L'età del realismo

Hebbel drammaturgo e lirico del realismo

Figlio di un muratore e presto orfano del padre, Friedrich Hebbel (Wesselburen, Holstein, 1813 - Vienna 1863) lavorò dapprima come fattorino, quindi come scrivano; con l'aiuto di una sarta, da cui ebbe poi due figli, incominciò a scrivere; una modesta borsa di studio del re di Danimarca lo portò a Parigi, Roma e Napoli. Nel 1846 sposò una celebre attrice del Burgtheater di Vienna, ma il successo gli arrise solo nel 1860 con la trilogia dei Nibelunghi (Nibelungen). Maestro del realismo drammatico, Hebbel è animato da una visione tragica riconducibile, oltre che alle sue personali esperienze, all'influsso di Schopenhauer. Invano quindi egli cercò la fortuna teatrale nella commedia, in particolare con Il diamante (Der Diamant, 1841). La sua prima, notevolissima tragedia in versi fu Judith (rappresentata nel 1840), in cui l'eroina, che ha creduto di seguire la voce di Dio e ha invece ubbidito alla propria libidine, uccide Oloferne solo perché da lui offesa nella sua dignità di donna. La successiva Genoveffa (Genoveva, 1841) reinterpreta una leggenda medievale già fatta oggetto di dolciastre rielaborazioni romantiche, costruendo con lucida e implacabile psicologia la figura, non della santa, ma del suo aguzzino Golo. La tragedia borghese Maria Maddalena (1843), in prosa, rielabora con grande forza drammatica il tema della ragazza che si toglie la vita perché ingravidata e abbandonata dal fidanzato. La successiva Erode e Marianna (Herodes und Marianne, 1848) è imperniata sul tema del conflitto tra i sessi, mentre Agnes Bernauer (1851) intreccia il tema dell'amore con quello della ragion di Stato. Capolavoro di psicologia e di fine versificazione è Gige e il suo anello (Gyges und sein Ring, 1854), che torna sul tema della dignità femminile. Poco persuasiva è invece la trilogia nibelungica citata sopra, con cui Hebbel ottenne enorme successo. Notevoli sono poi le liriche e soprattutto i Diari (Tagebücher, 1885-87, postumi), che lo scrittore tenne dal 1835 alla morte.