). Sulla piazza dove prospetta il teatro vennero costruiti nel 1747-50 la chiesa di Santa Edvige, modellata sul Pantheon, al cui progetto collaborò lo stesso Federico II; nel 1748 il palazzo del fratello del re, di J. Boumann (dal 1809 sede dell'università); nel 1775 la biblioteca, opera di G. C. Unger. La vicina Gendarmenmarkt, modellata sulla romana piazza del Popolo, con le due chiese simmetriche, è opera di Karl von Gontard (1780-85). Nel 1788-91, a chiusura della Unter den Linden, l'architetto C. G. Langhans eresse la porta di Brandeburgo, manifesto della nuova architettura neoclassica tedesca, che a differenza di quelle italiana, francese e inglese preferisce l'architettura greca ai modelli romani e palladiani, l'ordine dorico allo ionico e al corinzio, l'architrave all'arco, e crea edifici semplici, squadrati e funzionali, tra i più validi dello stile neoclassico in Europa. Nel 1808 si verificava il totale passaggio della proprietà dei suoli dal monarca, che ne dava in concessione l'uso ereditario, ai privati cittadini. Questa nuova condizione strutturale comportò un'immediata frammentazione delle aree urbane secondo diverse destinazioni e quindi l'instaurarsi di una gerarchia di valore dei suoli. Nel periodo napoleonico, oltre al Langhans e a David Gilly e a suo figlio Friedrich, operò Heinrich Gentz, autore del distrutto palazzo della Zecca e del palazzo delle Principesse e sostenitore precoce di teorie architettoniche funzionalistiche. Il maggiore architetto neoclassico della restaurazione fu K. F. Schinkel (attivo tra il 1811 e il 1841), autore del palazzetto della Neue Wache (1816-18), del teatro (1819), del Museo Antico (1824-28), del mausoleo nel parco di Charlottenburg. A cavallo fra i sec. XVII e XVIII nacque a Berlino una manifattura di ceramica; nel 1752 iniziò un'importante produzione di porcellana, tuttora attiva.

