La lirica ionico-attica

Teognide

Teognide nacque a Megara verso la fine del sec. VI a.C.; ma è incerto se si tratti di Megara Nisea (presso Corinto) o di Megara Iblea (in Sicilia). Influente membro dell'aristocrazia terriera della sua città, si oppose attivamente all'emergere dei nuovi ceti e per questo gli furono confiscati i beni e fu mandato in esilio prima a Sparta e poi in Sicilia.

Il Corpus Theognideum

Sotto il suo nome ci è stata tramandata una silloge (il cosiddetto Corpus Theognideum) di 1389 versi, in parte autentici, in parte sicuramente interpolati. La parte che viene riconosciuta come autentica è quella contrassegnata dalla sfreghís (sigillo) del poeta, ossia il nome del fanciullo amato, Cirno, a cui Teognide si rivolge. Le elegie di Teognide sono essenzialmente didascaliche e abbondano di massime: ispirate a forte spirito aristocratico, impartiscono insegnamenti riguardo la virtù politica, il comportamento verso le classi più umili, i passatempi. In esse si riflette un'epoca di grandi sconvolgimenti politici, in cui nuove classi si affacciano e minacciano non solo la supremazia, ma anche il modo di vita dei nobili. Di qui un'acuta nostalgia per gli ideali del passato in declino e uno sdegno pieno di rancore per i tempi nuovi.