La lirica ionico-attica

Ipponatte

Ipponatte nacque ad Efeso nella seconda metà del sec. VI a.C. Di famiglia aristocratica partecipò alla vita politica; fu bandito dalla città natale per la sua opposizione ai tiranni e dovette trascorrere un periodo in esilio a Clazomene, dove visse di stenti, ammesso che i suoi versi, a tale proposito, siano degni di fede.

Temi e stile

La sua produzione è soprattutto giambica, come testimoniano i brevi frammenti pervenutici, arricchiti dai ritrovamenti di papiri egiziani. Scrisse in dialetto ionico e usò come metro il trimetro giambico dove il piede utilizzato (e da lui inventato) fu il cosiddetto ipponatteo o coliambo o scazonte (caratterizzato dalla sostituzione dell'ultimo giambo con uno spondeo). Nei suoi versi Ipponatte lamenta la povertà materiale che affligge la sua vita e presenta vicende o ambienti volgari con spregiudicato, e talora compiaciuto, realismo. Secondo una leggenda, la virulenza della sua satira poetica avrebbe costretto al suicidio due scultori che avevano fatto una caricatura del suo fisico infelice.