Arte: il XIX e il XX secolo

Negli ultimi trent'anni dell'Ottocento venne organizzato il complesso sistema museale berlinese accolto nella parte settentrionale dell'isola della Sprea (Museuminsel): uno straordinario insieme di collezioni d'arte costantemente accresciute dagli Hohenzollern. Altrettanto importante fu la ricerca compiuta dagli artisti nella direzione che porterà la città, all'inizio del sec. XX, ad affiancare Parigi nel ruolo di centro propulsore dell'arte contemporanea. Dopo la formazione nel 1898 della Secessione Berlinese, associazione di artisti antiaccademici capitanata dal pittore M. Liebermann, degni di nota furono l'arrivo in città, nel 1910, di Kirchner, Schmidt-Rottluff, Heckel e Nolde, protagonisti del movimento espressionista Die Brücke e l'apertura di varie gallerie d'arte private tra le quali, dal 1912, spiccherà quella Der Sturm animata da H. Walden con continue esposizioni dei più grandi artisti moderni europei. Altrettanto significativi furono i passi compiuti in campo architettonico cominciati nel 1907 con la formazione del Deutscher Werkbund, associazione che si proponeva di nobilitare il lavoro artigiano, collegandolo con l'arte e l'industria. Fu in questo contesto che una delle maggiori industrie tedesche, la AEG, conferiva all'architetto P. Behrens, nel 1909, l'incarico di costruire una fabbrica di turbine che poteva considerarsi uno dei manifesti del movimento che va sotto il nome di “razionalismo”. Nello studio di Behrens si formarono, tra il 1908 e il 1911, Gropius e Mies van der Rohe, tra i maggiori protagonisti della grande architettura tedesca del Novecento. Mentre Gropius perseguì in questi anni soluzioni rigorosamente funzionali (Siemensstadt, 1930), che anticipavano una certa architettura neocapitalistica del secondo dopoguerra, Van der Rohe elaborò un'architettura astratta e minimale secondo il suo motto less is more, visibile nelle case d'abitazione o nei padiglioni per l'Esposizione di Berlino del 1931. Accanto alle sperimentazioni di questi maestri sono da porre le invenzioni di E. Mendelsohn capace di dar vita a un espressionismo tridimensionale (torre Einstein, a Potsdam, 1920-21; Columbushaus di Berlino, 1931) e H. Poelzig anch'egli coinvolto nella ricerca di un'architettura decorativa caratterizzata dalla dissoluzione di forme e spazio (Grosses Schauspielhaus, 1919). Con il regime nazista, che si ispirava a uno stile classicista funzionale al desiderato monumentalismo celebrativo, la città raggiunse la maggiore espansione demografica della sua storia. L'architetto a cui vennero affidati gli incarichi più importanti fu A. Speer (Nuova Cancelleria, 1938) mentre si devono a W. March lo stadio olimpico per i giochi del 1936 e a E. Sagebiel l'aeroporto di Tempelhof. Mai attuato invece il piano regolatore elaborato da Speer e dallo stesso Hitler che prospettava la costruzione ex novo di una città-simbolo del “Reich millenario”. Uscita completamente distrutta e divisa dalla seconda guerra mondiale, Berlino, a partire dal 1961, trovò proprio nel Muro il suo simbolo di un'odiosa lacerazione tra mondi completamente diversi. A Ovest grandi investimenti economici trasformarono la città in un perenne cantiere architettonico. Tra il 1955 e il 1957, in occasione della Mostra Internazionale di Architettura Interbau, rinasce il quartiere Hansaviertel al cui rifacimento collaborarono tra loro quasi cinquanta architetti di tutto il mondo, nomi come Gropius, Luckhardt, Aalto, Niemayer, Baldessari. Con il passare degli anni, in una Berlino Ovest che inseguiva il progetto di una grande capitale unificata, aumentarono i segni lasciati dai più grandi rappresentanti del movimento moderno in architettura. Tra il 1960 e il 1970 Berlino si arricchì di capolavori come, tra gli altri, la Neue Nationalgalerie di M. van der Rohe, il Bauhaus Archiv e la Gropiusstadt su disegno di W. Gropius, la Staatsbibliotek, la Filarmonia e la Kammermusiksaal di Scharoun. Tuttavia con ogni probabilità l'intervento architettonico di maggior rilievo del dopoguerra fu attuato a Berlino tra il 1979 e il 1987 con l'IBA (Internationale Bauausstellung di Berlino). L'imponente programma di interventi fu suddiviso in due sezioni, una di ristrutturazione e riqualificazione dell'esistente, l'IBA-Alt operante nei quartieri degradati di Luisenstadt e di Kreuzberg e l'IBA-Neue, diretta dall'architetto Kleihues indirizzava a nuove costruzioni in alcune aree campione, storicamente e tipologicamente significative come i quartieri di Friedrichstadt e di Tiergarten, di Tegel e Pragerplatz. In questa operazione l'IBA coinvolse i nomi più in vista dell'architettura contemporanea: da Krier a Hollein, da Eisenman a Stirling, da Rossi (caseggiato di Wilhelmstrasse) a Gregotti (edificio di Lutzowstrasse) a Portoghesi (abitazione al porto fluviale di Tegel) a Kleihues impegnato nella trasformazione della vecchia e dismessa Hamburger Banhof nel nuovo Museo d'Arte Contemporanea. Decisamente diversa fu la vicenda architettonica di Berlino Est. Anche la municipalità orientale tentò di dare alla città, nel secondo dopoguerra, una veste moderna. Al monumentale progetto della Stalinallee, grande viale costruito da H. Henselmann tra il 1952 e il 1954, seguirono, negli anni, le attente ricostruzioni del primo tratto dell'Unter den Linden e del quartiere di Friedrichstadt fino alla progettazione di colossali infrastrutture come l'Alexanderplatz e la Karl Marx-Allee, strada modello di Berlino Est nello spirito del socialismo.

