(Praha; in tedesco Prag). Capoluogo della regione della Boemia Centrale e capitale della Repubblica Ceca; costituisce inoltre essa stessa una provincia di 496 km², 181 m s.m., 1.181.610 ab. (stima 2006), 2382 ab./km².

Generalità

Situata in splendida posizione sulle rive della Moldava (Vltava), nel cuore della Boemia, alla convergenza di una fitta rete stradale e di linee ferroviarie e aeree che la collegano con i principali centri dell'Europa, non è soltanto la più grande città della Repubblica Ceca, ma ne è anche il maggior centro industriale, commerciale, finanziario, politico, culturale e religioso. La città è sede dell'Università Carlo o Carolinum (Universita Karlova), di un Politecnico, dell'Università del 17 Novembre (1961), di numerosi istituti culturali, di accademie (delle scienze, militare e d'arte), di teatri, di musei e di biblioteche. Dal sec. XIV fino all'inizio del Seicento Praga conobbe una straordinaria fioritura culturale e artistica (venne anche per questo soprannominata la “città d'oro”) che continuò poi anche nel Settecento, con una feconda stagione architettonica barocca. Fino al 1992 è stata capitale della Cecoslovacchia. Parte del centro storico di Praga, che comprende la cattedrale di San Vito, il quartiere ebraico e l'antico cimitero ebraico, è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO nel 1992.

Urbanistica

La città sorge su una serie di alture lungo le rive della Moldava, prima della confluenza con l'Elba, dove la vallata del fiume si apre a raccogliere le valli secondarie degli affluenti. L'insediamento, iniziato nel sito fin dal periodo neolitico, si sviluppò successivamente sulle due rive del fiume fino a stabilizzarsi con la costruzione dei castelli di Vyšehrad (sulla riva destra, prima sede dei duchi di Boemia, sec. IX) e di Hradčany (sulla riva sinistra, sec. X, dal 973 sede vescovile, poi dimora dei sovrani e centro politico, culturale e religioso della città). Già nel sec. X un ponte in legno, sostituito alla fine del sec. XII da uno in pietra, connetteva la riva sinistra del fiume a quella destra, dove i nuclei abitati sorti nella piana dell'ansa furono unificati in città da Venceslao I nel 1232-35 (Staré Město, Città Vecchia) e difesi nel 1253 da una prima cinta di mura in pietra. Nei sec. XI-XII il castello di Hradčany, ampliato e fortificato, assunse le dimensioni di una cittadella, racchiudendo vari edifici militari e amministrativi e la cattedrale di San Vito. Nella zona sottostante il castello, sulla sinistra della Moldava, nel sec. XIII venne realizzato un nuovo insediamento, Malá Strana (Città Piccola), abitato prevalentemente da coloni tedeschi e successivamente collegato alla Città Vecchia mediante il gotico ponte Carlo. Il processo di unificazione della città in un solo municipio fu iniziato nel sec. XIV dall'imperatore Carlo IV, che diede a Praga un decisivo impulso edilizio e urbanistico con un organico piano di intervento. Nel 1348 Carlo IV creò sulla riva destra della Moldava il primo nucleo della Nové Město (Città Nuova), inglobando nella cerchia urbana i villaggi presso Vyšehrad. La Città Nuova, che circonda ad arco quella Vecchia con vie regolari a scacchiera, è tuttora il centro economico di Praga; la sua arteria più importante è la Příkopě (il fossato che fino al 1816 separava la Città Vecchia dalla Nuova) su cui si innesta la piazza di San Venceslao (Vaclavské náměstí), antico mercato di cavalli, di forma rettangolare con i lati di 60 e 682 metri. La fondazione dell'Università di Praga nel 1348 (la più antica nell'Europa centrale), la costruzione della residenza reale sulla cittadella di Hradčany, l'edificazione di chiese, conventi, edifici pubblici fanno dell'età di Carlo IV uno dei periodi più attivi della storia della città, che assunse allora l'impronta gotica che la caratterizza. Con l'avvento degli Asburgo (1526), Praga perse progressivamente la sua importanza assumendo un ruolo secondario rispetto a Vienna; solo nella seconda metà del sec. XVII essa ricevette un notevole impulso edilizio con la costruzione dei nuovi palazzi per la borghesia mercantile tedesca, con le sistemazioni di quartieri secondo i principi dell'urbanistica barocca, con la costruzione di chiese per i ricchi ordini religiosi (soprattutto gesuiti). Praga venne cinta da un nuovo ordine di mura ricalcanti quelle del periodo di Carlo IV e fu nominata nel 1784 “regia capitale” da Giuseppe II che riunì in unica municipalità i quattro nuclei storici: Staré Město, Nové Město, Malá Strana, Hradčany. La crescita della città oltre le mura e la formazione di villaggi e suburbi nelle vicinanze (soprattutto verso settentrione), in conseguenza dell'enorme sviluppo industriale dall'inizio del sec. XX, venne ratificata dopo la prima guerra mondiale quando a Praga, divenuta capitale della Cecoslovacchia, furono annessi 37 comuni e i suoi abitanti dai 99.000 del 1830 divennero 848.000 nel 1930. Nel periodo tra le due guerre furono costruiti vari quartieri ispirati alle esperienze dell'avanguardia razionalista, tuttavia la città non ebbe un preciso piano regolatore fino al 1964, anno in cui fu approntato un piano urbanistico razionale per regolare lo sviluppo della capitale. L'espansione della città, secondo questo piano, non si è più basata sulla crescita radiocentrica continua ma sulla previsione, a una distanza opportuna dal centro, di città satelliti ben collegate con il centro. Questa soluzione è mirata a stabilizzare la dimensione del centro storico dotandolo dei servizi mancanti, di aree di verde a parco pubblico e incrementando lo spazio destinato al tempo libero localizzato a N della città, con boschi e attrezzature residenziali. La ristrutturazione del centro storico di Praga ha comportato l'espulsione delle funzioni non compatibili con le caratteristiche degli edifici e del tessuto urbano e una risoluzione del sistema viabilistico attraverso attrezzature stradali e di parcheggio tangenti al centro storico reso pedonale. Nell'agosto 2002 il centro storico della città è stato danneggiato in seguito allo straripamento della Moldava.

