L'età del realismo

In sintesi

Realismo poeticoNel clima di sconfitta conseguente il fallimento della rivoluzione del '48, nel sentimento di accettazione dello status quo, sorge e si diffonde il movimento letterario del "realismo poetico", sviluppandosi prevalentemente dal 1850 al 1880-1890. Il programma di questa scuola narrativa, che sta sotto il segno della filosofia di Schopenhauer e di Feuerbach, si può riassumere nella ricerca di una poeticità della realtà quotidiana, nell'indagine delle funzioni psichiche e del destino dell'uomo comune in seno alla storia.
La DorfgeschichteIl frutto più originale del realismo poetico furono le Dorfgeschichten - "novelle campagnole" o "storie di villaggi" - create da Berthold Auerbach e contrapposte al romanzo sociale. I letterati borghesi però giudicarono tali novelle chiuse in un mondo estraneo non solo allo sviluppo storico-sociale ma anche agli effettivi problemi dell'ambiente rurale, cieche a qualsiasi orizzonte politico, prive di istanze di rinnovamento.
KellerMaggior rappresentante del realismo poetico, erede di Goethe e del Biedermeier, nel protagonista del romanzo Enrico il verde compì il proprio fedele autoritratto. Quest'opera, che segue fedelmente lo schema del Bildungsroman, racconta le vicende di Enrico, un giovane pittore fallito. Keller amò teneramente e criticò aspramente la comunità modesta e pacifica della Svizzera, descrivendola in particolare nelle novelle Gente di Seldwyla. Ateo, si ispirò a una sorta di religiosità terrestre che espresse nel ciclo Le sette leggende. Tra le Novelle zurighesi spicca Il piccolo vessillo dei sette giusti, specchio del pessimismo politico dello scrittore maturo.
StormMaestro nella creazione di atmosfere, il suo realismo ebbe accenti pessimistici, Da ricordare: la raccolta Poesie e le Storie estive e canti, che includono una delle sue novelle più celebri, Immensee, in cui si intrecciano ricordi e descrizioni naturali pervase da un tono sfumato e sentimentale, che nelle novelle successive andrà sempre più cedendo a una malinconica sfiducia nella libertà e nella capacità dell'uomo di determinare il proprio destino. Il suo capolavoro è L'uomo sul cavallo bianco, grande rappresentazione della lotta titanica e inane dell'uomo contro gli elementi.
FontaneSi dedicò inizialmente al romanzo storico in Prima della tempesta e Schach von Wuthenow. Lavorò poi a quei romanzi d'impianto realistico e d'ambientazione berlinese che sancirono la sua fama: L'adultera, Errori e turbamenti, La signora Jenny Treibel e il capolavoro Effi Briest, drammatica vicenda coniugale. Nell'ultimo romanzo, Il signore di Stechlin, si rafforzano quei caratteri che costituiscono la peculiare cifra stilista di Fontane: splendidi dialoghi, a disporre quasi per intero l'intreccio, e un garbato scetticismo, dietro il quale si cela un atteggiamento di sereno distacco dal mondo delle cose narrate.
HebbelAppassionato lettore di Schopenhauer, maestro del realismo drammatico, ebbe una visione tragica che parla nettamente nelle sue opere. Sua prima tragedia in versi fu Judith, in cui l'eroina uccide Oloferne ritenendo di seguire la voce di Dio ma ubbidendo esclusivamente alla propria libidine. Seguirono: Genoveffa, che reinterpreta una leggenda medievale; la tragedia borghese Maria Maddalena, in prosa; Erode e Marianna, imperniata sul tema del conflitto tra i sessi; Gige e il suo anello, capolavoro di psicologia e di fine versificazione che intreccia il tema dell'amore con quello della ragion di Stato. Notevoli infine le liriche e i Diari.