Arte: dopo la caduta del Muro

Dopo la riunificazione del 1989 l'urgenza costruttiva si rivelò immediatamente nel desiderio di riqualificare molte delle aree libere attorno al Muro abbattuto, degradate a zone di confine sia a Est sia a Ovest. A N, nell'area dell'ansa della Sprea, sorge il nuovo centro politico amministrativo dello Stato su progetto (1993) di A. Schultes e Ch. Frank. Esso propone un grande asse lineare, largo 100 m e lungo 1,5 km, che congiunge le due parti della città da E a W. All'interno di questa grande “fascia federale”, si trovano edifici caratterizzati da forme prevalentemente geometriche con molte aperture verso l'esterno, che ospitano le principali funzioni governative come la Cancelleria (A. Schultes e Ch. Frank), gli uffici dei deputati e delle commissioni (S. Braunfels), e il Parlamento. Il segno urbano è di grande efficacia e adotta come tema principale quello della trasparenza. Tale connotato simbolico segna prepotentemente anche il recupero complessivo del Reichstag realizzato da N. Foster, con la sua cupola di vetro di 23 m di altezza che sfrutta, tra l'altro, le più avanzate ricerche nel campo della tecnologia e della bioarchitettura. Proseguendo nell'esame delle numerosissime costruzioni che confermano Berlino come centro di sperimentazione architettonica sono da segnalare la Lehrter Bahnhof, principale stazione della città e gli interventi sulla Pariserplatz di M. von Gerkan, Marg e Partener e l'edificio per uffici e alloggi, sede centrale della DG Bank di F. Gehry. Particolare importanza simbolica assume la pluriforme ricostruzione della Potsdamer Platz, luogo considerato prima della guerra la piazza più trafficata di Europa, completamente distrutto nel secondo conflitto, chiuso dal Muro dentro Berlino Est, immensa spianata di terra nuda a E e bosco a W e completamente ricostruito su progetto di R. Piano e C. Kohlbecker. Confrontandosi con il significato storico del luogo sono sorti uffici, residenze, luoghi di culto che portano le firme di nomi come R. Piano per il lotto della Daimler-Benz, R. Rogers, A. Isozaki, J. R. Moneo, G. Grassi per lo spazio dell'Asea Brown Boveri e H. Jahn per la nuova centrale europea della Sony che, utilizzando i più avanguardistici mezzi esistenti ospita, oltre all'amministrazione, anche la mediateca tedesca, cinema, hotel e negozi. L'area dell'intero complesso è delimitata a S dal Landwehrkanal, a N da un cuneo del parco del Tiergarten e a W dal comprensorio con le già citate costruzioni di H. Scharoun. Il disegno urbano conferma il tema dell'isolato che si allinea sui tracciati stradali come quello del tridente che converge sulla Potsdamer Platz o quello della Fridrichstrasse, con edifici destinati a magazzini commerciali firmati da H. Kollhoff, O. M. Ungers, J. Nouvel. Accanto al blocco policromo di A. Rossi nella Zimmerstrasse si può collocare la versione razionalista del “blocco 108” di Th. Van den Valentyn e M. Dittman. La nuova Camera di commercio progettata da N. Grimshaw & Partners alla Fasanenstrasse, invece, ha una sezione ellittica che copre un grande volume interno, mentre il velodromo di D. Perrault (1992-99), alla Landesberg Alle, è una architettura quasi tutta ipogea con un grande basamento verde segnato dal tondo della copertura del velodromo e dal rettangolo di quello della piscina. Tra gli ultimi progetti a cui si sta lavorando è la completa ristrutturazione della monumentale Isola dei Musei con il completamento del Neues Museum su concorso vinto nel 1997 da D. Chipperfield. Ma forse è il Museo Ebraico di D. Libeskind con i suoi spazi ancora vuoti, decostruiti e quasi impraticabili sebbene già aperti al pubblico, il luogo più carico di memoria della città. Per i musei di Berlino, vedi Staatliche Museen.

