Lessico

Agg. (pl. m. -ci) [sec. XVII; da linfa]. Relativo alla linfa: sistema linfatico, complesso dei capillari, dei vasi, dei tessuti formati da cellule linfatiche e degli organi che presiedono alla produzione di linfociti e provvedono alla circolazione della linfa nell'organismo dei Vertebrati. Anche relativo al linfatismo; individuo affetto da linfatismo.

Anatomia

Il sistema linfatico non forma un circolo, come il sanguigno, ma un albero innestato sul sistema venoso e costituito da una rete di capillari che cominciano a fondo cieco, diffusi nei tessuti connettivali o che rivestono vari organi (per esempio lo stomaco); questi confluiscono in vasi di calibro sempre maggiore e sempre meno numerosi, gli ultimi dei quali (tronchi linfatici) si innestano sulle grosse vene in prossimità del loro sbocco nel cuore. I capillari linfatici assorbono la linfa formata dal plasma del sangue filtrato dai capillari sanguigni negli interstizi tra le cellule dei tessuti connettivali (emolinfa) e da altro materiale proveniente dal metabolismo cellulare (istolinfa). La linfa ha una composizione simile a quella del plasma sanguigno, e contiene pochi leucociti passati per diapedesi attraverso le pareti dei capillari linfatici. Tali capillari hanno diametri fino a 100 micron e le loro pareti sono costituite da solo endotelio. I capillari sboccano in vasi linfatici di calibro maggiore le cui pareti sono molto più sottili di quelle delle vene e povere di fibre elastiche; nei dotti e nei tronchi si riscontra anche un sottile strato di cellule muscolari; tra i vasi minori frequenti sono le anastomosi, mentre i più voluminosi scorrono per lo più vicini e paralleli fra loro, in gruppi di due o tre, seguendo in genere il decorso delle vene e potendo, secondo la loro posizione, essere come queste distinti in superficiali e profondi. Nel sistema linfatico la pressione è minima e la linfa viene smaltita soprattutto per le compressioni che i vasi linfatici subiscono in seguito ai movimenti dei vari organi. Nel complesso del sistema linfatico esistono anche organi linfatici formati da tessuto linfatico che possono essere ben conformati, come i linfonodi oppure ridotti a un piccolo ammasso, come i linfonoduli e le formazioni linfatiche esistenti in vari organi quali la milza o, addirittura, a gruppi di cellule linfatiche disseminate lungo i capillari (infiltrazioni linfatiche); il tessuto linfatico, sotto qualsiasi forma di organizzazione, è molto esuberante nei soggetti di giovane età e si riduce gradualmente dall'adulto al vecchio. La circolazione linfatica ha un ruolo importante per il continuo rinnovamento dei liquidi interstiziali e per il trasporto dei principi nutritivi e dei prodotti del metabolismo. La quantità dei liquidi che passano dal sangue negli spazi interstiziali attraversando la parete dei capillari supera di norma la quantità che l'attraversa in senso inverso. La quota eccedente viene veicolata nei vasi linfatici e da questi portata nel torrente sanguigno. La circolazione linfatica costituisce dunque una via alternativa al sistema venoso per il ritorno al sangue dei liquidi tessutali e nel contempo rappresenta un delicato meccanismo di regolazione della pressione idrostatica del liquido interstiziale. Il sistema linfatico, inoltre, ha una notevole importanza nell'assorbimento dei grassi e sembra avere un ruolo notevole anche nella funzione renale e, in particolare, nei meccanismi di concentrazione dell'urina. Al sistema linfatico viene anche attribuito un importante ruolo protettivo nell'ambito dei meccanismi di difesa anti-infettiva dell'organismo. La circolazione linfatica determina infatti la “rimozione” dei germi patogeni che si siano insediati negli interstizi dei tessuti. Detti germi, una volta immessi nei vasi linfatici, vengono trasportati fino ai linfonodi regionali, nei quali vengono “intrappolati” e quindi fagocitati dai macrofagi. Le stazioni linfoghiandolari costituiscono, dunque, una specie di filtro o di barriera meccanica alla diffusione delle infezioni e i processi di fagocitosi che ivi si svolgono hanno sicuramente una grande importanza nei meccanismi dell'immunità naturale.

