Acri

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comune in provincia di Cosenza (45 km), 720 m s.m., 198,50 km², 21.891 ab. (acresi), patrono: Beato Angelo di Acri (30 ottobre).

Cittadina della Sila Greca, situata nella basse valle del fiume Mucone. Fondata dai Bruzi e importante centro in età medievale, resistette agli attacchi di Angioini e Aragonesi, finché non venne incendiata. Distrutta nuovamente e occupata dai francesi (1497), partecipò ai moti rivoluzionari (1799) e durante la reazione sanfedista (1806) fu quasi rasa al suolo. Partecipò attivamente ai moti liberali del 1820 e degli anni seguenti.§ Numerosi sono gli edifici civili e religiosi settecenteschi rimasti. Il palazzo Sanseverino ospita un affresco degli Zuccari (sec. XVI-XVII). Nella chiesa cinquecentesca di San Francesco di Paola, rimaneggiata nel sec. XVIII, vi sono una tela di scuola napoletana e un busto ligneo del santo (sec. XVIII). La chiesa di Santa Maria Maggiore, completamente trasformata nel sec. XVIII, sorge sui resti di un edificio romanico e conserva un crocifisso ligneo del Trecento. Un interessante gruppo in alabastro del sec. XVIII è nella chiesa dei Cappuccini. Del castello medievale è visibile ancora qualche rudere di muraglie con monofore (sec. XV).§ L'economia si basa sull'agricoltura (olive, uva, castagne, cereali, patate e frutta), sull'allevamento e sull'industria alimentare (salumifici, trasformazione di prodotti ortofrutticoli). Altre attività sono presenti nei settori dei materiali edili (calcestruzzo) e dell'abbigliamento (calze).

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