Università e biblioteche

Berlino è sede di numerosi istituti culturali, tra cui la Freie Universität, fondata nel 1948, e l'Università Tecnica, aperta con questo nome nel 1946, ma esistente dal 1879 come Istituto Tecnico Superiore, ambedue appartenenti, prima della riunificazione, al settore occidentale della città, mentre nel settore orientale era rimasta l'università più antica, la Humboldt (1809). Contemporaneamente, con la unificazione, è stata decisa la divisione dell'Università Humboldt in due nuclei: la parte umanistica è rimasta nella sede storica a Berlino, mentre le facoltà scientifiche e quelle di ricerca applicata alle tecnologie d'avanguardia sono state spostate ad Adlershof. Alle attività universitarie sono state affiancate tutte quelle con funzione di incubatrici di imprese. Adlershof si è dunque trasformata in un grande polo tecnologico per le ricerche applicate nei settori della produzione avanzata. Le biblioteche più importanti di Berlino sono la Deutsche Staatsbibliothek, quella dell'Università Humboldt (ca. 2.000.000 di volumi) e la Comunale (ca. 1.000.000 di volumi). Berlino ospita anche una sede della Deutsche Nationalbibliothek.

Spettacolo

A lungo povera di vita teatrale, Berlino ebbe valide e stabili strutture soltanto verso la fine del sec. XVIII, quando, durante il regno di Federico II, furono aperti la Königliche Oper per la musica (1742) e il Komödienhaus per il teatro di prosa (1776). Federico II protesse in particolare la musica strumentale e da camera, riunendo intorno a sé musicisti quali J. G. Graun, F. e G. Benda, C. Ph. E. Bach, J. J. Quantz e J. Ph. Kirnberger; a lui J. S. Bach dedicò l'Offerta Musicale, nata da un'improvvisazione dinanzi al sovrano alla corte di Potsdam nel 1747. Poi, nel 1786, iniziò l'attività nel rinnovato Kömodienhaus il Königlische Nationaltheater, con due sedi: una per la prosa (Schauspielhaus), dove C. Th. Döbbelin e quindi A. W. Iffland introdussero il nuovo repertorio e la nuova recitazione realistica, l'altro (Opernhaus) per la musica, dove furoreggiò il Singspiel. Nel 1815 ne fu nominato unico intendente il conte Von Brühl, che chiamò da Weimar L. Devrient, aprendo alla “grande tragedia” (Shakespeare, Calderón, Goethe), e affidò la lirica a Spontini; ma l'opera italiana fu ben presto eclissata dal teatro musicale tedesco con le opere di C. M. von Weber, H. Marschner, J. Meyerbeer, G. A. Lortzing e R. Wagner. Superata una fase di stasi a metà del secolo, la città divenne, con una vera e propria fioritura di palcoscenici (15, a contare i maggiori, furono aperti dal 1850 al 1890) e soprattutto con la fondazione del Deutsches Theater (1883) ancor più della Freie Bühne (1889) di O. Brahm, il vero centro propulsore del teatro tedesco. Nel 1882 fu inaugurata anche l'Orchestra Filarmonica. Da citare è anche l'attività dell'orchestra della Radio (dal 1925) e delle numerose associazioni corali. Le iniziative del Deutsches Theater e della Freie Bühne confluirono di fatto nel 1894, quando Brahm divenne direttore del Deutsches Theater facendone la sede più autorevole del teatro naturalista. Gli succedette nel 1904 M. Reinhardt, che non limitò la sua attività al Deutsches, ma spaziò dal cabaret al circo, dalla saletta sperimentale alla grande sala con 5000 posti (il Grosses Schauspielhaus), in un eclettismo di repertorio e di messinscene che abbracciava l'intero fenomeno teatrale. Nel 1890 era peraltro partito da Berlino il movimento della Volksbühne, inteso a rendere il teatro accessibile alle masse popolari e proletarie, mentre nell'opera imperava R. Strauss. Gli anni del primo dopoguerra videro la città ancora all'avanguardia del nuovo teatro, con gli spettacoli espressionisti di Reinhardt, J. Fehling e soprattutto L. Jessner e con il teatro politico di E. Piscator, mentre alla Staatsoper (ex Königliche) si affermavano le voci nuove della lirica. L'avvento del nazismo impose un teatro di alto livello formale ma in forma ufficializzata e decorativa. Dopo il 1945 il riconquistato prestigio teatrale è stato affidato, a Berlino Est, al Berliner Ensemble (la compagnia che fu diretta da B. Brecht e da H. Weigel con sede al Deutsches Theater dopo il 1949 e al Theater am Schiffbauerdam dopo il 1954), alla Komische Oper di W. Felsenstein, al rinnovato Deutsches Theater e alla Volksbühne, divenuto, dopo la riunificazione, massima espressione di anticonformismo culturale; a Berlino Ovest alla Städtliche Oper, alla Deutsche Oper Berlin, alle annuali Berliner Festwochen, particolarmente rilevanti nella vita musicale della città, allo Schlossparktheater di Steglitz e a registi come Schuh, B. Barlog, il rimpatriato Piscator e P. Stein, affermatosi negli anni Settanta come uno dei più importanti registi teatrali europei. L'attività musicale trova alimento presso associazioni e istituzioni di antica origine, come l'università, nella quale insegnarono alcuni dei più valenti musicologi dello scorso e del nostro secolo (Ph. Spitta, H. Kretzschmar, H. Abert, A. Schering, J. Wolf), lo Städtisches Konservatorium (già Conservatorio Stern) e la Hochschule für Musik (fondata nel 1869), cui è annesso un Museo degli Strumenti Musicali dotato di oltre 1000 pezzi raccolti dal sec. XVI a oggi.

