Filadèlfia (Pennsylvania)

Indice

Generalità

Città (1.517.550 ab. nel 2000; 6.188.463 ab. l'area metropolitana nel 2000) dello Stato della Pennsylvania (USA) , la maggiore per importanza dello Stato e la quinta della Confederazione. È situata a 160 km dalla costa atlantica, sulla penisola formata dalla confluenza del fiume Schuylkill nel Delaware, e nella zona centrale (City Hall), localizzata nel punto in cui i due fiumi più si avvicinano, conserva la pianta a scacchiera voluta dal suo fondatore. Nel corso del tempo Filadelfia si è andata estendendo verso W e verso N (in direzione di New York) lungo la riva destra del fiume Delaware e lungo le due rive del fiume Schuylkill (in queste zone, in particolare, sono stati creati grandi giardini). La conurbazione di Filadelfia comprende 8 contee, 5 nella Pennsylvania e 3 nel New Jersey. Principale centro della cosiddetta “Ruhr d'America”, Filadelfia è favorita dalla vicinanza dei giacimenti carboniferi degli Appalachi, dalla disponibilità di energia elettrica fornita dalla “Fall Line” e dalla navigabilità del Delaware, accessibile anche a bastimenti di grosso tonnellaggio. Tutto ciò ha creato le migliori condizioni per lo sviluppo di grandiosi complessi industriali: vi è rappresentato ogni ramo, ma rivestono particolare importanza l'industria siderurgica (acciaierie in genere e, in particolare, costruzioni ferroviarie e navali), tessile (maglifici), chimica, petrolchimica, alimentare, del tabacco e della carta (queste ultime alimentano una vasta attività editoriale). Il grande sviluppo del settore secondario è supportato da un'altrettanto intensa attività finanziaria e commerciale, favorita dalla presenza di uno dei maggiori porti fluviali del mondo: in entrata prodotti grezzi per l'industria e prodotti alimentari, mentre in uscita petroli e derivati e manufatti tessili. Al porto converge una fitta rete ferroviaria che collega Filadelfia ai bacini minerari della Pennsylvania e alle linee che da New York scendono verso S lungo la fascia atlantica. La città è, inoltre, dotata di un aeroporto internazionale. In inglese, Philadelphia.

Storia

Fondata nel 1682 da W. Penn, si sviluppò rapidamente sia in campo economico (grazie soprattutto al porto) sia sul piano culturale (nel 1749 fu creata l'Accademia, nella quale insegnò Franklin). Durante la rivoluzione fu sede del primo e del secondo Congresso continentale (1774-76) e il 4 luglio 1776 vi fu proclamata l'indipendenza degli Stati Uniti. Salvo il periodo tra il 1777 e il 1778, quando fu occupata dagli Inglesi, Filadelfia fu di fatto la capitale delle colonie in lotta. Nel 1787, dopo l'indipendenza, vi si tenne la Convenzione che adottò la Costituzione. Dal 1790 sino al 1800, quando fu inaugurata Washington, fu capitale degli Stati Uniti . Nel corso del sec. XIX continuò a essere un grande centro industriale, commerciale e culturale. Vi sorsero le prime organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori (la Mechanic's Union of Trade Association, 1827, divenuta l'anno seguente il Workingsmen's Party). A Filadelfia, attivo centro abolizionista, venne fondata nel 1833 la prima società antischiavista e la città partecipò vigorosamente alla guerra civile.

Urbanistica e arte

La città sorse su pianta ideata da Thomas Holme, sovrintendente generale di William Penn. La pianta originaria di Filadelfia, la più interessante del periodo coloniale americano, presenta perimetro regolare, tracciato viario a reticolato, una grande piazza centrale e quattro piazze minori. Del periodo della fondazione restano alcuni edifici in mattoni, come la chiesa svedese Gloria Dei (1698-1700) e la Wynnestay House (1689). Nel sec. XVIII Filadelfia divenne la più grande e ricca città delle colonie americane . La città può essere considerata il maggior centro dell'architettura coloniale e federale d'America. Gli esempi più significativi dello stile georgiano che dominò il sec. XVIII sono la Christ Church (1727-44), la St. Peter's Church (1758-61), di R. Smith, la chiesa quacchera (1803) e, nel campo dell'architettura civile, l'Independence Hall, di A. Hamilton (1732; ora museo), la Carpenter's Hall (1768-70), di R. Smith, la Congress Hall (1787), la Philosophical Hall (1785), ecc. Si ricordano inoltre numerose abitazioni private della città e dei dintorni. Nei primi decenni del sec. XIX dominò lo stile neogreco (greek revival), rappresentato soprattutto dalle opere degli architetti W. Strickland (Naval Asylum, 1826-33; Merchant's Exchange) e J. Haviland. In seguito furono usati tutti gli stili storici, dal gotico (S. Stefano, di W. Strickland, 1822; S. Marco, di J. Notman) al rinascimento italiano (cattedrale dei SS. Pietro e Paolo, di J. Notman e N. Lebrun, 1846-64) e francese (City Hall, 1871), fino all'eclettismo di fine secolo (Pennsylvania Academy of Fine Arts, di F. Furness, 1879). Nel campo dell'urbanistica si seguirono i modelli francesi (collegamento della piazza centrale della città con il Fairmount Park, mediante una avenue di tipo parigino

