L'età del realismo

Il realismo pessimista di Storm

Theodor Storm (Husum 1817 - Hademarschen 1888) studiò legge a Kiel e a Berlino, incominciando a esercitare la professione di avvocato nella città natale, nello Schleswig-Holstein. Il suo atteggiamento politico patriottico, che lo portò a prender parte alla sollevazione antidanese del 1848-52, provocò il suo allontanamento dall'avvocatura da parte delle autorità danesi: fu così costretto, per trovar lavoro, a trasferirsi (1853-64) a Potsdam e a Heiligenstadt, ove si impiegò nella magistratura prussiana. Dopo la guerra dei ducati (1864), rientrò nella città natale e vi ricoperse dapprima la carica di podestà, quindi (dal 1867) quella di pretore. Tanto nella sua produzione lirica quanto in quella novellistica Storm, il cui realismo assume accenti marcatamente pessimistici, si rivela maestro nella creazione di atmosfere, nell'evocazione del passato e nella pittura locale. Accanto alla raccolta Poesie (Gedichte, 1852), sono notevoli le Storie estive e canti (Sommergeschichten und Lieder, 1851), che includono una delle sue novelle più celebri, Immensee, in cui si intrecciano ricordi e descrizioni naturali quasi impressionistiche, pervase da un tono sfumato e sentimentale che nelle novelle successive andrà sempre più cedendo a una malinconica sfiducia nella libertà e nella capacità dell'uomo di determinare il proprio destino; in Aquis submersus (1877) una tragica vicenda del passato è descritta in stile di cronaca, con un efficace travestimento linguistico arcaizzante; Renate (1878), Viola tricolor (1874), Pole il burattinaio (Pole Poppenspäler, 1875) sono tra le sue opere migliori; il suo capolavoro è L'uomo sul cavallo bianco (Der Schimmelreiter, 1888), grande rappresentazione della lotta titanica e inane dell'uomo contro gli elementi.