Economia

Nella seconda metà del Novecento le due Berlino si svilupparono in modo del tutto autonomo presentando strutture economiche alquanto diverse. In entrambe comunque prevalsero nell'industria i settori elettromeccanico, meccanico di precisione, ottico, alimentare, chimico, delle confezioni, del cuoio e della ceramica, Berlino Est, a differenza di Berlino Ovest, grazie alla sua funzione di capitale e alla contiguità territoriale con la Repubblica Democratica Tedesca, ha avuto un potenziamento considerevole anche nel settore terziario. Ricca di musei e istituti culturali, Berlino è altresì città d'arte e di cultura d'estremo interesse, meta di un flusso turistico intensissimo, che si è notevolmente incrementato dopo la caduta del Muro. Dopo l'entusiasmo post-riunificazione, che ha innescato decine di nuovi progetti di riqualificazione urbana e di rilancio produttivo e finanziario, Berlino è stata investita negli ultimi anni da una profonda crisi economica. La gestione sociale ed economica della riunificazione è stata particolarmente difficoltosa; il trasferimento del governo federale da Bonn a Berlino non ha portato all'indotto i benefici economici sperati e via via anche le compagnie internazionali si sono dimostrate sempre più restie a investire in una realtà complessa e ancora in via di definizione. Nel 2001 si è aggiunta la bancarotta della Berliner Bank Gesellschaft, una delle società bancarie più grandi della Germania (il cui azionista di maggioranza è proprio l'amministrazione locale) colpevole di aver azzardato onerosi investimenti per la ricostruzione senza averne valutato l'alto rischio. Lo scandalo finanziario e le conseguenti misure finanziare restrittive applicate dalla pubblica amministrazione – riduzione dei sussidi di disoccupazione, dei finanziamenti delle infrastrutture sociali, dai centri di accoglienza immigrati alle iniziative culturali – hanno innescato una profonda protesta sociale. Berlino è servita da tre aeroporti: Tegel, a NW dal centro; Tempelhof, il più vicino al centro, ma in via di abbandono; e Schönefeld, a SE, che nel 2010 diventerà l'aeroporto internazionale di Berlino e Brandeburgo.Berlino è sede di importanti fiere commerciali di richiamo internazionale: l'appuntamento nutrizionista e agroalimentare della Grüne Woche, la Settimana Verde, a gennaio; la Fiera Internazionale del Turismo (ITB) a marzo; la Fiera Internazionale dell'Aeronautica e dello Spazio (ILA), a maggio con cadenza biennale; la Fiera Internazionale della Radiotecnica ad agosto-settembre.