Biologia: il sistema nelle classi animali

Nel sistema linfatico il fluire della linfa è in primo luogo determinato dalle compressioni subite dai vasi linfatici a opera della muscolatura dei vari organi di movimento e della pressione sanguigna; soprattutto nei Mammiferi intervengono inoltre la pressione esercitata dal diaframma e quella negativa intratoracica. Nei Mammiferi, entro il lume dei vasi, sporgono numerose valvole che consentono il passaggio unicamente in direzione dello sbocco delle vene. Nelle altre classi, dove queste valvole mancano, in prossimità della confluenza del sistema linfatico nelle vene, esistono spesso (soprattutto negli Anfibi e nei Rettili) dei “cuori” linfatici, che pompano la linfa nel circolo sanguigno: la parete di tali cuori è relativamente spessa, ricca di fibre elastiche e di tessuto muscolare. Il sistema linfatico è poco sviluppato nei Condritti: una rete linfatica superficiale cutanea e una rete intestinale profonda confluiscono la prima nella seconda ed entrambe in pochi condotti che sboccano nelle vene cardinali presso il cuore. Negli Osteitti la confluenza delle due reti avviene principalmente in un centro di raccolta (seno linfatico pericardico) dal quale la linfa è smaltita nelle vene cardinali o nei condotti del Cuvier. Negli Anfibi Urodeli (per esempio salamandra) e ancor più negli Apodi, il sistema linfatico ha una disposizione segmentale con una coppia di cuori per ogni segmento. Negli Anuri (per esempio rana) esiste un sistema di sacchi sottocutanei (dorsali, ventrali, laterali e degli arti) che raccolgono la linfa della rete superficiale. Questi sacchi comunicano fra loro e con alcune cisterne nelle quali confluiscono i vasi linfatici profondi distribuiti in quattro centri: anteriore, posteriore, destro e sinistro; posteriormente due cisterne iliache versano la linfa nelle vene ischiatiche mediante una coppia di cuori; altri due cuori forzano nelle vene cardinali anteriori la linfa delle due cisterne anteriori. Nei Rettili i vasi linfatici della regione cefalica, della parte anteriore del corpo e degli arti toracici sboccano con due grossi vasi nelle vene succlavie senza interposizione di cuori. Sempre direttamente nelle succlavie, più caudalmente, arriva una rete di vasi linfatici periaortici nella quale sboccano a loro volta i vasi linfatici del canale alimentare, dei visceri e della cute. La linfa proveniente dalla regione caudale si raccoglie in due centri che sboccano nel sistema porta-renale con l'interposizione di una coppia di cuori. Negli Uccelli, durante lo sviluppo embrionale, si formano due cuori linfatici posteriori, che in genere regrediscono: si ritrovano negli adulti solo in alcuni paleognati e palmipedi. I vasi linfatici degli arti posteriori e dei visceri addominali convergono in diverse cisterne dalle quali partono pochi vasi periaortici: questi ricevono nel loro percorso prima i vasi linfatici intestinali, più anteriormente quelli del tronco, delle ali e della testa e infine sboccano nelle vene succlavie. Negli Uccelli compaiono per la prima volta rare valvole e qualche linfonodo. Nei Mammiferi, i vasi linfatici dell'arto anteriore destro, dei visceri toracici e della metà destra della testa confluiscono nella grande vena linfatica che sbocca nella vena succlavia destra. I vasi linfatici della metà posteriore del tronco, dei visceri addominali e degli arti pelvici fanno capo alla cisterna del Pecquet, situata nell'addome. Da questa si diparte il dotto toracico che riceve la linfa drenata dell'arto anteriore sinistro e della metà sinistra della testa prima di sfociare nella vena succlavia di sinistra. Lungo il percorso dei vasi linfatici si trovano numerosi linfonoduli e linfonodi. In tutti i Mammiferi, i vasi linfatici della rete cutanea convergono in tre gruppi di linfonodi superficiali: i cervicali, gli ascellari e gli inguinali; in corrispondenza di questi gruppi, in posizione più profonda se ne trovano altri tre in cui convergono i vasi della rete profonda: dai linfonodi partono i grossi tronchi giugulari, ascellari, iliaci, che sboccano poi nelle due vene succlavie in prossimità del cuore.