Storia

Nel sec. X, quando apparve per la prima volta documentato il nome della città, già esisteva sulla riva sinistra della Moldava il castello, residenza dei Přemyslidi. Nel 973, sotto il regno di Boleslao I, Praga divenne sede del primo vescovado: avvenimento che contribuì grandemente all'unificazione dello Stato ceco. È soltanto nel 1253, dopo la fusione delle piccole borgate sulla riva destra e dopo essere stata cinta di mura, che Praga fu riconosciuta giuridicamente come città: quella che ancora oggi viene chiamata Città Vecchia. Nel 1257, Ottocaro II favorì la formazione sotto il castello di una nuova città (Città Piccola) per accogliervi i coloni tedeschi, presenti in gran numero. Ma il momento più fulgido della storia di Praga è legato al regno di Carlo IV di Lussemburgo che ne fece la sua residenza: a lui si deve la costruzione della Città Nuova, la fondazione dell'Università (1348, divenuta poi il maggior centro del nazionalismo ceco), l'innalzamento della sede vescovile ad arcivescovado e l'allargamento del tessuto urbano. La colonizzazione germanica raggiunse il suo culmine alla fine del Medioevo: i tedeschi formavano i quadri della classe borghese e dell'alta gerarchia ecclesiastica. Ogni tentativo di cultura autoctona veniva decisamente stroncato; anche le cattedre universitarie erano occupate da insegnanti di origine tedesca. La reazione nazionalistica, fomentata da spinte sociali e religiose, non si fece attendere e si configurò con le ben note guerre ussite (sec. XV). Praga fu l'epicentro della lotta che permise ai Cechi un periodo di preminenza sulla città, peraltro ribadito dagli Iagelloni che provvidero anche a riunificare i corpi separati dell'impianto cittadino (1518). Tutte queste conquiste furono vanificate da Ferdinando I, contro il quale fallì la rivolta del 1547, e la conseguente decadenza della città si accentuò dopo la designazione di Vienna a capitale assoluta dell'Impero asburgico. Durante il regno di Ferdinando II una nuova ondata di germanesimo provocò l'insurrezione (1618), condotta dalla nobiltà protestante e antiasburgica, nota come defenestrazione di Praga: episodio che scatenò la guerra di Boemia e, simultaneamente, la guerra dei Trent'anni. La sconfitta della Montagna Bianca (1620) si ripercosse fatalmente su Praga, invasa dai Sassoni (1631-32), dagli Svedesi (1648), e via via abbandonata dai suoi stessi abitanti: intere famiglie di borghesi e di nobili non cattolici dovettero sfuggire alle persecuzioni religiose lasciando la città già condannata a un triste declino. Una sensibile ripresa dell'economia si ebbe nel Settecento e nel 1784 i corpi sparsi della città furono riunificati per disposizione di Giuseppe II, consentendo un omogeneo sviluppo della stessa. Tuttavia la politica centralizzatrice dell'imperatore suscitò nei praghesi quei sentimenti nazionalistici che dopo lunghi anni portarono alla rivoluzione del 1848, duramente repressa dagli austriaci. Nel 1861 i rappresentanti della popolazione slava vinsero le elezioni e nel 1878 fu fondato il Partito Operaio Socialdemocratico Ceco. La prima Repubblica Cecoslovacca è del novembre 1918 e in quell'occasione Praga divenne la capitale del nuovo Stato. L'indipendenza durò fino al 1939 quando la città fu occupata dalle truppe naziste. Nel corso della seconda guerra mondiale la città non subì gravi danni dai bombardamenti alleati, ma pagò un alto prezzo in termini di vite umane, con lo sterminio di gran parte della popolazione ebraica (ca. 50.000 persone). Soltanto nel maggio 1945, la città tornò libera per l'intervento dell'armata sovietica in concomitanza con la sollevazione popolare. Nel febbraio 1948 i comunisti presero il potere, ma negli anni Sessanta Praga, anima ed espressione dello Stato, avviò il tentativo di instaurare un nuovo corso politico-economico e sociale autonomo (Primavera di ); nell'agosto 1968 le truppe del Patto di Varsavia entrarono in città imponendo una linea di fedeltà al blocco socialista dell'Europa orientale. Dal 1993, quando la Cecoslovacchia si divise nelle due Repubbliche indipendenti Ceca e Slovacca, Praga è rimasta la capitale della Repubblica Ceca.