Curiosità

Ogni anno, dal 1951, si tiene nel mese di febbraio a Berlino l'Internationale Filmsfestspiele, il Festival internazionale del cinema, più comunemente noto come Berlinale. È uno degli appuntamenti cinematografici europei più importanti, nel corso del quale si assegna, ai film in concorso, l'ambito Orso d'Oro. Dal 1996 invece è stato istituito il Carnevale delle Culture, durante il week end di Pentecoste, nel quartiere di Kreuzberg: festa multiculturale, che ogni anno attira una sessantina di nazioni partecipanti, all'insegna della “contaminazione” degli stili e delle tradizioni, così come del resto insegna la capitale tedesca, una delle città a più alta densità multietnica d'Europa. Simbolo di Berlino è l'orso: lo ricordano numerosi gli stemmi e i monumenti cittadini. Ma ve ne sono anche di veri nel giardino zoologico e al parco Köllnischer e al Tierpark, nel distretto di Lichtenberg.

Bibliografia

Per la geografia

K. Schroeder, Berlin, Struktur und Functionen einer geteilten Stadt, in “Geographisches Taschenbuch 1962-63”, Wiesbaden, 1962; A. Riklin, Das Berlinproblem. Historisch-politische und völkerrechtliche Darstellung der Viermächtestatus, Colonia, 1964; A. Schinz, Berlin. Stadtschicksal und Städtebau, Brunschweig, 1964; Büro für Gesamtberliner Fragen, Berlin-Sowjetsektor, Berlino, 1965; W. Krumholz, Berlin ABC, Berlino, 1965; Polyglott Reisführer, Berlin, Colonia e Monaco, 1968; T.C.I., Germania Occidentale e Berlino, Milano, 1970; Statistisches Jahrbuch Berlin, Berlino, pubblicazione annuale; Autori Vari, Das Bild unserer Welt, Stoccarda-Monaco, 1989.

Per la storia

V. Orilia, Berlino dagli accordi di guerra alla conferenza di Ginevra, Milano, 1959; Documentation sur la question de Berlin-ouest, Berlino, 1964; Documents sur Berlin – 1943-1963, Monaco, 1964; A. Riklin, Das Berlinproblem. Historisch-politische und völkerrechtliche Darstellung des Viermächtestatus, Colonia, 1964; Alexandra Richie, Berlino. Storia di una metropoli, 2003

Per l'arte

E. Redslob, Barock und Rokoko in den Schlössern von Berlin und Potsdam, Berlino, 1954; M. Kühn, Schloss Charlottenburg, Berlino, 1955; J. Sievers, P. O. Rave, Schinkel, Lebenswerk, Berlino, 1955; G. Rodenwaldt, Griechisches und Römisches in Berliner Bauten des Klassizismus, Berlino, 1956; L. Hilberseimer, Architettura a Berlino negli anni Venti, Milano, 1981; Marcello Pazzaglini, Illustrazioni; N. Foster, Il Reichstag con la nuova cupola, Berlino 1999; F. Gehry, Sede centrale della DG Bank, Berlino 1999; R. Piano, Ch. Kohlbecke, Master plan dell’area della Potsdamer Platz, Berlino 1993; R. Piano, Ch. Kohlbecke, Teatro e Casinò alla Potsdamer Paltz, Berlino 1998; R. Rogers, Blocchi per uffici ed abitazioni alla Potsdamer Platz, Berlino 1999; J. Nouvel, Galeries Lafayette, Berlino 1998; N. Grimshaw & Partenrs, Camera di commercio, Berlino 1998; D. Perrault, Velodromo e piscina, Berlino 1999; Studio Cepezed, Centro di ricerca per l’informatica, Berlino Adlershof, 1999; S. Hutton, Centro per la ricerca delle tecnologie laser, Berlino Adlershof, 1999; H. Hertzberger, Edificio circolare residenziale, Berlino Penisola di Stralau, 1998.

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