, proposto nel 1871 e realizzato nel 1902-30). Nel periodo fra le due guerre l'edificio più interessante è il Saving Fund Society Building, di G. Howe e W. Lescaze (1932), un grattacielo in acciaio e vetro. Dopo la II guerra mondiale sono sorti a Filadelfia importanti edifici: si ricordano il Richard Medical Research Center, di L. I. Kahn (1960), nel campus dell'Università di Pennsylvania, e la Beth Sholom Synagogue, di F. L. Wright, a Elkins Park (1959). Filadelfia è all'avanguardia anche per quanto concerne i problemi della conservazione e dell'utilizzazione del centro antico (sia pure con risultati spesso discutibili) e la pianificazione urbana e territoriale.

Musei e istituzioni culturali

Il maggiore museo di Filadelfia è il Philadelphia Museum of Art (fondato nel 1875 e allocato in un edificio neogreco del 1919-27 in Fairmount Park), formato, come molti altri musei americani, da raccolte private esposte separatamente (tra le maggiori le collezioni J. G. Johnson, Arensberg, Gallatin, Stern, Tyson). Un'altra caratteristica del museo è quella di esporre, smontate dai luoghi di origine e ricostruite, intere parti di edifici, tra cui per esempio una stanza di palazzo Soranzo di Venezia. La maggior parte dei dipinti europei dei sec. XIV-XVI proviene dalla collezione Johnson: riccamente rappresentate sono le pitture italiana (Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Botticelli, L. Signorelli, Tiziano, Tintoretto, Veronese), fiamminga (Jan van Eyck, Van der Weyden, Dirk Bouts, Memling, G. David, Pieter Bruegel il Vecchio, Luca di Leida), tedesca (Dürer, Holbein, Cranach) e spagnola (El Greco). Per il Seicento ricchissima è la raccolta degli olandesi (Rembrandt, Van Goyen, Van Ruysdael, Hobbema, Terborch). Per il Settecento dominano gli inglesi (Reynolds, Gainsborough, Hogarth), seguiti dagli italiani (Canaletto, Guardi, Magnasco); per l'Ottocento i francesi (J.-L. David, Ingres, Géricault, Delacroix, Daumier, Corot, Courbet, Daubigny, Millet, Manet, Monet, Pissarro, Cézanne, Renoir, Rousseau) e gli inglesi (Turner, Bonington). Le raccolte Gallatin e Arensberg hanno arricchito il museo di un eccezionale complesso di opere dei maggiori artisti europei del sec. XX. Si deve infine ricordare la raccolta di pittura americana (Ch. W. Peale, Mary Cassatt, E. Hicks, ecc.), tra cui spiccano i 64 dipinti di Thomas Eakins. Anche la Pennsylvania Academy of Fine Arts, che è la più antica istituzione d'arte degli USA (1805), è dedicata all'arte americana. Il Museo dell'Università di Pennsylvania raccoglie le collezioni archeologiche ed etnografiche. Tra il materiale classico e antico-orientale vanno ricordati i reperti provenienti dagli scavi di Ur, Nippur e Tepe Hissar. Ricchissime le sezioni dedicate all'arte cinese antica, alle civiltà precolombiane, all'arte della Polinesia, della Micronesia e della Melanesia. La collezione africana è la maggiore degli USA. § L'attività musicale si svolge intorno alla Philadelphia Orchestra, prestigioso organismo sinfonico fondato nel 1900 e diretto, fra gli altri, da Leopold Stokowski, Eugene Ormandy e Riccardo Muti.

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