Arte

Praga conobbe la sua maggiore fioritura artistica in epoca gotica, al tempo dell'imperatore Carlo IV, e in quella barocca, in gran parte per opera di architetti italiani. La cittadella di Hradčany rappresenta con i suoi monumenti la sintesi della storia della città. Al suo interno, oltre a vari palazzi, sorge il castello, le cui più antiche strutture (sec. X-XII) sono testimoniate solo da pochi resti; esso infatti subì numerosissime trasformazioni, da quelle tardogotiche di B. Rejt (1493-1502) fino alla costruzione barocca dovuta ai lavori attuati da A. Lurago nel 1758-65, mentre la monumentale porta di ingresso è di V. Scamozzi (1614); all'interno, notevoli la gotica sala a volta di B. Rejt. Accanto al castello vi sono la chiesa di San Giorgio, basilica romanica (sec. XII, nell'abside affreschi coevi), e la cattedrale di San Vito. Quest'ultima sorse in epoca gotica (1344) sul luogo dell'omonima rotonda (sec. X) e vi operarono Mathieu d'Arras e Peter Parler fino al 1399. Terminata solo nel sec. XX, la cattedrale racchiude all'interno opere d'arte di notevole interesse quali la cappella di San Venceslao, il sepolcro d'argento di San Giovanni Nepomuceno, tombe reali (alcune di P. Parler) e un ricco tesoro con oggetti dal sec. X al sec. XX. Oltre al complesso del castello, Praga annovera numerosissimi altri monumenti soprattutto nella Città Vecchia, sulla riva destra. Assai antica (1070) la basilica dei Santissimi Pietro e Paolo a Vyšehrad. La chiesa di San Francesco nel convento delle Clarisse della beata Agnese (1233-53) costituisce la prima affermazione del gotico in Boemia. Al sec. XIV risalgono il ponte Carlo, sulla Moldava, costruito da P. Parler (1357), ornato di 30 gruppi plastici barocchi, e varie chiese (San Enrico, Santa Maria delle Nevi, San Giacomo, in parte trasformata nel sec. XVII). Santa Maria di Týn, iniziata nel 1370 e terminata nel 1510, è una splendida costruzione gotica, testimonianza dell'evoluzione dello stile, mentre Santa Maria di Karlov (1350-57), trasformata in età barocca, fu innalzata da P. Parler a pianta ottagonale sul modello della Cappella Palatina di Aquisgrana. I due palazzi municipali, entrambi della prima metà del sec. XIV, vennero in seguito alterati; di quello della Città Vecchia restano la torre e il famoso “orologio praghese” del 1490. Interessanti anche la sinagoga (sec. XIII) e il Carolinum, la famosa università costituita da quattro edifici attorno a un cortile interno. Assai più povero di realizzazioni il sec. XV, scosso dalle guerre di religione: notevole la Torre delle Polveri (1475), dalla ricca decorazione gotico-fiammeggiante, l'unica superstite delle otto che circondavano la Città Vecchia. Lo stile rinascimentale, affermatosi solo nella seconda metà del sec. XVI, fu introdotto dai gesuiti che trasformarono la chiesa