La lirica ionico-attica

Solone

Legislatore e poeta greco (Atene ca 640-560 a.C.), fu il primo grande statista e poeta ateniese: la sua poesia riflette le istanze etico-politiche a cui si ispirò la sua attività di politico e riformatore.

Riformatore delle istituzioni ateniesi

Di nobili origini, fu arconte nel 594 e in un periodo di violenti contrasti politici e sociali compì una serie di riforme che prevedevano l'introduzione di una monetazione locale, la proibizione di esportare prodotti agricoli (tranne l'olio), l'abolizione delle ipoteche dei terreni e soprattutto della riduzione in schiavitù per debiti. Nell'ambito costituzionale, promosse la divisione dei cittadini in quattro classi di censo, definendo per ciascuna obblighi e diritti. Dopo aver varato la sua riforma e, secondo la tradizione, per non essere costretto ad apportarvi modifiche, si allontanò da Atene: viaggiò per dieci anni, soggiornando in Egitto, a Cipro, forse in Lidia.

L'opera poetica

Compose giambi, epodi ed elegie, per un complesso di circa 5000 versi, ma ne rimangono frammenti per ca 280 versi. È pervenuta intera la cosiddetta Elegia alle Muse, di cui tuttavia alcuni studiosi contestano l'unità: in essa Solone esprime, in uno stile di severa compostezza, il proprio mondo ideale, fondato sui valori della giustizia. Fondamentale è il tema, che sarà tipico anche della tragedia classica, della hýbris (tracotanza, superamento del limite), a cui necessariamente subentra la punizione divina, che si abbatte sul colpevole o sulla sua discendenza. Ai temi etico-politici si alternano, in altri frammenti, motivi di riflessione personale, quali considerazioni sulle gioie della vita (l'amore, l'ospitalità, la caccia) o sulla vecchiaia o sulla morte, che Solone, a differenza di Mimnermo, si augura possa coglierlo in tarda età. La lingua è il dialetto ionico, con importanti influssi di Omero.