Fisiologia: il sistema nell'uomo

Nell'uomo, la nomenclatura delle strutture linfatiche si basa esclusivamente su criteri topografici, riferendosi agli organi da cui provengono, alle regioni che attraversano o nelle quali sono dislocate. I vari vasi linfatici portano tutta la linfa a grandi tronchi linfatici, il dotto toracico e il tronco linfatico destro che sboccano nel circolo venoso, rispettivamente, a sinistra e a destra, nell'angolo di unione delle vene giugulare interna e succlavia, oppure direttamente in una di queste due vene o ancora in quella brachiocefalica, sempre nelle immediate vicinanze della confluenza di quelle. Gli affluenti del dotto toracico sono rappresentati dai tronchi linfatici lombari (che raccolgono la linfa degli arti inferiori, dei visceri pelvici e della parete addominale) e dal tronco intestinale (cui affluisce la linfa reflua dalla parte sottodiaframmatica del tubo digerente); lungo il suo decorso tale condotto riceve inoltre uno o più tronchi intercostali (con la linfa delle pareti del torace), tronchi epatici (provenienti dal fegato) e, più vicino allo sbocco nelle vene, tre altri tronchi (broncomediastinico, succlavio e giugulare sinistri), che gli portano la linfa dagli organi siti nella metà sinistra della cassa toracica, dell'arto superiore omolaterale e dalla stessa parte laterale del capo e del collo. Il tronco linfatico destro è invece un vaso collettore estremamente breve (1-2 cm) e dal diametro relativamente piccolo (ca. 2 mm), che risulta dalla fusione dei vasi linfatici giugulare, succlavio e broncomediastinico destri, dove si raccoglie la linfa reflua dall'arto superiore destro, dallo stesso lato del torace, del capo e del collo. Il corpo umano è molto ricco di tessuti linfatici, in parte isolati, in parte costituenti linfonoduli e linfonodi raggruppati a formare plessi linfatici o stazioni linfatiche, a cui confluiscono vasi linfatici afferenti e dai quali originano altri tronchi di calibro maggiore; attraverso questi linfonodi passa quindi tutta la linfa. I linfonodi prendono nome dalla loro sede; i principali sono quelli cervicali profondi superiori e inferiori (affluenti del tronco giugulare), ascellari (affluenti del tronco succlavio), tracheobronchiali, intercostali, mediastinici anteriori e posteriori, sternali (per i tronchi broncomediastinici e intercostali), lombari (affluenti dell'omonimo tronco) e celiaci (per il tronco intestinale).

Patologia

Dato che la linfa non ha alcun potere protettivo ai fini della difesa anti-infettiva è essenziale la sua regolare circolazione. Ciò è dimostrato dalla elevata frequenza delle infezioni batteriche nei territori organismici in cui vi sia una stasi linfatica. La circolazione della linfa si riduce o si arresta in seguito all'occlusione dei vasi linfatici operata da corpi estranei, da parassiti o dalla compressione di masse tumorali. Nella patologia umana una condizione di stasi linfatica è rappresentata dall'elefantiasi caratterizzata da un imponente edema degli arti inferiori che assumono aspetto e dimensioni mostruosi. Un'altra causa di edema da insufficiente drenaggio linfatico si riscontra come non rara complicanza della terapia chirurgica del cancro mammario; la rimozione dei linfonodi del cavo ascellare interrompe infatti la circolazione linfatica nell'arto superiore omolaterale, che pertanto può gonfiarsi considerevolmente. Inoltre gli elementi del sistema linfatico possono essere colpiti da processi infiammatori, da malattie tumorali e malattie sistematiche (per esempio linfangite, linfosarcomi, reticoloendoteliosi, ecc.).

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