gotica di San Bartolomeo. Particolarmente notevoli sono, a Hradčany, il palazzo Schwarzenberg di Agostino Italiano (1545-63) e soprattutto il palazzo del Belvedere, che, assieme allo splendido giardino, venne costruito dagli italiani J. Spazio, P. Stella e P. Ferrabosco. I sec. XVII e XVIII furono ricchissimi di realizzazioni nel tipico barocco praghese che impronta di sé chiese e palazzi nobiliari dando una nota caratteristica alla città. Il primo edificio barocco è la chiesa di Santa Maria Vittoriosa (1611) sorta a Malá Strana, come pure i palazzi Waldstein (1623-30) e Michna (1660). Tra i più begli esempi barocchi sono la chiesa dei Cappuccini (1626-1736), di D. Orsi, D. Carnevale e K. I. Dientzenhofer, di San Francesco dei Crociferi (cupola borrominiana, affreschi del Reiner) e il palazzo Černín, dalla solenne facciata. Al Settecento risalgono varie chiese di K. I. Dientzenhofer: San Giovanni sulla Roccia (il capolavoro dell'architetto), San Giovanni Nepomuceno, San Tommaso (di origine gotica, completamente e sfarzosamente trasformata) e soprattutto San Nicola (1704-45), vero gioiello del barocco locale, ricchissima all'interno di opere d'arte. Al sec. XVIII risalgono ancora numerosi palazzi privati e pubblici, come la biblioteca del convento dei premostratensi, di G. Paliardi (1782), in stile Luigi XVI. Nei primi decenni del Novecento la stagione architettonica dell'Art Nouveau, o Jugendstil, ha lasciato numerose testimonianze nella capitale boema, dagli alberghi (Hotel Central, Ohmann, 1899-1902; Hotel Europa, Bendelmayer e Dryak, 1903-06) ai mercati (Novaku, O. Polivka, 1901-04) e al municipio (A. Balsanek e O. Polivka, 1903-05), fino alle vetrate della cattedrale di San Vito (Bilek, 1912), alla Stazione Centrale (J. Fanta e S. Sucharda, 1901-09) e alle case private (Casa Bilek, 1912 e Villa Henlenka, 1903). I due ultimi decenni del Novecento poco hanno aggiunto all'importanza monumentale di Praga. Tra le più valide realizzazioni di quest'epoca, si segnala il palazzo della Fiera di Praga, di impostazione razionalista, sensibile agli influssi del Bauhaus e del costruttivismo russo. Molto particolare è la cosiddetta Casa Danzante, struttura in vetrocemento terminata nel 1996, opera dell'architetto Frank O. Gehry: si tratta di un edificio moderno, costruito accanto ai classici edifici praghesi, che ricorda uno dei pochissimi bombardamenti alleati subiti dalla città durante la seconda guerra mondiale. Il più importante museo cittadino è quello di Arte Industriale, che raccoglie un'eccezionale collezione di vetri e di porcellane. Di rilievo anche la Galleria della Società amici dell'arte, con opere ceche e straniere (Rembrandt, Rubens, Cranach, Tiepolo, scuola del Caravaggio). Nella Galleria d'Arte Moderna si trovano tele di Cézanne, Delacroix, Gauguin, Renoir.

Spettacolo

I più antichi documenti di teatro religioso risalgono al sec. XII, ma l'evoluzione del dramma sacro fu ostacolata prima (nel 1366) dall'intervento delle autorità ecclesiastiche, preoccupate per l'eccessiva profanizzazione degli spettacoli, poi dalla predicazione ussita, che combatté anche una tradizione parallela di teatro profano a carattere comico. Il teatro rinacque nell'ambito universitario, con rappresentazioni in latino di Plauto e Terenzio, e nel collegio dei gesuiti, aperto nel 1558, dove un repertorio edificante veniva allestito con tutte le mirabolanti trovate della scenotecnica barocca. Lo scoppio della guerra dei Trent'anni e la disfatta della Montagna Bianca (1620) determinarono la diaspora degli intellettuali cechi e l'assoggettamento della città agli Asburgo con conseguenze gravi anche sul teatro. Per oltre un secolo e mezzo non ci fu a Praga un teatro nella lingua nazionale, ma solo tournée occasionali di comici dell'arte e di attori tedeschi e rappresentazioni di opere in musica italiane. Il primo teatro permanente, destinato soprattutto alle compagnie straniere, venne inaugurato nel 1737 e rimase in funzione sino al 1781, periodo nel quale svolsero una certa attività altre sale pubbliche, oltre ai teatrini privati dei palazzi nobiliari. Un altro teatro importante fu quello costruito nel 1783 dal conte Nostitz-Rieneck e destinato anch'esso soprattutto a compagnie tedesche (fu qui che ebbe luogo la prima assoluta del Don Giovanni di Mozart), che esiste tuttora come Teatro Tyl. Vi venivano ospitati, nei pomeriggi domenicali, anche attori cechi, la cui sede principale era però la Bouda, un capannone in legno gestito alla fine del sec. XVIII dai fratelli Tham. Esso ebbe però breve durata e le iniziative drammatiche locali dovettero accontentarsi, per alcuni decenni, della saltuaria ospitalità dei dominanti teatri tedeschi. Solo nel 1862 venne eretto, grazie a una sottoscrizione, il Prozatímní divadlo (Teatro provvisorio), sostituito pochi anni dopo dal Národní divadlo (Teatro nazionale) che si inaugurò nel 1881 con l'opera Libussa di Smetana e fu ricostruito dopo un incendio due anni dopo. Portava sulla facciata la scritta “la nazione a se stessa” ed era un centro di cultura ceca sul quale si rivolgeva l'interesse di tutta la Boemia. Alternava rappresentazioni di prosa a spettacoli lirici e accolse, tra l'altro, le prime delle maggiori opere di Smetana e di altri compositori boemi e stranieri. Contemporaneamente acquistavano sempre più importanza i teatri in lingua tedesca che negli anni del nazismo avrebbero poi accolto molti attori e registi fuggiti dalla Germania. Il più importante regista del Nazionale fu dal 1900 al 1918 Jaroslav Kvapil, mentre negli anni tra le due guerre ebbero spicco, in una città finalmente restituita all'indipendenza, l'attività di Karel Hugo Hilar al Municipale (aperto nel 1907), quella di Jiří Frejka al Nazionale e, nelle sale minori, il lavoro di E. F. Burian al Mozarteum e gli sketch satirici del duo Voskovec-Werich al Teatro liberato, nonché i numerosi e vivacissimi cabaret. L'annessione della Boemia e Moravia al Reich determinò l'emigrazione o l'emarginazione di molti dei teatranti migliori e, nel 1944, la chiusura di tutti i teatri. Si riaprirono nel 1945 e vennero tutti nazionalizzati con un decreto del 20 marzo 1948. Conclusi gli anni duri del dogmatismo staliniano, il teatro di Praga ha acquistato negli anni Sessanta grande prestigio in tutta Europa, grazie a registi come J. Grossman (Teatro della Balaustrata), O. Krejca (Teatro alla Porta) e A. Radok, a scenografi come J. Svoboda, a mimi come L. Fialka, a esperimenti come la Lanterna Magika di Svoboda e Radok e a cabaret d'avanguardia come il Semafor. A partire dagli anni Novanta Praga ha ritrovato un nuovo impulso, ed è tornata a essere una vivacissima capitale dove si propongono quotidianamente spettacoli di ogni genere.

Danza

Benché tracce di una saltuaria attività coreutica nei circoli dell'aristocrazia praghese si ritrovino già a partire dalla fine del sec. XVI e per tutto il sec. XVII, con apparizioni di mimi e ballerini stranieri, spesso italiani, è solo verso la seconda metà del sec. XVIII che una vera e propria attività ballettistica può essere segnalata in città, con la messa in scena a opera di un allievo di J.-G. Noverre, V. Moravec, di alcune composizioni estrapolate dai balletti del grande maestro francese. Nel corso dell'Ottocento il balletto acquisì una notevole popolarità, grazie anche all'apparizione sulle scene praghesi di balletti, compagnie e interpreti di grido. È del 1850 l'apparizione della celebre ballerina danese Lucille Grahn – protagonista di primo piano del balletto romantico – che si produsse in alcune delle sue più celebri interpretazioni, nonché la prima messa in scena del balletto La Sylphide. Al 1862 risale la creazione della prima compagnia professionale di balletto, guidata da Vaclav Reisinger, più tardi maître de ballet del Teatro Nazionale (1881) nonché autore, qualche anno più tardi, a Mosca, di un primo, sfortunato allestimento del Lago dei cigni. Il suo successore, Augustin Berger, coreografò a sua volta una sua versione del secondo atto del Lago, l'unica cui lo stesso Čajkovskij poté assistere (1888). La scuola italiana dominò la scena praghese al principio del sec. XX e L. Manzotti vi mise in scena il suo Excelsior. Fu ancora un italiano, Achille Viscusi, a mettere in scena a Praga nel 1907 la prima versione completa del Lago dei cigni. I Ballets Russes di Djagilev approdarono a Praga solo nel 1927, verso la fine della loro folgorante parabola. Presso la scuola di ballo del Teatro Nazionale si erano intanto formati numerosi valenti interpreti, fra cui Ivo Vana Psota e Èdouard Borovansky, futuro pioniere del balletto in Australia. Dopo il secondo conflitto mondiale l'attività della compagnia del Teatro Nazionale – così come tutta l'attività ballettistica della Repubblica cecoslovacca – è stata largamente influenzata da maestri, interpreti, coreografi di scuola sovietica, anche se la capitale ha mantenuto rapporti con la cultura coreutica occidentale (la compagnia di Merce Cunningham, per esempio, ha visitato Praga fin dal lontano 1964). Dal 1964 al 1970 una piccola compagnia di impianto sperimentale, il Balletto di Praga, ha agito con buon successo in patria e all'estero. Erede di quel complesso si è poi costituito, verso la fine degli anni Settanta, il Balletto da Camera di Praga.

Musica

La città ebbe fin dal Trecento un'importante vita musicale giunta a grande splendore tra la fine del sec. XVI e gli inizi del sec. XVII per la presenza di Ph. de Monte, J. Regnart e J. Gallus. Nell'età barocca la vita musicale praghese si distinse per la produzione sacra e organistica, ma nel periodo classico crebbe l'interesse per la musica strumentale (con Brixi, Dussek ecc.) e si ebbero memorabili rappresentazioni di opere mozartiane. Dall'Ottocento in poi vi fu un continuo fiorire di iniziative musicali, anche in funzione patriottica e nazionale; nel 1808 fu fondata la Società dei musicisti, organizzatrice di regolari stagioni concertistiche; nel 1808 nacque la Scuola di Musica; nel 1861 fu fondato il coro Hlabol (diretto da Smetana); nel 1881 fu inaugurato il Teatro Nazionale. Nel Novecento la città si è rivelata sensibile, oltre che alla tradizione nazionale boema, alla musica moderna, ospitando più volte festival di musica contemporanea. Fra le istituzioni odierne sono da ricordare l'Orchestra Filarmonica Ceca (fondata nel 1896), il Coro dei Maestri di Praga (dal 1908), il Conservatorio.

Economia

Praga produce oltre il 20% del PNL, raccogliendo sul suo territorio anche la maggior parte degli investimenti esteri, e vanta il tasso più basso di disoccupazione del Paese. L'economia ha subìto una profonda trasformazione con la caduta del regime comunista che ha visto emergere gli investimenti privati per adeguarsi a un'economia di mercato su larga scala; l'ingresso del Paese nel quadro geopolitico europeo si è completato nel 2004, quando è entrata in vigore l'annessione della Repubblica Ceca all'UE. Le industrie, localizzate prevalentemente nei sobborghi di Vysočaný, Líbeň, Karlín, Holešovice, Smíchov e Strašnice, hanno subìto un calo dovuto a problemi di ristrutturazione e hanno fatto sorgere il problema del recupero di vaste aree dismesse. Attivi rimangono i settori meccanico (macchinari, materiale ferroviario), automobilistico, elettrotecnico, alimentare, tessile, dell'abbigliamento, calzaturiero, chimico, farmaceutico, del vetro, del legno, della carta, grafico-editoriale e dei materiali da costruzione. Nell'ultimo decennio del sec. XX l'edilizia ha avuto nuovo impulso con il crescere dei cantieri e delle imprese, che rappresentano un terzo del totale sul territorio ceco. Contemporaneamente si è registrata una crescita del settore dei servizi alle imprese (finanze, tecnologie informatiche, consulting, pubblicità) e alle persone (sanità, trasporti e pubblica amministrazione) con una diminuzione parallela delle attività manifatturiere. Una voce sempre più importante sta diventando il turismo culturale e quello collegato ai congressi internazionali, che ha fatto crescere la richiesta di strutture adeguate e di servizi collegati. La città dispone di un attivo porto fluviale presso Holešovice e di un aeroporto internazionale a Ruzyně.

Curiosità

Numerosi sono i festival che si svolgono a Praga durante tutti i periodi dell'anno. Tra i più famosi, il Festival Internazionale della Musica "Primavera di Praga" (dal 1948) e il Festival Invernale, di musica classica, opera e balletto. Altri appuntamenti dedicati alla musica sono il Jazz Festival e il Festival di Musica Giudaica. Non mancano eventi teatrali quali il Festival Shakespeariano estivo che ha sede nel castello e altri che hanno come protagonista la danza (Festival Internazionale di Danza Contemporanea), il cinema (Giornate del Cinema Europeo) o le culture minoritarie (Khamoro sulla cultura gitana). Tra gli itinerari tematici che attirano la curiosità dei molti turisti c'è quello che porta sulle tracce di Franz Kafka, lo scrittore di origine ebraica e di lingua tedesca, che visse e morì nella capitale boema. Un altro celebre personaggio legato a Praga è Wolfgang Amadeus Mozart: la città gli dedica tuttora un museo, a Villa Bertramka. Sono nati a Praga anche gli scrittori Rainer Maria Rilke, Jaroslav Hašek, Franz Werfel, il filosofo del diritto Hans Kelsen, la tennista Martina Navratilova.

Bibliografia

Per l'arte

D. Libal, Le Carolinum, Praga, 1948; A. M. Matteucci, L'arte in Boemia dal Gotico al Barocco alla Galleria Nazionale di Praga, in “Emporium”, LXII, 10, 1956; A. Brekova, D. Monsimier, Praga e Cecoslovacchia, Verona, 1990.

Per l'urbanistica

B. Knox, The Architecture of Prague and Bohemia, Londra, 1962; A. Svoboda, Praha, Praga, 1964; E. A. Gutkind, Urban Development in East Central Europe: Poland, Czechoslovakia and Hungary, New York, 1972; J. Leroux, Les églises de Prague, Parigi, 1986.

Per la musica

R. Veselý, Storia dell'orchestra filarmonica ceca, Praga, 1935; J. Bužga, Prag, in “Die Musik in Geschichte und Gegenwart”, Kassel, 1962; F. Casapulla, I maestri del Coro di Praga, Milano, 1975.

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